lunedì 10 settembre 2018

ABITARE LE PAROLE / Natura. Dinamismo vitale e «compassione» per l’uomo di mons. Nunzio Galantino

ABITARE LE PAROLE 
Natura 
Dinamismo vitale 
e «compassione» per l’uomo

di mons. Nunzio Galantino,
segretario generale della 
Conferenza Episcopale Italiana




In italiano e in latino, il temine “Natura” deriva da nat-(us/a), participio passato di nasci (nascere) e urus/a, suffisso del participio futuro. “Natura” ha il suo corrispettivo nel greco “physis”, dalla radice “phyo” (“genero”, “cresco”). Letteralmente quindi “Natura” è quella che “sta per generare” o “forza che genera”. Con uno sguardo ammirato sulla natura Lucrezio, nel «De rerum natura» ne esalta il carattere dinamico; mentre Aristolele riconosce che «La natura non fa nulla di inutile». La ricchezza etimologica del termine e quella sorta di venerazione che da sempre circonda la “Natura” ci porta a vederla non solo come l’insieme di tutto ciò che esiste, di animato e di inanimato, regolato da leggi precise e ineludibili; ma a vederla anche come l’insieme delle forze, dei fenomeni e delle qualità del mondo visibile. Insomma, “Natura” è realtà in tutta la sua ricchezza e il suo dinamismo vitale. Sarebbe fortemente restrittivo però fermarsi qui. Dalla “Natura” infatti si escluderebbe tutta quella porzione del reale che, pur non potendosi fisicamente osservare e forse nemmeno ipotizzare, esiste; talvolta esiste addirittura come causa di tutto ciò che possiamo vedere, toccare, misurare e sperimentare. Questo concetto (non arbitrariamente) allargato fa della “Natura” più della somma dei singoli enti materiali, della loro azione reciproca e dei rapporti che li legano tra loro. Di essa fa parte una realtà profonda, invisibile e “luminosa”, come ritiene Heidegger, ricordando che il greco “physis” è imparentato con “phàos”, “luce”, quella che ogni realtà vivente porta con sé ed è chiamata a diffondere. Sono tutti approcci complementari alla “Natura”, che spingono la poetessa E. Dickinson ad affermare che «Natura è tutto ciò che noi vediamo: il colle, il pomeriggio, lo scoiattolo, l’eclissi, il calabrone. O meglio, la natura è il paradiso. Natura è tutto ciò che noi udiamo: il passero bobolink, il mare, il tuono, il grillo.

O meglio, la natura è armonia. Natura è tutto quello che sappiamo senza avere la capacità di dirlo, tanto impotente è la nostra sapienza a confronto della sua semplicità». Per questo Einstein afferma: « Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata». 
Sentiamo sempre più spesso invocare un ritorno alla “Natura”. Ma «Un ritorno alla natura – ammonisce Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’ (78) – non può essere a scapito della libertà e della responsabilità dell’essere umano, che è parte del mondo con il compito di coltivare le proprie capacità per proteggerlo e svilupparne le potenzialità». E più avanti: «Non può essere autentico un sentimento di intima unione con gli altri esseri della natura, se nello stesso tempo nel cuore non c’è tenerezza, compassione e preoccupazione per gli esseri umani. È evidente l’incoerenza di chi lotta contro il traffico di animali a rischio di estinzione, ma rimane del tutto indifferente davanti alla tratta di persone, si disinteressa dei poveri, o è determinato a distruggere un altro essere umano che non gli è gradito» (91).

(Pubblicato su Il Sole 24Ore)