domenica 27 agosto 2017

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n.41/2016-2017 (A) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea'
Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino

Vangelo: 
Mt 16,13-20



Il brano ci presenta il riconoscimento di Gesù da parte di Simon Pietro come "il Messia, il Figlio del Dio vivente", ed il conferimento allo stesso Pietro del primato sulla comunità. Primato che lungo il corso dei secoli è stato inteso ed esercitato in modi differenti, "molto spesso frainteso e malinteso, con o senza colpa" (cit.). L'autorità nella Chiesa ha bisogno di continua purificazione perché essa va vissuta non come esercizio del potere, come avviene fra i capi delle nazioni (Mt 20,26), ma come assunzione di responsabilità e di servizio. Pietro invece è il "figlio di Giona" e, come il padre suo, tenterà di fuggire le conseguenze dell'amore. Egli non accetta un Messia debole e fragile che si consegna inerme nelle mani degli uomini, rifiuta categoricamente un Dio che ama e usa misericordia verso tutti, compresi i pagani e i carnefici del suo Maestro, e per questo tenterà di dissuaderlo dall'andare a Gerusalemme (16,22). Per Gesù invece il potere è ontologicamente diabolico. Egli certamente è il Messia di Dio, ma non il Messia dominatore e il trionfatore atteso dalla tradizione religiosa del tempo, come l'evangelista aveva già anticipato nell'episodio delle tentazioni (4,1-11). Figli di Dio allora sono le "pietre viventi, edificate come edificio spirituale sulla Pietra viva, scartata dagli uomini"(1Pt 2,4-5), sono coloro che seguono il loro Signore nel servizio dei fratelli, quanti sono immuni dal " lievito dei farisei e dei sadducei " (16,6), mortale veleno che intossica la vita e le relazioni degli uomini e che impedisce di scorgere negli altri dei fratelli da amare.