mercoledì 4 ottobre 2017

Papa Francesco a Bologna: incontro con il mondo del lavoro "Solo insieme si può uscire dalla crisi e costruire il futuro." (cronaca, foto, testo e video)

VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A BOLOGNA PER LA CONCLUSIONE DEL CONGRESSO EUCARISTICO DIOCESANO
INCONTRO CON IL MONDO DEL LAVORO, I DISOCCUPATI, I RAPPRESENTANTI DI UNINDUSTRIA,
SINDACATI, CONFCOOPERATIVE E LEGACOOP, IN PIAZZA MAGGIORE
Piazza Maggiore (Bologna)
Domenica, 1° ottobre 2017

Lasciato il Centro Hub Regionale,(vedi il post Papa Francesco a Bologna: il primo incontro è con i migranti "Molti non vi conoscono e hanno paura. In voi vedo, come in ogni forestiero che bussa alla nostra porta, Gesù Cristo" - cronaca, foto, testo e videoil Papa si trasferisce a Piazza Maggiore, dove alle ore 12.00 ha luogo l’Incontro con il mondo del lavoro, i disoccupati, i Rappresentanti di Unindustria, Sindacati, Confcooperative e Legacoop. Tra le delegazioni che il Santo Padre saluta, sono presenti familiari delle vittime della strage alla Stazione ferroviaria di Bologna (2 agosto 1980).
A salutare il pontefice, tra gli altri, anche il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, l'ex governatore Vasco Errani, due superstiti della strage di Marzabotto (di cui in questi giorni ricorre l'anniversario), Gianni Morandi e il coordinatore della comunità islamica bolognese Yassine Lafram. 
 


Salutando il Papa, l’arcivescovo Zuppi ha ricordato che Bologna è città accogliente e ha citato san Petronio come “pater et protectorˮ, padre e protettore. «La Chiesa vuole vivere nella piazza, nelle strade della città degli uomini - ha aggiunto Zuppi - perché non perde la sua verità mischiandosi agli altri. Chi guarda al futuro, abbatte i muri, non li costruisce». L’arcivescovo ha concluso il suo intervento ricordando l’importanza della concertazione e la capacità di san Francesco di parlare con tutti, «laicamente», come oggi fa il Papa.

Dopo l’indirizzo di omaggio di S.E. Mons. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, il Santo Padre rivolge ai presenti un Discorso e conclude con la recita dell’Angelus.

Cari fratelli e sorelle, buona domenica!

Saluto tutti voi che appartenete al mondo del lavoro, nella varietà delle sue espressioni. Tra queste c’è purtroppo anche quella negativa, cioè la situazione difficile, a volte angosciante, della mancanza di lavoro. Grazie per la vostra accoglienza!

Voi rappresentate parti sociali diverse, spesso in discussione anche aspra tra loro, ma avete imparato che solo insieme si può uscire dalla crisi e costruire il futuro. Solo il dialogo, nelle reciproche competenze, può permettere di trovare risposte efficaci e innovative per tutti, anche sulla qualità del lavoro, in particolare l’indispensabile welfare. È quello che alcuni chiamano il “sistema Emilia”. Cercate di portarlo avanti. C’è bisogno di soluzioni stabili e capaci di aiutare a guardare al futuro per rispondere alle necessità delle persone e delle famiglie.

Nel vostro territorio da lungo tempo si è sviluppata l’esperienza cooperativa, che nasce dal valore fondamentale della solidarietà. Oggi essa ha ancora molto da offrire, anche per aiutare tanti che sono in difficoltà e hanno bisogno di quell’“ascensore sociale” che secondo alcuni sarebbe del tutto fuori uso. Non pieghiamo mai la solidarietà alla logica del profitto finanziario, anche perché così la togliamo – potrei dire la rubiamo – ai più deboli che ne hanno tanto bisogno. Cercare una società più giusta non è un sogno del passato ma un impegno, un lavoro, che ha bisogno oggi di tutti.

La situazione della disoccupazione giovanile e quella di tanti che hanno perduto il lavoro e non riescono a reinserirsi sono realtà alle quali non possiamo abituarci, trattandole come se fossero solamente delle statistiche. E questa è la tentazione.

L’accoglienza e la lotta alla povertà passano in gran parte attraverso il lavoro. Non si offre vero aiuto ai poveri senza che possano trovare lavoro e dignità. Questa è la sfida appassionante, come negli anni della ricostruzione dopo la guerra, che tanta povertà aveva lasciato. Il recente “Patto per il lavoro”, che ha visto tutte le parti sociali, e anche la Chiesa, firmare un comune impegno per aiutarsi nella ricerca di risposte stabili, non di elemosine, è un metodo importante che auspico possa dare i frutti sperati.

La crisi economica ha una dimensione europea e globale; e, come sappiamo, essa è anche crisi etica, spirituale e umana. Alla radice c’è un tradimento del bene comune, da parte sia di singoli sia di gruppi di potere. È necessario quindi togliere centralità alla legge del profitto e assegnarla alla persona e al bene comune. Ma perché tale centralità sia reale, effettiva e non solo proclamata a parole, bisogna aumentare le opportunità di lavoro dignitoso. Questo è un compito che appartiene alla società intera: in questa fase in modo particolare, tutto il corpo sociale, nelle sue varie componenti, è chiamato a fare ogni sforzo perché il lavoro, che è fattore primario di dignità, sia una preoccupazione centrale.

Qui ci troviamo davanti a San Petronio, ricordato come Pater et Protector e raffigurato sempre con la città sulle sue mani. Da qui fisicamente vediamo tre aspetti costitutivi della vostra città: la Chiesa, il Comune e l’Università. Quando essi dialogano e collaborano tra loro, si rafforza il prezioso umanesimo che essi esprimono e la città – per così dire – “respira”, ha un orizzonte, e non ha paura di affrontare le sfide che si presentano. Vi incoraggio a valorizzare questo umanesimo di cui siete depositari per cercare soluzioni sapienti e lungimiranti ai complessi problemi del nostro tempo, vedendoli sì come difficoltà, ma anche come opportunità di crescita e di miglioramento. E questo che dico vale per l’Italia nel suo insieme e per l’intera Europa.

Cari amici, vi sono particolarmente vicino, mettendo nelle mani del Signore e della Madonna di San Luca tutte le vostre ansie e preoccupazioni. A Lei, così venerata da tutti i bolognesi, ci rivolgiamo ora con la preghiera dell’Angelus.

Angelus...

Cari fratelli e sorelle,

ieri, a Bratislava (Slovacchia), è stato beatificato Titus Zeman, sacerdote salesiano. Egli si unisce alla lunga schiera dei martiri del XX secolo, perché morì nel 1969 dopo essere stato per lungo tempo in carcere a causa della sua fede e del suo servizio pastorale. La sua testimonianza ci sostenga nei momenti più difficili della vita e ci aiuti a riconoscere, anche nella prova, la presenza del Signore.

In questa domenica culmina la settimana dedicata in modo particolare alla Parola di Dio, in occasione della ricorrenza, ieri, della memoria di San Girolamo, grande maestro della Sacra Scrittura. Ringraziamo Dio per il dono della sua Parola e impegniamoci a leggere e meditare la Bibbia, specialmente il Vangelo.

Infine, ci uniamo spiritualmente ai fedeli convenuti presso il Santuario di Pompei per la tradizionale Supplica alla Madonna del Rosario, presieduta oggi dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Cardinale Bassetti.

A tutti voi, bolognesi nativi e “adottivi”, auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!

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