sabato 13 gennaio 2018

Domenica 14 gennaio inizia a Milano il Sinodo minore “Chiesa delle genti” per interrogarsi sul futuro e pregare insieme per sentirci tutti pietre vive, disponibili all'ascolto reciproco e aperti alla gioia



“Lo Spirito Santo ci spinge al largo, non con l’apprensione paralizzante che caratterizza la società occidentale contemporanea ma con quella fierezza che ci fa dire che i cristiani di Milano sapranno cogliere la sfida e costruire il futuro”. Così l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha presentato il Sinodo minore “Chiesa delle genti” che prenderà il via domenica 14 gennaio. Milano sarà la prima diocesi in Italia - e probabilmente in Europa – a interrogarsi sulla propria composizione multinazionale e multietnica con l’idea di individuare prospettive e nuove linee pastorali.

“Come sarà il volto della diocesi del futuro? Quali cambiamenti saranno opportuni perché tutti si sentano partecipi? Il senso del Sinodo non è trovare ricette ma avviare una consultazione capillare”, ha esplicitato monsignor Delpini. “Tutti siamo chiamati a contribuire, ciascuno con la propria esperienza e cultura”. Se il futuro è ancora da scrivere, il mosaico della diocesi ambrosiana è una realtà già ben delineata. Le stime parlano di 368 mila cristiani stranieri in diocesi – di cui 233 mila cattolici, 115 mila ortodossi e 34 mila di altre appartenenze cristiane non cattoliche né ortodosse – e 269 mila musulmani.

“Venticinque anni fa, quando il cardinal Martini cominciò a segnalare che l’immigrazione stava trasformando il volto della città, la presenza straniera si attestava al 2 per cento. Oggi in diocesi si parlano 70 lingue e gli immigrati sono quasi il 14 per cento”, ha commentato Laura Zanfrini, professoressa dell’Università Cattolica e responsabile Economia e lavoro di Fondazione Ismu. A più di vent’anni dall’ultimo Sinodo diocesano “Pastorale degli esteri”, che si svolse dal 1993 al 1995 durante l’episcopato di Martini, la Chiesa ambrosiana torna quindi a “guardarsi dentro”.
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Domenica 14 il via ufficiale con la celebrazione presieduta dall’arcivescovo nella basilica di Sant’Ambrogio (diretta su Chiesa Tv, canale 195 del digitale terrestre, e www.chiesadimilano.it). “Perché la nostra Chiesa sia libera da paure e pigrizie, inutili nostalgie e scoraggiamenti paralizzanti, e tutte le genti si sentano pietre vive dell’edificio spirituale”, recita la preghiera scritta per l’occasione dall’arcivescovo. Sarà anche un Sinodo minore, ma il tema è quanto mai cruciale.



«Sul Sinodo minore “Chiesa dalle Genti”, devo dire che l’opportunità di affrontare in modo più approfondito questo tema nasce dalla persuasione che sia possibile prendere coscienza che sta nascendo un futuro della città metropolitana e della Diocesi che non possiamo prevedere, ma del quale possiamo interpretarne segni che già ci sono. Il senso di un Sinodo non è trovare ricette per risolvere i problemi, ma rispondere alla domanda di come sarà il volto della Diocesi di Milano e quali cambiamenti saranno necessari e opportuni riguardo al modo di vivere la configurazione della Comunità cristiana».
Sono questi i motivi che hanno spinto l’Arcivescovo a indire il Sinodo minore “Chiesa dalle Genti” che prenderà avvio con un Rito di apertura, domenica prossima alle ore 16.00 nella Basilica di sant’Ambrogio.
«La consultazione capillare e il modo con cui il Sinodo vuole essere praticato – l’ascolto reciproco – significano raccogliere tutte le voci disponibili a dare un aiuto per capire cosa stia avvenendo», continua monsignor Delpini, illustrando le linee e gli obiettivi dell’Assise nella Conferenza stampa di presentazione che si svolge nel Salone dell’Arcivescovado. «Non si tratta di un Sinodo sui migranti, ma relativo a come deve cambiare la vita della Chiesa di Milano perché tutti si sentano partecipi di una realtà nella quale convivono, ad esempio, tante e diverse Cappellanie».
Chiaro che questa analisi, volutamente a 360°, a partire dall’aspetto fondante della fede, si allarghi poi, anche a campi che tutti, come cittadini e persone, condividiamo, quali la dimensione lavorativa, demografica, la scuola, la sanità, perché «i bambini frequentano le medesime classi e quando ci ammaliamo andiamo negli stessi ospedali», osserva Delpini.
Insomma, il Sinodo quale occasione propizia per interrogarsi sul futuro, soprattutto di fronte a quelle cifre che danno immediatamente il senso del momento odierno, dell’epoca di cambiamento, come l’ha definita papa Francesco. 
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L’immagine della Croce lignea ideata e realizzata da Eduardo Brocca Toletti, scelta come simbolo del Sinodo minore, campeggia sul fronte dell’immaginetta disponibile domenica 14 gennaio alla celebrazione d’apertura in Sant’Ambrogio (diretta su Chiesa Tv e www.chiesadimilano.it, differita alle 17.30 su Radiio Mater) perché poi venga distribuita in tutte le comunità ambrosiane.
Per misura e forma riprende quella di San Carlo che contiene la teca col Sacro Chiodo: è la croce creata utilizzando legni diversi (ciliegio, acero, palissandro e noce) a rappresentare i cinque continenti, per significare appunto tutte le genti. Al centro, dove si incrociano le due braccia, un quadrato di legno color porpora richiama la memoria del sangue offerto.

Chi non sarà presente in Sant’Ambrogio potrà comunque ritirare nei giorni successivi l’immaginetta presso la Curia arcivescovile (piazza Fontana 2, Milano).

Sul retro la preghiera composta per l’occasione dall’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini.

«Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno!
Rinnova il dono del tuo Spirito per la nostra Santa Chiesa
perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia,
attenda con ardente desiderio il compimento delle tue promesse,
sia libera da paure e pigrizie, inutili nostalgie
e scoraggiamenti paralizzanti,
sia vigile per evitare superficialità e ingenuità,
sia fedele al Vangelo di Gesù e alla santa tradizione
e tutte le genti si sentano pietre vive dell’edificio spirituale
che custodisce la speranza di vita e di libertà
e annuncia l’unico nome in cui c’è salvezza,
il nome santo e benedetto del tuo Figlio Gesù.
Padre nostro che sei nei cieli, sia fatta la tua volontà!
Rinnova il dono del tuo Spirito per la nostra Santa Chiesa
e per ogni vivente,
perché siamo sempre tutti discepoli,
disponibili all’ascolto reciproco, pronti a consigliare:
donaci parole sincere e sapienti,
liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.
Aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli
e aperti alla gioia di camminare insieme,
di pensare insieme, di decidere insieme,
perché il tuo nome sia benedetto nei secoli
e la terra sia piena della tua gloria».