domenica 14 gennaio 2018

TESTIMONIANZE DAI CONFINI Quattro verbi spiegano l' accoglienza di Nunzio Galantino

"Giornata mondiale del migrante e del rifugiato"
TESTIMONIANZE DAI CONFINI
Quattro verbi spiegano l' accoglienza
di Nunzio Galantino, 
Segretario generale Cei e
 vescovo emerito di Cassano all' Jonio






Lo confesso! Faccio fatica a far distinzione tra persone che vivono nel bisogno. Non riesco a stabilire priorità tra gente che stenta a disporre delle condizioni minime di vivibilità. La povertà - quella vera - livella, come la morte. La violenza subita fa male a tutti. Senza distinzione. È la lezione che ho imparato visitando i campi profughi; soprattutto quelli di Ankawa-Erbil (Kurdistan irakeno) e quello immenso di Zaatari, in Giordania. Se a Erbil ho incontrato e condiviso la fatica di vivere e la tragedia di Cristiani perseguitati e minoranze Yazide, in Giordania ho visto ammassati uomini, donne e bambini in fuga soprattutto dalla Siria. Non sono mai riuscito, lo ripeto, a far distinzione tra loro. Gli occhi imploranti mi sono sembrati tutti meritevoli di attenta partecipazione; la voglia di essere ascoltati, la stessa in tutti. Con questo bagaglio di sensazioni interiorizzate sul campo, o meglio nei "campi", mi sono accostato al Messaggio di papa Francesco per la 104esima "Giornata mondiale del migrante e del rifugiato". Accanto ai contenuti che mi hanno colpito per la loro esigente linearità, la mia attenzione è andata ad alcuni particolari che disarmano preconcetti interessati e duri a morire.
Prima di tutto, sottolineare che siamo all' edizione 104 della Giornata libera il Messaggio del Papa degli angusti e talvolta mortificanti confini del dibattito nostrano. Un dibattito nel quale, lo sappiamo, il tema della mobilità umana, oltre ad essere ridotto a mera merce elettorale, è affrontato in un clima nel quale viaggiano con maggiore speditezza le falsità, le insinuazioni e le mezze verità piuttosto che la verità basata sui fatti.
Una seconda considerazione. L' espressione - tratta dal libro del Levitico - con la quale viene introdotto il Messaggio del Papa e il rimando chiaro al Vangelo di Matteo ( 25, 35.43. «Ero forestiero e mi avete accolto») chiariscono il motivo che spinge da sempre la comunità cristiana a farsi carico del migrante e del rifugiato, quale che sia la sua condizione iniziale. «Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l' amerai come te stesso perché anche voi siete stati forestieri in terra d' Egitto» (Lv 19, 34). E poi: «Vi sia un' unica legge per il nativo del paese e per lo straniero che soggiorna in mezzo a voi» (Es 12,49).
Certo, la Chiesa e le sue realtà non devono e non possono sostituirsi al discernimento della politica e alla responsabilità di chi governa. Sono livelli di intervento diversi che, si auspica, convergano verso il Bene comune. Spetta a chi governa decidere strategie, livelli di interventi, modalità e politiche di accoglienza attraverso opportune disposizioni legislative.
La terza osservazione è solo apparentemente di carattere tecnico. Il Messaggio papale, pur breve, è corredato da ben 16 note che rimandano per lo più a testi di altri papi; da Pio XII a Benedetto XVI, passando per Paolo VI e Giovanni Paolo II. 
Richiamo l' attenzione su questo particolare per sottolineare quanto pretestuoso sia il tentativo abbastanza diffuso, anche in certe frange del cattolicesimo nostrano; quello di far passare l' attenzione di papa Francesco per migranti e rifugiati come un' attenzione dell' ultima ora e quindi una novità di questo pontificato. Non si fa fatica a capire che chi sostiene questo si iscrive di diritto nel numero degli sconfitti della vita o comunque si condanna ad essere un infelice cronico. Sta lì, tutto il giorno, a cercare la prova della "parola fuori posto" per stracciarsi le vesti e pretendere un pubblico Crucigife.
Spesso si tratta di persone che non riescono a vivere senza questa incombenza quotidiana e senza avere sempre pronta la vittima da appendere al palo. E, se poi le parole da incriminare tardano a venire... allora si va a scavare proditoriamente e pretestuosamente nel passato!
È chiaro, come ripetutamente afferma papa Francesco: «Profughi» e «Rifugiati» sono i cristiani barbaramente uccisi per la loro fede, «Profughi» e «Rifugiati» sono uomini, donne e bambini che a causa di guerre, disastri ecologici ed altro sono purtroppo costretti a cercare rifugio lontano dalla propria casa. Nei confronti di tutti va messa in campo un' attenzione che il papa condensa e concretizza in quattro verbi.
«Accogliere» cioè offrire a migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei paesi di destinazione. «Proteggere» attraverso tutta una serie di azioni in difesa dei diritti e della dignità dei migranti e dei rifugiati, indipendentemente dal loro status migratorio. «Promuovere» prodigandosi per la promozione dell' inserimento socio-lavorativo dei migranti e rifugiati e garantendo a tutti - compresi i richiedenti asilo - la possibilità di lavorare, percorsi formativi linguistici e di cittadinanza attiva e un' informazione adeguata nelle loro lingue originali.
«Integrare» non è l' assimilazione, che induce a sopprimere o a dimenticare la propria identità culturale.
Tutto questo mi ricorda una Bibbia in arabo che ho sulla mia scrivania, ancora impolverata, recuperata nella Chiesa di Um al Mauna di Mosul, distrutta dall' Isis; e il Crocifisso mancante di un braccio e senza piedi che padre Jalal ha voluto portarmi dalla Piana di Ninive, dai luoghi che hanno l' inizio della disumana persecuzione dei cristiani.

(Fonte: Il Sole 24Ore del 13.01.2018)


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Breve estratto della conferenza stampa, tenuta il 9 gennaio 2018, per la presentazione delle iniziative promosse dalla Chiesa italiana in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2018
 di domenica 14 gennaio


Guarda  i post già pubblicati:
“Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati” - Il messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2018 (14 gennaio)

- Immigrazione, Galantino: "La Chiesa non si sostituisce alla politica e ai governi ma annuncia il Vangelo" (video)