martedì 2 ottobre 2018

Nonni, il trait d’union fra scuola, famiglia e società.

Una lettera sui nonni 
di Fernando Mazzeo 

Nonni, il trait d’union 
fra scuola, famiglia e società.


Nella nostra società convulsa, disordinata e molto più mobile, complessa, variegata e imprevedibile rispetto a quella degli anni sessanta/settanta, una delle figure più preziose e, per nulla scontata, è quella dei nonni che con la loro esperienza, tra cambiamenti e innovazioni epocali, continuano a rappresentare un efficace elemento di equilibrio nella vita della famiglia, della scuola e della società. 

Sono sempre più numerosi i nonni che, oggi, offrono una nobile e preziosa collaborazione, sono disposti a prendersi cura dei nipotini, a dare un aiuto concreto nell’educazione dei piccoli e costituiscono non soltanto un polo affettivo di primaria importanza, ma anche uno stimolo culturale, sociale e intellettuale che amplia gli orizzonti.

Si può dire che i nonni sono le figure ideali dove si incontrano come in un punto focale i raggi di tutto il bello e splendido che si possa dire sul mistero e sul miracolo della vita, della paternità e della maternità.

Questa percezione emotivo-affettiva, etico-sociale ed educativa dei nonni e delle nonne oltre ad assicurare una certa continuità dei legami intergenerazionali, offre un sostegno e, a volte, una necessaria e valida alternativa all’assenza dei genitori, fornisce cure e attenzioni e soddisfa tutta una serie di bisogni fisici e psicologici.

I nonni sono i migliori collaboratori e niente vi è di più bello che educare il cuore dei giovani a guardare nello specchio della vita dei nonni per diffondere la dolcezza e il profumo della terza età. Quale grande decadenza dello spirito per una società che non riesce a vedere nei nonni il più grande tesoro della nostra anima. Quale grande infelicità per chi non ha mai gustato le tenere carezze di un nonno, ascoltato le sue storie, giocato e gioito con lui. Ciò nonostante, a causa dell’insensibilità del cuore, molti nonni non sono amati e vivono la tragedia della solitudine e dell’abbandono.

In tutte le famiglie e in tutte le società si dovrebbe, pertanto, sentire il bisogno dei nonni tanto quanto il pane quotidiano, tanto quanto la luce del sole perché i nonni, con il loro disinteresse, sono come una corona fiammante di tutte le virtù umane e senza i nonni non ci può essere felicità nei nostri cuori e non possiamo elevarci alle altezze ideali della spontaneità e della bontà. Agli occhi dei nipoti essi sono l’incarnazione vivente della memoria storica, della genealogia familiare e, attraverso ricordi e foto custodite in vecchi album, suscitano la loro curiosità e il loro io ha libero accesso ad uno spazio psicologico significativo e rassicurante dove ognuno ha un precipuo valore e una giusta collocazione.

Quando i nonni raccontano i bambini si sentono parte di un’entità ampia e in movimento. Le vicende, i ricordi e le storie che riguardano gli antenati, consentono ai nipoti di avere dei modelli, di immaginarsi il passato e di collegarlo al presente.

Il piacere che si prova nell’ascoltare una vicenda umana dalla viva voce di chi l’ha vissuta in prima persona o come testimone diretto, non può in nessun modo essere sostituita dalla massa potenziale dei dati forniti da internet e da contatti virtuali. In questa prospettiva, è significativo il fatto che nella nostra tradizione popolare il nonno, dal tardo latino nonnus che anticamente significava balio (il marito della balia), appare come quell’essere buono che si prende cura dei bambini, riempie le loro tasche di tutte le cose buone, li guida e li accompagna con i buoni consigli. Il nonno è come quella ricca e fruttuosa vite che dà ombra e ristoro alla casa e i suoi nipoti sono come freschi e teneri germogli che hanno bisogno di cure e attenzioni particolari.

Chi ha l’opportunità di avere un forte legame affettivo con i propri nonni è come colui che raccoglie ricchi tesori e attinge quotidianamente alla fonte della saggezza. Ragion per cui, nella maggior parte dei casi, il nonno incarna la figura del “mentore”. Mentore è il consigliere di Ulisse che sostiene, incoraggia, consiglia e, soprattutto, è presente ogni volta che c’è bisogno di lui. Mentore non cerca di imporsi, ma è disponibile, è un saggio che non pretende né di vincere, né di dimostrare di avere ragione; è una persona forgiata dalla vita, in pace con se stessa che, nel corso degli anni, ha imparato a lasciare spazio anche agli altri, ad ascoltare e capire il loro punto di vista prima di fornire interpretazioni, intervenire o decidere.

Per questo nel profondo del cuore dei nonni è incisa una pazienza, una sapienza e un amore incommensurabili. Ma chi può misurare e valutare tutto ciò? Anche se dovessimo intingere la penna nell’oro liquido per scrivere la ricchezza, le doti, le capacità e le qualità dei nonni, tutto sarebbe ombra perché l’ amore dei nonni dilegua le nubi, emigra per tutti i sentieri, attraversa le città e apre nei cuori profondi torrenti di gioia.

I nonni non trasmettono soltanto nostalgia, informazioni e immagini del passato, ma anche valori, sogni e visioni del mondo. I voli di fantasia in compagnia dei nonni, il senso di libertà, la lettura delle favole e i giochi simbolici, sono una potente medicina che sottrae i piccoli alle tensioni quotidiane, li libera dalle illusioni, dagli imprevisti e dalle amare sorprese.
I nonni e le nonne dispensatori e dispensatrici di vita, di gioia e virtù. Ruolo magnifico!

Una figura è tanto più grande, quanto più rispecchia il soffio della paternità, della maternità e della famiglia. E i nonni e le nonne, con molta premura e amorevole cura, ricolmano i loro nipoti di molti tesori e, soprattutto, dei beni del sapere e dell’educazione. I nipoti che si nutrono di questa saggezza quando verrà il tempo si volteranno indietro, ricorderanno queste discrete, silenziose e solide figure che, con non poche difficoltà e sacrifici, hanno saputo imprimere nella loro anima principi e caratteri fermi.
Chi potrebbe dimenticare certi nonni e certe nonne!

La cosa più terribile che si possa, oggi, verificare, è un occhio che disprezza un nonno o una nonna.

(fonte: Orizzonte Scuola) 
Vedi anche il post precedente:
2 ottobre: Nonni, ovvero genitori due volte… - Comunicato Eurispes