Tutti noi possiamo diventare degli #OrdinaryHeroes.


La carità non ha bisogno di supereroi.
Presentata l’iniziativa #OrdinaryHeroes
Il primo a firmarla è stato Francesco Totti. L’autografo dell’asso romanista, apposto sulla maglietta gialla raffigurante Papa Francesco in veste di supereroe, ha inaugurato la “staffetta di carità” dell’iniziativa benefica internazionale #OrdinaryHeroes, presentata l’8 febbraio, nella Filmoteca vaticana.
«C’è un po’ di delusione: speravo di trovare Totti e da buon sportivo stringergli la mano, pur essendo di differente fede calcistica» ha commentato sorridendo l’arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, che ha sottolineato il significato dell’iniziativa promossa dalla Segreteria per la comunicazione (Spc) e dall’Obolo di San Pietro. In realtà Totti ha espresso la sua adesione al progetto attraverso un video introdotto dal prefetto dell’Spc, monsignor Dario Edoardo Viganò.
L’immagine del Pontefice “supereroe” — riproduzione di un murale apparso nel 2014 su dei palazzi di Borgo Pio, opera di Mauro Pallotta, in arte Maupal, che ha partecipato alla presentazione — racchiude in qualche modo il senso dell’iniziativa. Ispirata alla consapevolezza che non esistono supereroi ma persone che nel quotidiano sono straordinariamente umane. Concretamente, sono state realizzate delle t-shirt con impressa la riproduzione del murale di Maupal.
Del ricavato di ogni maglietta, che può essere acquistata in rete (all’indirizzo https://superpope.it/) o nelle librerie vaticane, verrà destinato un euro per l’Obolo di San Pietro. Inoltre, la maglietta gialla autografata da Totti farà da staffetta e girerà il mondo per essere firmata da altre stelle dello sport, della cultura e dello spettacolo: tra queste, Diego Armando Maradona, Alessandro Del Piero e il centauro spagnolo Marc Márquez.
Da parte sua, l’arcivescovo Becciu ha spiegato l’importanza e il significato dell’Obolo di San Pietro. Le sue finalità sono, da una parte, le opere di carità del Papa, e dall’altra il sostegno alla funzionalità degli organismi della Curia romana, di cui il Pontefice si avvale per la sua missione di predicare il Vangelo. «Questo per i fedeli è una cosa normale» ha aggiunto monsignor Becciu, che ha anche sottolineato come nella comunità cristiana si interpreta il dono all’Obolo di San Pietro «come un segno di appartenenza di comunione con il vescovo di Roma». Il sostituto ha poi riferito che l’anno scorso sono stati destinati alle opere di carità circa 24 milioni di euro e che si è avuto un incremento della raccolta da 70 a 78 milioni di dollari statunitensi. Sono stati elargiti contributi per i soccorsi in eventi drammatici: il Papa di volta in volta «ci dà l’indicazione e noi eseguiamo». Risorse sono state assegnate anche alla costruzione di scuole e ospedali, come a Bangui. In Italia, ha aggiunto monsignor Becciu, sono stati finanziati due progetti, a Roma e a Lampedusa.
L’Obolo, ha detto il presule, è uno strumento utile di cui il Papa si serve per sostenere le strutture della Curia romana e per mantenere vivo il suo sguardo sui poveri e su chi è in situazione di disagio. Per questo, sono state adottate delle «regole giuste per un’amministrazione sana, per la trasparenza, per rendere conto di quanto riceviamo e di come utilizziamo le offerte dei fedeli». All’incontro era presente anche Christian Fasulo, amministratore delegato di Polk&Union, l’agenzia che promuove l’iniziativa.
(fonte: L'Osservatore Romano, 8-9 febbraio 2018)