mercoledì 26 dicembre 2018

Religiosità popolare - Preghiere in dialetto - Lazio: Er Presepio (Il presepio)


La religiosità popolare di tutte le regioni italiane è ricca di preghiere dialettali, espressione di una cultura religiosa tramandata oralmente di generazione in generazione, per lo più dai nonni ai nipotini.
L'era moderna, purtroppo, tende a cancellare questo patrimonio, infatti le suddette preghiere permangono quasi esclusivamente nei ricordi delle persone più anziane. 

Nel periodo di Avvento del 2016 Padre Gregorio Battaglia, della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto - ME - (che i nostri lettori sicuramente conoscono attraverso i post da noi pubblicati) ci chiedeva se fosse stato possibile  pubblicare una preghiera in dialetto siciliano ricordata da una persona anziana che stava attraversando un momento molto difficile, questa richiesta ci ha stimolati a promuovere la pubblicazione di questa forma di devozione appartenente al nostro patrimonio culturale estendendo l'invito ai nostri lettori di tutte le regioni italiane.

Ci farebbe molto piacere avere un riscontro positivo da parte dei nostri lettori, che pertanto invitiamo a inviare il loro contributo o con un messaggio privato in Facebook nella pagina "Quelli della Via" o scrivendo una email alla casella di posta di "Tempo Perso": 
tempo-perso@libero.it .
Vi chiediamo cortesemente di indicare, accanto alla versione dialettale, anche quella in lingua italiana e, nel caso ne foste a conoscenza, di corredarla di diversi particolari (ad esempio se veniva recitata in particolari periodi dell'anno o momenti della giornata, o se rivolta a qualche Santo per chiederne l'intercessione, o a qualunque altra informazione riteniate opportuno fornirci). 
Sarà nostra cura selezionare i suggerimenti, verificandone ovviamente i contenuti, e preparare i post ed anche uno Speciale, sempre disponibile, in cui potere rintracciare con facilità tutte le preghiere.


Preghiere in dialetto

 Lazio 
Dialetto romanesco

Abbiamo inserito nella presente raccolta questi versi di Trilussa, pur non essendo una preghiera, perché riteniamo possano aiutarci a riflettere sul significato del fare il presepe nelle nostre case.
Rammentiamo che si deve a San Francesco d'Assisi la diffusione del presepio che il Santo allestì per la prima volta a Greccio nel Natale 1223.

Er Presepio


Ve ringrazio de core, brava gente,
pè ‘sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa? Si poi v’odiate,
si de st’amore nun capite gnente…

Pé st’amore so nato e ce so morto,
da secoli lo spargo da la croce,
ma la parola mia pare ‘na voce
sperduta ner deserto senza ascolto.
 
La gente fa er presepe e nun me sente,
cerca sempre de fallo più sfarzoso,
però cià er core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l’amore
è cianfrusaja che nun cià valore.

Trilussa

Il presepio

Vi ringrazio di cuore, brava gente,
per questi presepi che mi preparate,
ma perché li fate? Se poi vi odiate,
se di questo amore non capite niente...

Per questo amore io sono nato e sono morto,
da secoli lo spargo dalla croce,
ma la mia parola sembra una voce
persa nel deserto senza ascolto.

Le persone fanno il presepio e non mi ascoltano
cercano di farlo sempre più sfarzoso,
però hanno il cuore freddo e indifferente
e non capiscono che senza l'amore
è solo cianfrusaglia

Trilussa è il poeta romano Carlo Alberto Salustri, il quale scelse questo pseudonimo da un anagramma del proprio cognome. È autore di un gran numero di poesie in dialetto romanesco, alcune delle quali in forma di sonetti.

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