A Villacidro. La Sardegna marcia per la pace
e chiede lavoro, solidarietà, giustizia
Adulti, bambini, giovani, anziani, sacerdoti, amministratori. Insieme per valorizzare i rapporti sociali e tradurli in impegno personale e collettivo per il bene di tutti
In marcia per la pace
Si mobilita per la pace, la Sardegna. Ferita dalla disoccupazione, dall’inverno demografico e dalla piaga sempre più dolente del business della armi da guerra, in mano al colosso tedesco Rwm che opera sul territorio. Piaga su cui – non è un caso – appena due giorni fa i vescovi sardi sono tornati alla carica, nel messaggio scritto per calare nella loro realtà il messaggio di papa Francesco per la Giornata della Mondiale della Pace, e accompagnare la XXXII Marcia regionale della Pace in programma a Villacidro oggi e intitolata "La buona politica per la Sardegna: solidarietà, lavoro, bene comune".
La mobilitazione parte dalla diocesi di Ales-Terralba, con la Caritas in prima linea . «Oggi le diseguaglianze sono sempre più forti e le guerre si susseguono per mantenere il potere, per aumentare i guadagni. La Chiesa, ma anche ogni uomo di buona volontà "giusto", non devono avere paura della politica – dice il direttore don Angelo Pittau direttore della Caritas diocesana –: papa Francesco ci spinge all’audacia di operare per la costruzione di un "regno", in cui giustizia e pace si intrecceranno». Anche la Sardegna, aggiunge don Pittau, «ha bisogno della buona politica per ravvivare la speranza nel suo popolo».
«Facendo nostro l’appello del Papa lo coniughiamo – dice il vescovo di Ales-Terralba, padre Roberto Carboni – con la realtà della nostra regione. In questo senso il primo passo è la solidarietà a tutti i livelli (tra famiglie, tra giovani e adulti, tra territori, tra città e borghi), che valorizza i rapporti sociali e si traduce in impegno personale e collettivo per il bene di tutti. Il secondo è operare per assicurare il lavoro, diritto fondamentale per ciascuno, che ci porta a un nuovo sviluppo della promozione umana, che ci restituisce la nostra dignità. Infine – aggiunge il vescovo Carboni – impegniamoci, iniziando da coloro che fanno politica, per il bene comune, frutto anch’esso della solidarietà e del lavoro».
I partecipanti – ne sono attesi migliaia da tutte le zone del Medio Campidano e della Marmilla, con delegazioni di altre diocesi, e rappresentanti del mondo politico, sindacale e delle organizzazioni del volontariato che fanno capo a "Sardegna Solidale" – marceranno insieme dalle 15 in avanti a Villacidro, il centro più popoloso (14mila abitanti) della diocesi alerese. La scelta non è casuale: «Villacidro è scivolata dal sogno della rinascita, del lavoro e del benessere, a un oggi senza speranza, con le fabbriche chiuse e la disoccupazione a due cifre – continua don Pittau –. Abbiamo scelto questa cittadina per restituire sogni e speranza alla sua gente e simbolicamente a tutti i paesi della nostra diocesi». Un territorio che di speranza ne ha bisogno: da alcuni anni, infatti, il Medio Campidano occupa gli ultimi posti nella graduatoria delle province italiane più povere.
«Noi amministratori siamo chiamati a fare buona politica, cioè fare ciò che è giusto, ma che, talvolta, potrebbe non essere in linea con le aspettative. buona politica – spiega la sindaca di Villacidro, Marta Cabriolu –: significa agire per il benessere dei cittadini, favorire occasioni di confronto, in modo tale che essa riesca ad avvicinarsi sempre più ai bisogni della comunità. La pace sociale si raggiunge mettendo da parte ogni egoismo e mettendo i cittadini al primo posto».
La marcia e la manifestazione non saranno monopolio degli adulti. Significativo il coinvolgimento di giovani e fanciulli. Stamattina, nell’ambito dell’iniziativa "Bambini anche noi per la pace", appuntamento con gli alunni della scuola dell’infanzia e primaria, che con una colomba di carta in mano, in corteo, raggiungeranno il municipio dove saranno accolti dalla sindaca Marta Cabriolu per i saluti finali. Ai giovani si parla anche col il linguaggio dei social, delle immagini e della multimedialità: per loro è stato promosso il concorso fotografico "Raccontateci la vostra Marcia della pace", aperto a tutti i gli under 20che attraverso un selfie di gruppo documenteranno la Marcia scegliendo posa, scenario, colori che descrivano al meglio il messaggio di pace e il tema dell’iniziativa.
Testimonial della manifestazione don Luigi Ciotti. «La Marcia per noi – dice Giampiero Farru, presidente dell’Associazione Sardegna Solidale – conclude il viaggio "Libera idee" nell’isola, finalizzato a conoscere, allargare la rete, rinnovare l’impegno civile contro le mafie e la corruzione».
(fonte: Avvenire, articolo di Mario Girau 28 dicembre 2018)
In 2000 a 32/a Marcia della pace
Don Ciotti contro fabbrica bombe, "lavoro è dignità"
Poco meno di 2000 persone, molti migranti, moltissime associazioni e tanti cittadini hanno sfilato per le strade di Villacidro per la 32/a Marcia della Pace promossa dalla Caritas diocesana di Ales-Terralba, dalla delegazione regionale Caritas Sardegna e da Sardegna Solidale. Il tema principale è quello della 52° Giornata Mondiale della Pace del prossimo 1 gennaio 2019: "La buona politica al servizio della Pace", mentre il sottotitolo scelto per la marcia a Villacidro "La buona politica per la Sardegna: solidarietà, lavoro, bene comune" è diventato l'argomento dei vari interventi che si sono susseguiti sul palco allestito in piazza Madonna del Rosario. Tra i partecipanti il fondatore di Libera, Don Luigi Ciotti.
Tra i tanti a parlare l'arcivescovo di Cagliari, monsignor Arrigo Miglio e il vescovo di Iglesias e delegato regionale della Caritas, Giovanni Paolo Zedda. "La pace è da ricercare e costruire continuamente - ha detto Zedda - giorno per giorno. La politica deve avere un ruolo importante: non può delegare la costruzione della pace". Proprio al mondo politico si è rivolto don Luigi Ciotti nel suo intervento. "Voi che vivete in questa terra meravigliosa, voi che sapete cosa vuol dire l'accoglienza e non vi siete mai tirati indietro, pensate anche a chi viene qui a cercare l'accoglienza. Quello che si sta facendo in Italia, quello che sta facendo la politica è contro la costituzione. Quello che è stato fatto sulla pelle dei nostri migranti non deve essere rifatto sulla pelle di chi oggi chiede a noi accoglienza".
Don Ciotti, che durante il suo lungo intervento si è soffermato a lungo sul concetto di speranza "che restituisce dignità ai popoli che vivono in stato di sopraffazione", si è schierato contro la fabbrica di bombe a Domusnovas. "Il lavoro non giustifica la creazione di strumenti di morte per persone dei paesi sottosviluppati - ha evidenziato -. Ci deve essere una via di mezzo, perché il lavoro è anche dignità, ma non deve essere sopraffatto da interessi che molte volte vengono curati dalle multinazionali".
(fonte: ANSA)
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