domenica 12 agosto 2018

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 37/2017-2018 (B) di Santino Coppolino

"Un cuore che ascolta - lev shomea"
Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino



Vangelo: 
 Gv 6,41-51 




Così come Israele nel deserto mormorò contro Dio e contro Mosè, adesso i giudei mormorano contro Gesù, <<il pane della vita>> , domandandosi come possa, un uomo come loro, essere disceso dal cielo. Per l'uomo è "scandalo e follia" ( cfr. 1Cor 1,23) che Dio si riveli nella fragile umanità dell'uomo Gesù. <<Eppure, se Dio vuole comunicarsi alle sue creature, non può che farsi carne e sangue, come noi.>> (cit.). Adesso la carne, simbolo della fragilità dell'uomo, sostituisce il pane come metafora di Gesù e della Parola del Padre. Mangiare allora la carne di Gesù significa assumere la sua divinità nella debolezza e nella fragilità umana, una umanità che si consegna inerme nelle nostre mani in obbedienza al Padre. La rivelazione di un Dio siffatto scatena la mormorazione e il rifiuto dei capi religiosi (i giudei) e di quanti - noi compresi - attendono la manifestazione di un Dio che si palesi al mondo con la forza e la potenza, e che ponga fine alle ingiustizie con la violenza delle armi. Mangiare e assimilare la carne di Gesù significa perciò ripudiare la via della violenza scommettendo la propria vita sull'amore. Solo amando così come siamo amati, possiamo essere assimilati a lui che ci fa fratelli e ci introduce nella vita e nell'amore trinitario, perché finalmente  <<Dio sia tutto in tutti>> (1Cor 15,28)