domenica 29 aprile 2018

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 22/2017-2018 (B) di Santino Coppolino

"Un cuore che ascolta - lev shomea"
Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino


Vangelo: 
Gv 15,1-8 





<<Io-Sono!>> è la forma di rivelazione tanto cara all'evangelista Giovanni che richiama "HaShem" il Nome impronunciabile che Dio ha rivelato a Mosè sul Sinài, e che Gesù applica a se stesso manifestando apertamente la sua uguaglianza con Dio. La cosa diverrà per lui fonte di guai seri (8,58-59) e pretesto della sua condanna a morte (19,7). Nel Vangelo di oggi l'evangelista ci presenta una delle tante metafore a lui care, ricca di suggestioni e di richiami biblici: <<IO-SONO la Vite, quella Vera!>> La vite è la pianta che richiama " Eretz Yisrael", la Terra Promessa, e dalla quale si ricava il vino, il simbolo della gioia e dell'amore sponsale, che nei profeti (Os 10,1-3 ; Is 5,1-7 ; Ger 2,21 ; Ez 19,10-14) diviene figura di Israele il quale, alla fedeltà e alle attenzioni del Signore contrappone l'infedeltà dell'idolatria e la corta memoria.

Ora la Vite/Vigna è impersonata da Gesù, <<la Vite, quella Vera>> cioè quella fedele. Fedele al progetto d'amore del Padre sull'uomo, che non produce <<acini acerbi di vigna bastarda>>  (Is 5,2; Ger 2,21), ma <<vini eccellenti e raffinati>> ( Is 25,6)
Solo restando innestati in Lui, Vite Vera e Fedele, solo dimorando nel suo amore, nutrendoci della sua linfa vitale, riusciremo a portare frutti maturi, vino inebriante della gioia e pane spezzato per la vita dei fratelli. Se così non è, siamo solo degli inutili parassiti sfruttatori dell'amore del Padre, e la nostra sarà una vita da falliti, buoni soltanto per essere tagliati e gettati via come spazzatura nel fuoco della Geenna.