domenica 12 novembre 2017

III SIMPOSIO INTERNAZIONALE SULL'ESORTAZIONE APOSTOLICA "AMORIS LAETITIA" Roma 11/11/2017 - Videomessaggio del Papa - Cronaca sintetica e video integrali

III SIMPOSIO INTERNAZIONALE 
SULL'ESORTAZIONE APOSTOLICA "AMORIS LAETITIA"

La parola d’ordine è «accompagnare prima certe situazioni, perché non si giunga alla rottura del vincolo». Così don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale della famiglia, ha sintetizzato il filo rosso del terzo simposio sull’Amoris Laetitia sul tema “Il Vangelo dell’amore tra coscienza e norma”, promosso oggi a Roma.

Ad aprire i lavori – a cui hanno partecipato più di 50 teologi, docenti di scienze umane, esperti di pastorale e rappresentanti dell'associazionismo, insieme ad alcuni vescovi, rettori di seminari e anche referenti degli Uffici di pastorale familiare di alcuni Paesi europei – un videomessaggio di Papa Francesco.


Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Saluto cordialmente tutti voi che partecipate al terzo Simposio internazionale sull’Esortazione apostolica Amoris laetitia, convocato dall’Ufficio per la pastorale familiare della Conferenza Episcopale Italiana.

Il tema che vi siete proposti: “Il Vangelo dell’amore tra coscienza e norma”, è di grande rilievo e può illuminare il percorso che le Chiese in Italia stanno compiendo, anche per rispondere al desiderio di famiglia che emerge nell’animo delle giovani generazioni. L’amore fra uomo e donna è evidentemente tra le esperienze umane più generative, è fermento della cultura dell’incontro e porta al mondo attuale un’iniezione di socialità: davvero «il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa». Proprio la famiglia nata dal matrimonio genera legami fecondi, che risultano l’antidoto più efficace all’individualismo dilagante; tuttavia, nel cammino dell’amore coniugale e della vita familiare ci sono situazioni che richiedono scelte ardue, da compiere con rettitudine. Nella realtà domestica a volte si presentano nodi concreti da affrontare con coscienza prudente da parte di ciascuno. E’ importante che gli sposi, i genitori non siano lasciati soli, ma accompagnati nell’impegno di applicare il Vangelo nella concretezza della vita. D’altra parte, sappiamo bene che «siamo chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle».

Il mondo contemporaneo rischia di confondere il primato della coscienza, che è sempre da rispettare, con l’autonomia esclusiva dell’individuo rispetto alle relazioni che vive.

Come dicevo recentemente alla Pontificia Accademia per la Vita, «c’è chi parla persino di egolatria, ossia di un vero e proprio culto dell’io, sul cui altare si sacrifica ogni cosa, compresi gli affetti più cari. Questa prospettiva non è innocua: essa plasma un soggetto che si guarda continuamente allo specchio, sino a diventare incapace di rivolgere gli occhi verso gli altri e il mondo. La diffusione di questo atteggiamento ha conseguenze gravissime per tutti gli affetti e i legami della vita». È questo un “inquinamento” che corrode gli animi e confonde le menti e i cuori, producendo false illusioni.

Romano Guardini, in un suo testo sul tema della coscienza, indica la via per la ricerca del vero bene. Scrive: «Da questa prigionia in me stesso io mi libero soltanto se trovo un punto, che non sia il mio io; una altezza al di sopra di me. Un qualche cosa di solido e di operante che si affermi nel mio interno. Ed eccoci arrivati al nocciolo […] cioè alla realtà religiosa. Quel bene […] è qualche cosa di vivo. […] E’ la pienezza di valore dello stesso Dio vivente».

Nell’intimo di ciascuno vi è un luogo dove il Mistero si rivela e illumina la persona rendendola protagonista della sua storia. La coscienza – ricorda il Concilio Vaticano II, è questo «nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità». Al cristiano spetta vigilare affinché in questa sorta di tabernacolo non manchi la grazia divina, che illumina e fortifica l’amore coniugale e la missione genitoriale. La grazia riempie le “anfore” dei cuori umani di una straordinaria capacità di dono, rinnovando per le famiglie di oggi il miracolo delle nozze di Cana.

Commentando quell’episodio evangelico, ho avuto modo di dire che «trasformando in vino l’acqua delle anfore utilizzate “per la purificazione rituale dei Giudei” (v. 6), Gesù compie un segno eloquente: trasforma la Legge di Mosè in Vangelo, portatore di gioia». Gesù indica in particolare la medicina della misericordia, che guarisce la durezza del cuore, risanando i rapporti tra marito e moglie e tra genitori e figli.

Cari fratelli e sorelle, auguro ogni bene per il vostro lavoro in questo Simposio. Possa aiutare la Chiesa in Italia ad assimilare e sviluppare i contenuti e lo stile di Amoris laetitia; possa contribuire alla formazione degli animatori dei gruppi familiari nelle parrocchie, nelle associazioni, nei movimenti; possa sostenere il cammino di tante famiglie, aiutandole a vivere la gioia del Vangelo e ad essere cellule attive nella comunità. Vi benedico di cuore, e vi chiedo per favore di pregare per me.

*******

A seguire il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della Cei, ha rimarcato: «Amoris Laetitiae è un documento bellissimo, a tratti poetico, denso di significati, che va letto con serenità, senza essere influenzati da interpretazioni epidermiche diffuse in un dibattito pubblico che mi è parso prediligere il sensazionalismo».

Definendo ancora «capolavoro» l’esortazione apostolica firmata da Bergoglio, il porporato ha ricordato che in questo testo «la Chiesa che affronta alle questioni, in questo caso la famiglia, con uno sguardo al reale, con la prospettiva di chi non giudica in base all’apparenza», invitando a «non scadere mai in un moralismo astratto. I coniugi non possono essere lasciati soli nel mettere in pratica il Vangelo». Infine Bassetti ha chiesto di avviare una riflessione ecclesiale «sulla condizione della donna, con mitezza e coraggio».

Per monsignor Giuseppe Lorizio, docente di teologia fondamentale alla Pontificia Università Lateranense, «ritenere che Amoris Laetitia sia fuori dalla tradizione o contro la tradizione è in malafede. Dipende da quale idea abbiamo di tradizione, che è sviluppo della dottrina, del dogma. Il Vangelo dell’amore non significa anarchia che dà adito a qualsiasi forma che possiamo ritenere amore». E ha concluso con una domanda aperta: «C’è qualcosa da cambiare nella giurisprudenza per meglio esprimere il Vangelo dell’amore?».

Alla chiave della misericordia ha rimandato padre Manuel Jesús Arroba Conde, claretiano, preside dell’Istituto Utriusque Iuris alla Lateranense, che nella sua relazione ha chiarito come non bisogna «intendere il rapporto fra coscienza e norma in modo dialettico», ma «includere il bene come terzo elemento della relazione». Se «le rotture coniugali segno dei tempi a cui annunciare il Vangelo», occorre avviare un contatto concreto fra «pastorale giudiziale e pastorale familiare: ci vuole maggiore amicizia con i canonisti. E la pastorale parrocchiale è chiamata a essere in uscita, verso le coppie in difficoltà. Non ha senso che gli operatori della pastorale familiare tentennino nel proporre la verifica di un matrimonio».

*******

L’evento, pur essendo riservato esclusivamente agli invitati, è stato trasmesso via streaming dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 16.30 di sabato 11 novembre 2017.


Riproponiamo i video integrali
Prima parte

Seconda parte