venerdì 23 marzo 2018

«Ogni volta che noi facciamo la comunione, assomigliamo di più a Gesù, ci trasformiamo di più in Gesù.» Papa Francesco Udienza Generale 21/03/2018 (foto, testo e video)


UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 21 marzo 2018

Udienza affollata non solo per le migliaia di fedeli che hanno accolto il Papa – arrivato puntuale alle 9.30 – nello spazio delimitato dal colonnato del Bernini, ma anche per gli ospiti a bordo. Francesco, infatti, appena cominciato il giro tra i vari settori della piazza, ha fatto salire sulla jeep bianca scoperta sei bambini, vestiti con il saio da Prima Comunione adornato da una fascia rossa: i piccoli ospiti, quattro bambine e due bambini, si sono così goduti lo spettacolo della prima udienza generale di primavera, protagonista il sole che oggi su Roma ha scacciato via nuvole e pioggia. L’udienza è cominciata con il sottofondo del suono di una banda musicale, vestita di rosso, che ha preso posto davanti al sagrato ed è proseguita con l’accompagnamento dei canti di un coro. Più volte, salutando i fedeli che come di consueto hanno affollato soprattutto la zona intorno alle transenne, il Papa ha fatto il gioco dello scambio dello zucchetto. Salutando e baciando come di consueto i bambini che i solerti uomini della sicurezza vaticana gli hanno porto, Francesco ha fatto ad un certo punto un gesto con le mani, amabilmente, come per invitare alla calma, a non accalcarsi troppo.











La Santa Messa - 14. Liturgia eucaristica. IV. La Comunione

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

E oggi è il primo giorno di primavera: buona primavera! Ma cosa succede in primavera? Fioriscono le piante, fioriscono gli alberi. Io vi farò qualche domanda. Un albero o una pianta ammalati, fioriscono bene, se sono malati?. No! Un albero, una pianta che non sono annaffiati dalla pioggia o artificialmente, possono fiorire bene? No. E un albero e una pianta che ha tolto le radici o che non ha radici, può fiorire? No. Ma, senza radici si può fiorire? No! E questo è un messaggio: la vita cristiana dev’essere una vita che deve fiorire nelle opere di carità, nel fare il bene. Ma se tu non hai delle radici, non potrai fiorire, e la radice chi è? Gesù! Se tu non sei con Gesù, lì, in radice, non fiorirai. Se tu non annaffi la tua vita con la preghiera e i sacramenti, voi avrete fiori cristiani? No! Perché la preghiera e i sacramenti annaffiano le radici e la nostra vita fiorisce. Vi auguro che questa primavera sia per voi una primavera fiorita, come sarà la Pasqua fiorita. Fiorita di buone opere, di virtù, di fare il bene agli altri. Ricordate questo, questo è un versetto molto bello della mia Patria: “Quello che l’albero ha di fiorito, viene da quello che ha di sotterrato”. Mai tagliare le radici con Gesù.

E continuiamo adesso con la catechesi sulla Santa Messa. La celebrazione della Messa, di cui stiamo percorrendo i vari momenti, è ordinata alla Comunione, cioè a unirci con Gesù. La comunione sacramentale: non la comunione spirituale, che tu puoi farla a casa tua dicendo: “Gesù, io vorrei riceverti spiritualmente”. No, la comunione sacramentale, con il corpo e il sangue di Cristo. Celebriamo l’Eucaristia per nutrirci di Cristo, che ci dona se stesso sia nella Parola sia nel Sacramento dell’altare, per conformarci a Lui. Lo dice il Signore stesso: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui» (Gv 6,56). Infatti, il gesto di Gesù che diede ai discepoli il suo Corpo e Sangue nell’ultima Cena, continua ancora oggi attraverso il ministero del sacerdote e del diacono, ministri ordinari della distribuzione ai fratelli del Pane della vita e del Calice della salvezza.

Nella Messa, dopo aver spezzato il Pane consacrato, cioè il corpo di Gesù, il sacerdote lo mostra ai fedeli, invitandoli a partecipare al convito eucaristico. Conosciamo le parole che risuonano dal santo altare: «Beati gli invitati alla Cena del Signore: ecco l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo». Ispirato a un passo dell’Apocalisse – «beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello» (Ap19,9): dice “nozze” perché Gesù è lo sposo della Chiesa – questo invito ci chiama a sperimentare l’intima unione con Cristo, fonte di gioia e di santità. E’ un invito che rallegra e insieme spinge a un esame di coscienza illuminato dalla fede. Se da una parte, infatti, vediamo la distanza che ci separa dalla santità di Cristo, dall’altra crediamo che il suo Sangue viene «sparso per la remissione dei peccati». Tutti noi siamo stati perdonati nel battesimo, e tutti noi siamo perdonati o saremo perdonati ogni volta che ci accostiamo al sacramento della penitenza. E non dimenticate: Gesù perdona sempre. Gesù non si stanca di perdonare. Siamo noi a stancarci di chiedere perdono. Proprio pensando al valore salvifico di questo Sangue, sant’Ambrogio esclama: «Io che pecco sempre, devo sempre disporre della medicina». In questa fede, anche noi volgiamo lo sguardo all’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo e lo invochiamo: «O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato». Questo lo diciamo in ogni Messa.

Se siamo noi a muoverci in processione per fare la Comunione, noi andiamo verso l’altare in processione a fare la comunione, in realtà è Cristo che ci viene incontro per assimilarci a sé. C’è un incontro con Gesù! Nutrirsi dell’Eucaristia significa lasciarsi mutare in quanto riceviamo. Ci aiuta sant’Agostino a comprenderlo, quando racconta della luce ricevuta nel sentirsi dire da Cristo: «Io sono il cibo dei grandi. Cresci, e mi mangerai. E non sarai tu a trasformarmi in te, come il cibo della tua carne; ma tu verrai trasformato in me». Ogni volta che noi facciamo la comunione, assomigliamo di più a Gesù, ci trasformiamo di più in Gesù. Come il pane e il vino sono convertiti nel Corpo e Sangue del Signore, così quanti li ricevono con fede sono trasformati in Eucaristia vivente. Al sacerdote che, distribuendo l’Eucaristia, ti dice: «Il Corpo di Cristo», tu rispondi: «Amen», ossia riconosci la grazia e l’impegno che comporta diventare Corpo di Cristo. Perché quando tu ricevi l’Eucaristia diventi corpo di Cristo. E’ bello, questo; è molto bello. Mentre ci unisce a Cristo, strappandoci dai nostri egoismi, la Comunione ci apre ed unisce a tutti coloro che sono una sola cosa in Lui. Ecco il prodigio della Comunione: diventiamo ciò che riceviamo!

La Chiesa desidera vivamente che anche i fedeli ricevano il Corpo del Signore con ostie consacrate nella stessa Messa; e il segno del banchetto eucaristico si esprime con maggior pienezza se la santa Comunione viene fatta sotto le due specie, pur sapendo che la dottrina cattolica insegna che sotto una sola specie si riceve il Cristo tutto intero. Secondo la prassi ecclesiale, il fedele si accosta normalmente all’Eucaristia in forma processionale, come abbiamo detto, e si comunica in piedi con devozione, oppure in ginocchio, come stabilito dalla Conferenza Episcopale, ricevendo il sacramento in bocca o, dove è permesso, sulla mano, come preferisce. Dopo la Comunione, a custodire in cuore il dono ricevuto ci aiuta il silenzio, la preghiera silenziosa. Allungare un po’ quel momento di silenzio, parlando con Gesù nel cuore ci aiuta tanto, come pure cantare un salmo o un inno di lode che ci aiuti a essere con il Signore.

La Liturgia eucaristica è conclusa dall’orazione dopo la Comunione. In essa, a nome di tutti, il sacerdote si rivolge a Dio per ringraziarlo di averci resi suoi commensali e chiedere che quanto ricevuto trasformi la nostra vita. L’Eucaristia ci fa forti per dare frutti di buone opere per vivere come cristiani. E’ significativa l’orazione di oggi, in cui chiediamo al Signore che «la partecipazione al suo sacramento sia per noi medicina di salvezza, ci guarisca dal male e ci confermi nella sua amicizia». Accostiamoci all’Eucaristia: ricevere Gesù che ci trasforma in Lui, ci fa più forti. E’ tanto buono e tanto grande il Signore!

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Saluti:
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In occasione del prossimo incontro mondiale delle famiglie, ho intenzione di recarmi a Dublino, il 25 e 26 agosto di quest’anno. Ringrazio fin d’ora le autorità civili, i Vescovi, il Vescovo di Dublino, e tutti coloro che collaborano per preparare questo viaggio. Grazie!

Porgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana.

Sono lieto di accogliere i Fratelli dell’Istruzione Cristiana di Ploermel, in occasione del loro Capitolo generale; le Religiose che frequentano il Corso di Formazione dell’USMI; gli aderenti al Movimento dei Focolari e i gruppi parrocchiali, specialmente quelli di Viterbo e di Sant’Andrea del Pizzone. Il pellegrinaggio alla Sede di Pietro vi aiuti a coltivare quella sapienza che solo Dio può donare.

Saluto i partecipanti al Convegno per i Familiari dei “Caduti in teatro operativo nelle Missioni di supporto alla Pace” – questi sono eroi: eroi della Patria ed eroi dell’umanità! Grazie –, accompagnati dell’Ordinario Militare per l’Italia, Mons. Santo Marcianò; la Federazione nazionale dei Consorzi di Bacino Imbrifero Montano; la Federazione nazionale Cooper e i gruppi di studenti, specialmente quelli di Roma, di Solofra e di Prato. Auguro di svolgere un gioioso e generoso servizio al bene comune.

Un pensiero speciale porgo ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli. Stiamo concludendo il tempo di grazia della Quaresima. Non stancatevi di chiedere nella Confessione il perdono di Dio e nelle vostre sofferenze unitevi ancora di più a quelle della croce di Cristo, gareggiando nel perdono e nell’aiuto reciproco. 

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