venerdì 2 marzo 2018

«Ci chiede poco, il Signore, e ci dà tanto» Papa Francesco Udienza Generale 28/02/2018 (foto, testo e video)

PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Mercoledì, 28 febbraio 2018

L’udienza generale di oggi è cominciata a braccio, con le parole con cui il Papa ha spiegato il “fuori programma” della catechesi in due luoghi diversi per poter ospitare i 12mila fedeli al riparo dal freddo, in una Roma alle prese con temperature insolite per la fine di febbraio a causa dell’influsso meteorologico dalla Siberia.
“Questa udienza si farà in due posti diversi”, ha spiegato Francesco ai fedeli : “Noi qui nell’Aula Paolo VI e un altro gruppo in basilica, perché eravate tanti e non si poteva fare in piazza perché sembra che faccia un po’ di freddo. È meglio farla qui dentro!”. “E il gruppo che è in basilica segue dal maxischermo quello che facciamo qui: salutiamo il gruppo che è in basilica con un applauso!”, l’invito del Papa.














La Santa Messa - 11. Liturgia eucaristica: I. Presentazione dei doni

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Continuiamo con la catechesi sulla Santa Messa. Alla Liturgia della Parola – su cui mi sono soffermato nelle scorse catechesi – segue l’altra parte costitutiva della Messa, che è la Liturgia eucaristica. In essa, attraverso i santi segni, la Chiesa rende continuamente presente il Sacrificio della nuova alleanza sigillata da Gesù sull’altare della Croce. È stato il primo altare cristiano, quello della Croce, e quando noi ci avviciniamo all’altare per celebrare la Messa, la nostra memoria va all’altare della Croce, dove è stato fatto il primo sacrificio. Il sacerdote, che nella Messa rappresenta Cristo, compie ciò che il Signore stesso fece e affidò ai discepoli nell’Ultima Cena: prese il pane e il calice, rese grazie, li diede ai discepoli, dicendo: «Prendete, mangiate … bevete: questo è il mio corpo … questo è il calice del mio sangue. Fate questo in memoria di me».

Obbediente al comando di Gesù, la Chiesa ha disposto la Liturgia eucaristica in momenti che corrispondono alle parole e ai gesti compiuti da Lui la vigilia della sua Passione. Così, nella preparazione dei doni sono portati all’altare il pane e il vino, cioè gli elementi che Cristo prese nelle sue mani. Nella Preghiera eucaristica rendiamo grazie a Dio per l’opera della redenzione e le offerte diventano il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo. Seguono la frazione del Pane e la Comunione, mediante la quale riviviamo l’esperienza degli Apostoli che ricevettero i doni eucaristici dalle mani di Cristo stesso.

Al primo gesto di Gesù: «prese il pane e il calice del vino», corrisponde quindi la preparazione dei doni. È la prima parte della Liturgia eucaristica. E’ bene che siano i fedeli a presentare al sacerdote il pane e il vino, perché essi significano l’offerta spirituale della Chiesa lì raccolta per l’Eucaristia. È bello che siano proprio i fedeli a portare all’altare il pane e il vino. Sebbene oggi «i fedeli non portino più, come un tempo, il loro proprio pane e vino destinati alla Liturgia, tuttavia il rito della presentazione di questi doni conserva il suo valore e significato spirituale». E al riguardo è significativo che, nell’ordinare un nuovo presbitero, il Vescovo, quando gli consegna il pane e il vino, dice: «Ricevi le offerte del popolo santo per il sacrificio eucaristico» (Pontificale Romano - Ordinazione dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi). Il popolo di Dio che porta l’offerta, il pane e il vino, la grande offerta per la Messa! Dunque, nei segni del pane e del vino il popolo fedele pone la propria offerta nelle mani del sacerdote, il quale la depone sull’altare o mensa del Signore, «che è il centro di tutta la Liturgia eucaristica». Cioè, il centro della Messa è l’altare, e l’altare è Cristo; sempre bisogna guardare l’altare che è il centro della Messa. Nel «frutto della terra e del lavoro dell’uomo», viene pertanto offerto l’impegno dei fedeli a fare di se stessi, obbedienti alla divina Parola, un «sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente», «per il bene di tutta la sua santa Chiesa». Così «la vita dei fedeli, la loro sofferenza, la loro preghiera, il loro lavoro, sono uniti a quelli di Cristo e alla sua offerta totale, e in questo modo acquistano un valore nuovo» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1368).

Certo, è poca cosa la nostra offerta, ma Cristo ha bisogno di questo poco. Ci chiede poco, il Signore, e ci dà tanto. Ci chiede poco. Ci chiede, nella vita ordinaria, buona volontà; ci chiede cuore aperto; ci chiede voglia di essere migliori per accogliere Lui che offre se stesso a noi nell’Eucaristia; ci chiede queste offerte simboliche che poi diventeranno il Suo corpo e il Suo sangue. Un’immagine di questo movimento oblativo di preghiera è rappresentata dall’incenso che, consumato nel fuoco, libera un fumo profumato che sale verso l’alto: incensare le offerte, come si fa nei giorni di festa, incensare la croce, l’altare, il sacerdote e il popolo sacerdotale manifesta visibilmente il vincolo offertoriale che unisce tutte queste realtà al sacrificio di Cristo. E non dimenticare: c’è l’altare che è Cristo, ma sempre in riferimento al primo altare che è la Croce, e sull’altare che è Cristo portiamo il poco dei nostri doni, il pane e il vino che poi diventeranno il tanto: Gesù stesso che si dà a noi.

E tutto questo è quanto esprime anche l’orazione sulle offerte. In essa il sacerdote chiede a Dio di accettare i doni che la Chiesa gli offre, invocando il frutto del mirabile scambio tra la nostra povertà e la sua ricchezza. Nel pane e nel vino gli presentiamo l’offerta della nostra vita, affinché sia trasformata dallo Spirito Santo nel sacrificio di Cristo e diventi con Lui una sola offerta spirituale gradita al Padre. Mentre si conclude così la preparazione dei doni, ci si dispone alla Preghiera eucaristica.

La spiritualità del dono di sé, che questo momento della Messa ci insegna, possa illuminare le nostre giornate, le relazioni con gli altri, le cose che facciamo, le sofferenze che incontriamo, aiutandoci a costruire la città terrena alla luce del Vangelo.

Saluti:
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Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana.

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Saluto infine i giovani, gli anziani, gli ammalati e gli sposi novelli. La Quaresima è un tempo favorevole per intensificare la vita spirituale: la pratica del digiuno vi sia di aiuto, cari giovani, per acquisire maggiore padronanza su voi stessi; il pensiero sul futuro aiuti voi, cari anziani, a dare la speranza ai giovani: parlate con loro; la preghiera sia per voi, cari ammalati, il mezzo per affidare a Dio le vostre sofferenze e sentirlo sempre vicino; le opere di misericordia, infine, aiutino voi, cari sposi novelli, a vivere la vostra vita coniugale sempre orientata alle necessità dei fratelli.

Guarda il video della catechesi


Guarda il video dell'udienza nell'aula Paolo VI

Papa Francesco al termine ha raggiunto i fedeli che non hanno trovato posto in Aula Paolo VI e hanno seguito l’udienza generale nella basilica di San Pietro, grazie ai maxi-schermi. L’attesa per poter vedere Francesco, che ha percorso in lungo e in largo a piedi tutti i settori della basilica, stringendo mani, baciando bambini e sottoponendosi di buon grado all’immancabile rito dei selfie e delle foto, è durata oltre un’ora e mezza.








Saluto ai fedeli presenti nella Basilica di San Pietro

Grazie! Grazie tante per la pazienza di aspettare fino adesso. Il Signore vi benedica, benedica la vostra pazienza. Ma credo che era meglio essere qui che al freddo, no? Davvero? Sì? Va bene. Adesso vi darò la benedizione, ma prima preghiamo la Madonna.

[Ave o Maria…]

[Benedizione]

Guarda il video del saluto nella Basilica di San Pietro