domenica 10 settembre 2017

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n.43/2016-2017 (A) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea'
Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)


Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino



Vangelo:  
Mt 18,15-20




La correzione fraterna è la più alta espressione della misericordia e della tenerezza di Dio che diventa carne nella vita personale e comunitaria di ogni credente. Non è un giudizio di condanna ma il segno di un grande amore che desidera guadagnare il fratello alla salvezza osando ogni via possibile, perché possa riconoscere il suo errore e ravvedersi ristabilendo la fraternità ferita dal peccato. Significa fare, nella vita del fratello, la Verità nella più grande Carità, vuol dire insistere  senza mai stancarsi "in modo opportuno e inopportuno" (2Tm 4,2), anche quando il fratello "fa finta di non sentire" (parakoùo) e la sua vita assomiglia più a quella di un pagano. "Trattare uno da pagano e da peccatore non significa escluderlo dalla vita: egli è da amare maggiormente perché possa essere riguadagnato alla vita, situandolo nel cuore stesso dell'evangelizzazione" (cit.). La Chiesa sa bene che ha ricevuto lo stesso potere/responsabilità del suo Maestro e Signore, e non il solo Pietro (16,19), la responsabilità di condurre alla salvezza ogni fratello, e la deve usare allo stesso modo di Gesù, amando e perdonando come Lei è amata e perdonata: sempre.