giovedì 1 marzo 2018

Appelli, cosiderazioni e domande agli aspiranti deputati/senatori in vista del voto del 4 marzo


LA POLITICA SI SVEGLI, ECCO LE 10 EMERGENZE SU CUI CHIEDIAMO RISPOSTE

Dalla famiglia al lavoro, dall’ambiente all’integrazione, dalla salute alla scuola, il manifesto di "Famiglia Cristiana" rivolto ai rappresentanti del nuovo Parlamento e al Governo che usciranno dalle elezioni del prossimo 4 marzo


LA VERA POLITICA 
«Occorre rilanciare i diritti della buona politica, la sua indipendenza, la sua idoneità specifica a servire il bene pubblico, ad agire in modo da diminuire le disuguaglianze, a promuovere con misure concrete il bene delle famiglie, a fornire una solida cornice di diritti-doveri e a renderli effettivi per tutti». Così papa Francesco a Cesena, lo scorso ottobre 2017 in uno dei discorsi più rappresentativi del suo magistero. La dottrina sociale della Chiesa, insieme con i valori portati avanti fin dalla nascita di Famiglia Cristiana (a cominciare da famiglia, etica pubblica e privata e solidarietà), sono la guida del nostro Manifesto indirizzato alla nuova classe politica che siederà tra gli scranni del Parlamento dopo le elezioni del prossimo 4 marzo. Una classe politica, occorre dirlo, che speriamo sia più vicina ai cittadini e più sensibile alle vere urgenze del Paese rispetto alla precedente.

DIECI EMERGENZE DA RISOLVERE SUBITO

1. FAMIGLIA
Fare un figlio deve tornare a essere una gioia e non un atto di coraggio. Serve un fisco favorevole alle famiglie e politiche atte a incentivare la natalità e ad aiutare a conciliare lavoro e famiglia.

2. INTEGRAZIONE
La mancata legge sullo “ius culturae” è una sconfitta per il processo di integrazione. Il nuovo Parlamento potrebbe ricominciare da qui. Più politiche contro la ghettizzazione.

3. PACE
L’Italia dovrebbe ratificare il Trattato che mette al bando le armi atomiche. Maggiori fondi per migliorare il servizio civile per uomini e donne. Riduzione delle spese militari a vantaggio della cooperazione allo sviluppo

4. SALUTE
Occorre mantenere il Servizio sanitario nazionale, migliorandolo soprattutto al Sud. Bisogna garantire l’effettivo accesso alle cure a tutti, anche a chi non dispone di un reddito. Maggiore armonia tra pubblico e privato.

5. SCUOLA 
Valorizzazione degli insegnanti, edilizia scolastica, programmi, maggiori investimenti anche nella ricerca scientifica sono punti imprescindibili. Più fondi alle scuole paritarie se vogliamo che non muoiano.

6. LEGALITÀ
Intensificare la lotta alle mafie, che ormai vede i suoi gangli pervadere tutto il Nord e la lotta alla corruzione. Maggiore vigilanza sugli atti della pubblica amministrazione. L’educazione alla legalità deve partire dalla scuola

7. GIOVANI 
Dalle baby gang alla ripresa delle tossicodipendenze, dall’alcolismo al gioco d’azzardo: sono tanti i disagi su cui urge intervenire. Senza contare la crescente dispersione scolastica e la disoccupazione giovanile in Italia, oggi al 32,2%.

8. LAVORO
Resta la principale emergenza del Paese. «Non c’è pace laddove manca lavoro o la prospettiva di un salario», ha ribadito Francesco più volte. Poiché «l’obiettivo non è il reddito per tutti, ma il lavoro per tutti».

9. AMBIENTE 
Le nostre città sono tra le più inquinate al mondo, invase da gas tossici e dai rifiuti, mentre le nostre coste sono soffocate dal cemento. E che dire dei dissesti idrogeologici e del rischio frane che minacciano più regioni?

10. ANZIANI
Gli anziani specie nelle grandi città sono spesso prigionieri della loro solitudine. Occorre potenziare l’assistenza domiciliare e tutte le politiche di sostegno alla terza età e alle famiglie che se fanno carico.



RETE DISARMO CHIEDE AI CANDIDATI


Diminuzione spese militari, missioni all’estero dei militari, controllo droni armati, Dipartimento della difesa civile non armata e nonviolenta. Sono alcune delle questioni poste dalla Rete italiana disarmo agli aspiranti deputati/senatori in vista del voto del 4 marzo. Saranno rese pubbliche le risposte.



Controllo dell’export militare italiano, giunto ai massimi degli ultimi decenni e sempre più diretto in aree problematiche o di conflitto.

Il candidato/a è disponibile a promuovere un blocco delle vendite di armi italiane alle parti coinvolte nel sanguinoso conflitto in Yemen, come richiesto da diverse risoluzioni del Parlamento europeo e come deciso recentemente anche nell’accodo di “Grosse Koalition” in Germania? Questa decisione sanerebbe la palese violazione della legge 185/90 (che impedisce l’export militare verso paesi in conflitto armato) e fermerebbe la complicità italiana in una delle più devastanti guerre in corso, che ha prodotto una crisi umanitaria tra le più gravi degli ultimi decenni. In generale sul tema dell’export di armamenti sarebbe necessario un miglioramento in termini di trasparenza e responsabilità nelle autorizzazioni governative. 

Riduzione della spesa militare, sempre in aumento negli ultimi anni e sempre più destinata all’acquisto di nuovi armamenti (con fondi extra bilancio della difesa).

Il candidato/a è disponibile a promuovere atti normativi e di indirizzo che puntino a diminuire del 10% la spesa militare italiana destinando i fondi così recuperati al welfare, alla scuola, alla sanità, alla cooperazione internazionale (come richiesto in particolare dalla Global Campaign on Military Spending)? Una tale riconversione della spesa pubblica garantirebbe il sostegno a politiche pubbliche più utili e convenienti per i cittadini, oltre che un sostegno fattivo al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dalle Nazioni Unite. 

Ridefinizione di obiettivi e strumenti delle missioni su suolo estero del nostro paese.

Il candidato/a è disponibile a promuovere atti normativi e di indirizzo che ridefiniscano scopi, strumenti, approcci delle missioni militari (e non solo) all’estero cui l’Italia partecipa, aprendo un dibattito pubblico e trasparente sulla questione? Le nostre truppe sono in Iraq da 15 anni (costo totale 3 miliardi di euro) e in Afghanistan da 16 anni (costo 8 miliardi €) e il costo annuale delle missioni è di 1,3 miliardi. In particolare il candidato concorda nel voler ridiscutere la missione militare in Niger, del tutto problematica per la sua dubbia accoglienza in quel paese e per la sua discutibilissima funzione? Questi fondi si sarebbero potuti utilizzare più efficacemente per risolvere i problemi di tali aree geopolitiche investendo in cooperazione e sviluppo economico, ma soprattutto potenziando le missioni civili per il rafforzamento di istituzioni democratiche e inviando Corpi Civili di Pace a sostegno della società civile locale, per percorsi di pace e riconciliazione.

Partecipazione dell’Italia a processi concreti di disarmo nucleare globale.

Il candidato/a è disponibile a promuovere atti normativi e di indirizzo che spingano il prossimo governo a ratificare il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari, approvato il 7 luglio 2017 dalle Nazioni Unite e già ratificato da alcuni paesi tra cui lo Stato della Città del Vaticano? Con l’adesione al Trattato, che entrerà in vigore dopo la ratifica da parte di 50 stati, si contribuirà a promuovere il dialogo e la diplomazia, rafforzando un sistema di relazioni internazionali fondato sulla multilateralità, sul disarmo, sulla sicurezza umana. Per far questo, l'Italia dovrà prima negoziare con gli stati parte del Trattato stesso la rimozione delle armi nucleari oggi dislocate in Italia, stringendo un accordo con scadenze precise e vincolanti.

Azioni di definanziamento della produzione di ordigni problematici ed inumani come le mine anti-persona e le cluster bombs.

Il candidato/a è disponibile a sostenere l’immediata approvazione (con le opportune correzioni dopo il re-invio alle Camere del precedente testo con vizi di costituzionalità da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella) del ddl "Divieto di finanziamento delle imprese che svolgono attività di produzione, commercio, trasporto e deposito di mine-antipersona ovvero di munizioni o sub-munizioni a grappolo”? Si tratta della legge più avanzata in materia, nata dalla volontà di migliorare quella che a livello internazionale veniva già riconosciuta come una buona pratica, ossia la legge italiana di ratifica della Convenzione sulle Munizioni Cluster (legge 95/2011 art 7) in cui l’assistenza finanziaria ai produttori di bombe cluster viene indicata come reato penale.

Messa al bando preventiva di armi completamente autonome.

Il candidato/a è disponibile a promuovere atti normativi e di indirizzo che spingano il prossimo governo a farsi promotore a livello internazionale di norme che mettano al bando preventivamente sistemi d’arma completamente autonomi che non richiedono l’intervento umano (i cosiddetti “Killer robots”?)

Difesa civile non armata e nonviolenta.

Il candidato/a è disponibile a sostenere l’iter istituzionale della proposta di legge (precedentemente di iniziativa popolare, al momento di iniziativa parlamentare e già incardinata nelle competenti Commissioni della camera dei deputati) per l’istituzione di un Dipartimento della difesa civile non armata e nonviolenta? Si tratterebbe di una inedita innovazione istituzionale che finalmente darebbe valore all'opzione della difesa civile della Patria (a cui la Corte costituzionale ha attribuito pari dignità rispetto alla difesa militare e a cui la legge istitutiva del Servizio civile universale chiama il governo a dare attuazione) realizzando l’obiettivo di 100.000 giovani all’anno in Servizio civile universale volontario, costituendo un Istituto di ricerca su pace e disarmo e consolidando la sperimentazione in corso di Corpi civili di pace.

Azioni di controllo sull’utilizzo dei droni armati.

Il candidato/a è disponibile a promuovere atti normativi e di indirizzo che vadano a definire regole di ingaggio e catena di comando relativamente all’utilizzo di droni armati, promuovendo nel contempo un divieto assoluto di cosiddette “uccisioni extra-giudiziali” in aree di conflitto e non? L’Italia sarà il terzo paese occidentale della Nato (dopo Usa e Regno Unito) a dotarsi di droni armati (la conclusione delle procedure di armamento è prevista in queste settimane) ma non dispone ancora di norme chiare e trasparenti sull’utilizzo di questi mezzi, sempre più importanti nei conflitti contemporanei e di cui il nostro paese costituisce un “hub” internazionale nevralgico con la base di Sigonella.

(fonte: NIGRIZIA)

“La Scienza al voto”, un appello per le elezioni

Diciannove tra i maggiori scienziati italiani che si occupano di cambiamenti climatici e ambiente, avvertono politici e opinione pubblica sulle criticità ambientali


Lavoro, immigrazione, sicurezza e tasse sono le giuste priorità degli elettori – ma solo tenendo conto del contesto ambientale sempre più critico sapremo affrontarle al meglio, avvertono i nostri scienziati, in una lettera aperta alle forze politiche. 

Diciannove tra i maggiori scienziati italiani che si occupano di cambiamenti climatici e ambiente, raccolti nel Comitato scientifico “La Scienza al Voto”, avvertono infatti politici e opinione pubblica delle criticità ambientali, che hanno e avranno sempre più ripercussioni sulle nostre attività produttive (e non si è ancora colto il pericolo che corre la nostra agricoltura), sul nostro territorio e sulla nostra stessa salute. 

“Ma non si tratta”, spiega Antonello Pasini, climatologo CNR e coordinatore del Comitato, “di aggiungere un tema alla campagna elettorale, bensì di capire che solo tenendo conto del contesto ambientale si possono individuare le migliori soluzioni per risolvere i problemi che affliggono il paese. Noi infatti abbiamo elaborato proposte di intervento scientificamente fondate e le abbiamo declinate nelle priorità dei cittadini: come ottenere più lavoro, come gestire l’immigrazione, come garantire la sicurezza, come controllare la pressione fiscale. Le offriamo al dibattito pubblico, e si possono trovare sul nostro sito, lascienzaalvoto.it, dove valuteremo anche i programmi dei partiti”. 

E la lettera aperta, che si può leggere qui di seguito, invita i partiti ad entrare nel dibattito e in particolare a partecipare ad un incontro pubblico con il Comitato, fissato indicativamente per domenica 18 febbraio, alle 17, alla Città dell’Altra Economia di Roma. 

“Confidiamo nella mobilitazione dell’opinione pubblica”, aggiunge Pasini, “che può intervenire firmando, sempre sul nostro sito lascienzaalvoto.it, un appello rivolto alla classe politica; e nell’appoggio dei media, affinché diano adeguata copertura ad un dibattito e ad un incontro così importanti”. 

LETTERA APERTA ALLE FORZE POLITICHE 

Sono imminenti le elezioni politiche, che decidono del futuro del nostro Paese. In questo contesto si dibatte – giustamente – di lavoro, sicurezza, immigrazione, salute, tasse, sviluppo economico, cioè dei temi che preoccupano maggiormente gli italiani. 

Perché allora una lettera aperta alle forze politiche da parte di 19 scienziati italiani che si occupano di cambiamenti climatici e ambiente? Proprio per parlare di questi temi, in verità. Perché l’ambiente non è un argomento in più da introdurre nella campagna elettorale, bensì il quadro all’interno del quale, già oggi e ancor più in futuro, è inscritto il progresso del nostro Paese: il contesto insomma di cui è necessario tenere conto per poter risolvere, in modo efficace e scientificamente fondato, i problemi che ci interessano. 

I mutamenti climatico-ambientali globali, infatti, sono particolarmente evidenti alla scala della nostra Italia. Già ora ne sono colpite: le nostre attività produttive (prima fra tutte l’agricoltura, che deve affrontare il moltiplicarsi di eventi climatici estremi, con l’alternarsi di siccità e inondazioni, nel quadro di una complessiva riduzione delle risorse idriche, in grado di compromettere i raccolti, almeno al meridione); i nostri fragili territori (l’intensificarsi delle alluvioni si inserisce in un contesto idrogeologico molto critico, l’erosione e l’innalzamento del mare colpiscono le coste); la nostra salute (l’aggravarsi delle ondate di calore e l’incremento dell’inquinamento atmosferico di origine fotochimica aumentano le patologie e la nostra stessa mortalità). 

E’ ormai chiaro come i prossimi 5 anni saranno decisivi, in Italia e nel mondo, per cercare di cambiare direzione e mitigare il riscaldamento globale attraverso l’uscita dai combustibili fossili. Abbiamo identificato molte possibili soluzioni scientificamente fondate e rilevato come esse incidano, come dicevamo, sui temi prioritari di questa campagna elettorale. 

Prendiamo il lavoro. Lo sviluppo di un sistema energetico più efficiente e basato sulle energie rinnovabili è un modo concreto per creare nuovi posti di lavoro, e – en passant – contribuire a evitarci i danni climatici peggiori. Investire in ricerca e sviluppo, e in un settore agricolo che deve adattarsi ai mutamenti in atto attraverso tecniche innovative e nuove professionalità, sarebbe un fattore di competitività per il nostro Paese. Instaurare cicli produttivi circolari, che riutilizzino le materie prime, in un contesto di crescente scarsità di una serie di risorse, darebbe vita a produzioni manifatturiere ad alta innovazione e in larga misura finalmente non delocalizzabili. Un piano nazionale di tutela del territorio e di gestione delle risorse idriche, oltre a creare occupazione, sarebbe importante anche per la sicurezza dei cittadini. E un piano nazionale di lotta all’inquinamento atmosferico nelle aree urbane, oltre a favorire imprenditoria innovativa, ridurrebbe i problemi di salute e allo stesso tempo la spesa sanitaria, che oggi sta esplodendo sempre più. 

Venendo all’immigrazione, progetti di cooperazione per l’esportazione di tecnologie rinnovabili e l’adattamento nella zona del Sahel (da cui arriva il 90% circa dei migranti nel nostro Paese) aiuterebbero ad attenuare i fenomeni migratori, in quanto il recupero di terreni degradati o desertificati a foresta e ad agricoltura offrirebbe alle popolazioni locali le risorse per restare. 

Questi sono alcuni esempi tratti dalla nostra analisi e che offriamo al dibattito pubblico. Così, ci rivolgiamo a chi si sta preparando a governare il Paese perché contribuisca al dibattito ed offra agli elettori la possibilità di una scelta ponderata. In particolare, chiediamo a tutte le forze politiche di intervenire, al massimo livello possibile, ad un incontro pubblico con i membri del nostro Comitato scientifico nelle settimane precedenti al voto. 

Abbiamo chiamato la nostra iniziativa “La Scienza al voto”, e sul nostro sito www.lascienzaalvoto.it i candidati e gli elettori troveranno l’analisi di dettaglio che è alla base di questa lettera aperta, e potranno capire come i programmi delle forze politiche affrontino questi temi, e giudicare quanto le direzioni intraprese siano scientificamente adeguate. 

In questo momento così cruciale, speriamo che i media, come quello che gentilmente ci ospita, vogliano seguire ed alimentare un dibattito cosi’ importante. 


Il Comitato scientifico di “La Scienza al voto”: 

Antonello Pasini, fisico e climatologo, CNR (Coordinatore) 
Carlo Barbante, chimico dell’ambiente, Università di Venezia e CNR 
Leonardo Becchetti, economista, Università di Tor Vergata, Roma 
Alessandra Bonoli, ingegnere della transizione, Università di Bologna 
Carlo Cacciamani, fisico, Protezione Civile 
Stefano Caserini, ingegnere ambientale, Politecnico di Milano 
Claudio Cassardo, fisico, Università di Torino 
Sergio Castellari, fisico e meteorologo, INGV 
Andrea Filpa, urbanista, Università di Roma Tre 
Francesco Forastiere, epidemiologo, CNR 
Fausto Guzzetti, geologo, CNR 
Vittorio Marletto, fisico e meteorologo, ARPA Emilia-Romagna 
Cinzia Perrino, biologa ed esperta di qualità dell’aria, CNR 
Nicola Pirrone, ingegnere ed esperto di cambiamenti globali e inquinamento atmosferico, CNR 
Mario Motta, ingegnere dell’energia, Politecnico di Milano 
Gianluca Ruggieri, ingegnere ambientale, Università dell’Insubria 
Federico Spanna, agrometeorologo, Regione Piemonte e AIAM 
Stefano Tibaldi, fisico e meteorologo, CMCC 
Francesca Ventura, fisico a agrometeorologo, Università di Bologna e AIAM

(fonte: LA STAMPA)