lunedì 26 novembre 2018

“Ho avuto due maestri, la strada e le persone che la strada mi ha fatto incontrare. Sulla strada ho cercato di saldare il cielo e la terra” Lectio doctoralis di don Luigi Ciotti per la Laurea ad honorem in psicologia assegnata dall'Università di Parma (cronaca, foto e video)


Laurea ad honorem in psicologia a don Luigi Ciotti:
“Sulla strada ho cercato di saldare il cielo e la terra”

La motivazione del prestigioso riconoscimento da parte dell'Università di Parma è per “l’impegno sociale nell’accogliere le varie forme di disagio e nel proporre interventi innovativi, l’alto senso etico, il richiamo alla responsabilità delle azioni individuali e collettive, l’adesione a una visione delle comunità educanti fondata su legalità e giustizia sociale”


È stata tutta incentrata sul “noi” la lectio doctoralis di don Luigi Ciotti, neo laureato ad honorem in Psicologia dell’intervento clinico e sociale dell’Università di Parma. Un “noi” comprensivo, ha detto il fondatore del gruppo Abele e dell’associazione Libera venerdì 27 novembre durante la cerimonia di conferimento, delle persone che lavorano con me e un “noi” che significa lavorare insieme per contrastare “un sistema potete e diffuso” e favorire la legalità partendo da “una rivoluzione culturale ed educativa. Occorre un impegno in cui ciascuno di noi può e deve dare un contributo, un impegno che parte dal basso ma prima ancora deve partire dal di dentro, dall’inquietudine e della ribellione delle coscienze, da un cambiamento non solo preteso ma testimoniato dalle scelte”. Ecco perché – ha spiegato – “la parola che più mi preoccupa oggi è neutralità”. E ha aggiunto: “Non si può essere cittadini a intermittenza , dobbiamo essere cittadini responsabili. La società forte è quella che accoglie, quella che respinge è una società debole che si crede forte”.

Non pochi i riferimenti diretti del sacerdote allo stato in cui versa la nostra democrazia “ammalata” e in particolare alla questione accoglienza:

“Non sono umanamente accettabili provvedimenti come quello sui migranti”,

ha scandito. Del resto la motivazione del prestigioso riconoscimento non lascia spazio all’interpretazione: “Per l’impegno sociale nell’accogliere le varie forme di disagio e nel proporre interventi innovativi, l’alto senso etico, il richiamo alla responsabilità delle azioni individuali e collettive, l’adesione a una visione delle comunità educanti fondata su legalità e giustizia sociale”. Valori che ha sottolineato anche il rettore Paolo Andrei: “L’impegno e la perseveranza di don Ciotti, possono essere di grande stimolo per la nostra comunità accademica. Potremmo raggiungere traguardi straordinari nei processi educativi e formativi, solo se sapremo orientare eticamente i nostri comportamenti, volendo tenacemente promuovere e difendere la dignità di ogni persona umana. La figura di don Ciotti possa essere per tutti noi esempio e monito per il nostro agire quotidiano anche all’interno dell’Università”.

Nel quotidiano di don Ciotti c’è la strada, “il luogo in cui gli individui si riconoscono come persone, depongono le maschere – ha spiegato il sacerdote -. La relazione è l’essenza della vita. È attraverso gli altri che ci realizziamo che diventiamo pienamente persone, gli altri sono i termometri della nostra umanità”.

La strada per don Luigi “è anche il luogo dove ho cercato di saldare il cielo e la terra, la fedeltà a Dio, con tutti i miei limiti e con l’impegno per la giustizia a cui richiama il Vangelo”.

La strada e le persone che ho incontrato sono stati “i miei maestri” ha detto don Ciotti nella lectio: “In particolare ‘padre’ Michele Pellegrino, professore universitario, che Paolo VI chiamerà a Torino ad essere arcivescovo. Papa Francesco un giorno mi ha chiesto da chi ero stato ordinato sacerdote e quando gli ho detto Pellegrino, si è illuminato e mi ha detto ‘lo sai che quando i miei nonni a Torino si sono trovati in gravi difficoltà economiche chi li ha aiutati? Un giovane prete di nome Michele Pellegrino’. Ricorderò sempre che l’11 novembre 1972 al termine dell’ordinazione il vescovo disse ai ragazzi che seguivo ‘Ve lo lascio, non temete. Ma avrà anche lui una parrocchia: la sua parrocchia sarà la strada’”.

Una strada da percorrere insieme, come una comunità che deve portare alla “promozione dei diritti umani, sociali e civili, tutela dell’ambiente e del creato, impegno per la dignità e la libertà delle persone. È da qui che dobbiamo ripartire per costruire speranza e giustizia, consapevoli che solo insieme un desiderio di cambiamento diventa forza di cambiamento. Non dobbiamo mai perdere la speranza, mai. La nostra speranza è dare speranza a chi l’ha perduta. È un imperativo etico”, ha concluso don Ciotti.
(fonte: Sir, articolo  di Matteo Billi 23/11/2018)


... Una cerimonia intensa e partecipata che ha costituito anche l’apertura ufficiale dell’anno accademico 2018-19. Aula Magna gremita: presenti numerose autorità, esponenti del mondo della cultura e dell’associazionismo, docenti, studenti e cittadini. Tutti insieme per prendere parte al tributo dell’Università di Parma al fondatore del Gruppo Abele e di Libera: alla vita e all’esempio del sacerdote che dell’impegno civile e sociale, dell’attenzione ai più deboli e della lotta alla criminalità ha fatto da sempre la propria bandiera.

«Siamo qui per rendere onore alla costante e infaticabile opera di don Ciotti nel proporre interventi innovativi nei modelli educativi, al suo continuo richiamo all’affermazione dei valori della legalità, della democrazia e della solidarietà, alla sua lotta coraggiosa e incessante per contrastare il fenomeno mafioso e le sue ignobili logiche criminali», ha detto il Rettore Paolo Andrei ...
«Questa Laurea ad honorem – ha aggiunto - celebra un uomo la cui vita è stata da sempre orientata all’attenzione e all’aiuto ai più deboli e agli emarginati, a cominciare dal sostegno verso gli adolescenti in contesti difficili e nelle carceri minorili, e poi verso i tossicodipendenti, le giovani vittime della tratta per la prostituzione, e verso tutte le forme di disagio sociale in cui troppo spesso cadono soggetti fragili, che non trovano supporto né nelle proprie famiglie, né in altri contesti sociali».

A Diego Saglia, Direttore del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali, è spettata la lettura della motivazione della Laurea ad honorem, conferita «per l’impegno sociale nell’accogliere le varie forme di disagio e nel proporre interventi innovativi, l’alto senso etico, il richiamo alla responsabilità delle azioni individuali e collettive, l’adesione a una visione delle comunità educanti fondata su legalità e giustizia sociale».

È stata invece Luisa Molinari, docente di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, a pronunciare la laudatio: «È dall’inizio degli anni Settanta, da quando, appena ordinato sacerdote, gli fu assegnata la strada come parrocchia, che don Luigi Ciotti fa sentire la sua voce esponendosi in prima persona al fianco di chi si trova in situazioni di povertà, di minoranza, di fragilità, di disagio. Oggi l’Università di Parma ne celebra l’impegno civile e sociale con la laurea honoris causa in Psicologia dell’intervento clinico e sociale, e lo fa nella sua aula più bella e più rappresentativa, consapevole però che i luoghi chiusi e i muri sono invisi a don Luigi», ha spiegato la prof.ssa Molinari, che si è poi soffermata su alcune delle “parole chiave” della vita e dell’agire di don Ciotti: dalla partecipazione («Don Luigi ha costruito attorno alla partecipazione il perno del suo impegno e delle sue scelte coraggiose e controcorrente») alla formazione, dalla responsabilità alla necessità di prendere posizione: «Di fronte ai bivi della vita, a quelli grandi e a quelli piccoli, che incontriamo ogni giorno, dobbiamo prendere posizione. Decidere da che parte stare. Questa è responsabilità, per don Luigi. Senza sconti per nessuno».

Tutti temi ribaditi dallo stesso don Ciotti nella sua lectio doctoralis, intitolata appunto Le persone, la strada, l’ambiente, la vita: l’intervento sociale come etica della responsabilità.

«Non merito tutto questo - ha esordito don Ciotti - perché oggi più che mai mi sento molto piccolo. Sento però la forza del noi: sento dentro di me la necessità di unire le forze degli onesti per diventare una forza etica, sociale, culturale, politica al servizio del bene comune». Nella sua lectio, sottolineata più volte da lunghi applausi, don Ciotti ha parlato tra l’altro di accoglienza, democrazia, etica della responsabilità, impegno, povertà, speranza, ambiente e conversione ecologica. Il punto fermo del suo agire continua però a essere la strada: «Ho avuto due maestri, la strada e le persone che la strada mi ha fatto incontrare. Guai se venisse meno nella mia vita la strada, i poveri, gli ultimi, quei volti, quell’intreccio di storie», ha continuato, ribadendo ancora il valore del noi: «Questa laurea non è assegnata a Luigi Ciotti ma ai tanti che mi hanno accompagnato, insegnato, spesso sostenuto. In 55 anni di impegno ho cercato di andare incontro ai bisogni delle persone, di non essere indifferente, di lasciarmi toccare dalle vite degli altri, a partire dagli ultimi e dagli indifesi». E in chiusura un monito: «La povertà è un crimine di civiltà, la speranza invece non è un reato».


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Guarda il video integrale della cerimonia

I momenti più significativi:
Discorso del Rettore Paolo Andrei 15:15
Lettura della motivazione della Laurea ad honorem dal prof. Diego Saglia 30:00
Laudatio pronunciata dalla prof.ssa Luisa Molinari 34:35 (testimonianza di Rosi Bindi 36:05 - mons. Matteo Zuppi 39:00 - Margherita Asta 41:57)
Vestizione del laureando, consegna di diploma di laurea e tocco 1:01:10
Lectio doctoralis di don Luigi Ciotti intitolata Le persone, la strada, l’ambiente, la vita: l’intervento sociale come etica della responsabilità. 1:04:40