mercoledì 9 agosto 2017

Respingere di nuovo in Libia queste persone che fuggono in cerca di vita sarebbe davvero un respingerle all’inferno! Non possiamo tacere! mons. Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi Italia

Respingere di nuovo in Libia queste persone che fuggono in cerca di vita sarebbe davvero un respingerle all’inferno! 
Non possiamo tacere! 
mons. Giovanni Ricchiuti
vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente di Pax Christi Italia

Le decisioni “di militarizzare le navi di soccorso e la possibilità di respingere di nuovo in Libia queste persone che fuggono in cerca di vita sarebbe davvero come respingerle all’inferno. Non possiamo tacere”: con queste parole monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente di Pax Christi Italia, interviene oggi su quella che definisce la “tragedia dei migranti”. Lo fa in una lettera inviata ai membri di Pax Christi e al Sir prima della partenza per San Salvador, dove il 15 agosto parteciperà alle celebrazioni per i 100 anni dalla nascita del beato martire Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso mentre celebrava l’Eucarestia il 24 marzo 1980. ...
(fonte: Sir)

Ecco il testo integrale della lettera:

Amiche e amici carissimi di Pax Christi,
sono in partenza, con un gruppo di altri nostri amici, per El Salvador (Centro America).
Infatti, il prossimo 15 agosto ricorderemo i 100 anni dalla nascita del beato martire Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso mentre celebrava l’Eucarestia il 24 marzo 1980. Questo nostro viaggio si inserisce nel solco della solidarietà e vicinanza che Pax Christi, da anni, ha coltivato, con le comunità e le persone di quella terra salvadoregna bagnata dal sangue di molti martiri.

Mentre mi preparo a partire non posso non condividere con voi alcune gravi preoccupazioni che ci toccano da vicino e ci chiedono un continuo e rafforzato impegno di denuncia e proposta per scelte di pace:

la tragedia dei migranti con le decisioni di militarizzare le navi di soccorso e la possibilità di respingere di nuovo in Libia queste persone che fuggono in cerca di vita. Sarebbe davvero un respingerle all’inferno! Non possiamo tacere di fronte a queste cose;

l’invio di armi made in Italy a molti Paesi in guerra, in particolare dalla Sardegna le bombe all’Arabia Saudita! Come ho già scritto nei mesi scorsi, sosteniamo chi si impegna per una riconversione della produzione di armi. E denunciamo la violazione della legge 185/90;

siamo nell’anniversario della bomba atomica sganciata su Nagasaki, 9 agosto 1945, e pochi giorni prima su Hiroshima. Anniversari di morte che ci impegnano ancora di più oggi per dire no alle bombe nucleari e chiedere all’Italia che ci ripensi e aderisca al trattato firmato lo scorso 7 luglio all’ONU per la messa al bando delle armi nucleari;

– sì, proprio quelle bombe che possono essere trasportate anche dai costosissimi F-35 di cui si è tornati a parlare in questi giorni. La Corte dei Conti ha parlato di “ritardi, costi raddoppiati ma non possiamo ritirarci dal progetto”. Sappiamo invece che è possibile ritirarci da questo impegno miliardario, utilizzando i soldi ancora non spesi per la vita, non per distruggere e uccidere.

Pax Christi da anni – insieme a tanti altri – denuncia la follia di questo progetto dei nuovi caccia F-35, moralmente ed economicamente inaccettabile. Continuiamo e rafforziamo il nostro impegno, ricordando quanto scrivevano già 10 anni fa, il 25 gennaio 2007, l’allora Presidente di Pax Christi, Mons. Valentinetti e il delegato della Pastorale Sociale piemontese, Mons Charrier, : “desideriamo riaffermare, come comunità cristiana, la necessità di opporsi alla produzione e alla commercializzazione di strumenti concepiti per la guerra. Ci riferiamo, in particolare, alla problematica sorta recentemente sul nostro territorio piemontese relativa all’avvio dell’assemblaggio finale di velivoli da combattimento da effettuarsi nel sito aeronautico di Cameri (Novara)”.
Il lavoro non manca per il nostro camino e per il nostro impegno.

Vi saluto e vi porto con me in questo viaggio, unitamente agli altri amici, mettendo idealmente sulle ali dell’aereo gl’intramontabili sogni della pace e della giustizia, perché non c’è vento che possa ostacolarne il volo.

Concludo con le parole del Beato Romero, nella sua omelia il giorno prima di essere ucciso: “… di fronte all’ordine di uccidere dato da un essere umano deve prevalere la legge di Dio che dice: “Non uccidere!”. Nessun soldato è obbligato a obbedire a un ordine contro la legge di Dio. Una legge immorale nessuno è tenuto a rispettarla. È ormai tempo che voi recuperiate la vostra coscienza e che obbediate prima alla vostra coscienza che all’ordine del peccato. La Chiesa, impegnata nella difesa dei diritti di Dio, della legge di Dio, della dignità umana, della persona, non può restare in silenzio di fronte a tanto abominio. Vogliamo che il governo prenda sul serio il fatto che a nulla servono le riforme se sono così macchiate di sangue. In nome di Dio, allora, e in nome di questo popolo sofferente, i cui lamenti salgono fino al cielo ogni giorno più tumultuosi, vi supplico, vi prego, vi ordino in nome di Dio: cessi la repressione!”.

Altamura, 9 agosto 2017
+ Giovanni Ricchiuti
Vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti
Presidente di Pax Christi – Italia