domenica 16 luglio 2017

"Quanta indifferenza e quanta cattiveria potremmo annullare confidando nella potenza del seme! Gesù ci invita a diventare seminatori del bene, artigiani di pace, agricoltori pazienti e terreno fertile" card. Francesco Montenegro

Quanta indifferenza e quanta cattiveria potremmo annullare 
confidando nella potenza del seme! 
Gesù ci invita a diventare seminatori del bene, 
artigiani di pace, agricoltori pazienti e terreno fertile
card. Francesco Montenegro


Santa Messa presieduta dal Cardinale
 Francesco Montenegro,
arcivescovo di Agrigento e presidente di Caritas italiana,
teletrasmessa da Rai Uno
dalla Cattedrale di Caltabellotta (Agrigento)
16.07.2017



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Presentazione di Caltabellotta 



Prima lettura: Is 55,10-11
Salmo: Sal 64
Seconda lettura: Rm 8,18-23
Vangelo: Mt 13,1-23

"Le letture or ora ascoltate ci invitano oggi, il giorno in cui ricordiamo Maria Vergine del monte Carmelo, a meditare sulla generosità di Dio nei nostri confronti, sulla efficacia della sua Parola e sul cammino da fare, perché la nostra risposta di fede sia sempre più in sintonia con la Parola di Dio.
Sia la prima Lettura che il Vangelo hanno utilizzato l’immagine del seme e del seminatore.
… 
Il seminatore Dio è generoso, il seme Gesù è potente ed efficace, e a noi, cosa tocca fare?
Il terreno sassoso, le spine, la strada o il terreno buono non sono solo tipologie diverse di uomini, ma le varie possibilità presenti in ciascuno di noi. Tra le pieghe del nostro animo buono, possono trovarsi tratti di strada indurita, comportamenti vissuti senza cuore, che pian piano trasformano le zolle fertili in strada da calpestare. Oppure, dentro di noi, terreni misti a pietre, cioè aspetti di vita cristiana che si confondono e si mischiano con i sassi che fanno male. 
Pensiamo per esempio a tutte le volte in cui, dopo aver partecipato all'Eucarestia, giudichiamo e disprezziamo chi ha il colore della pelle diverso dal nostro, o, dopo aver ricevuto l’Eucarestia, chiudiamo il cuore a chi è nel bisogno, riusciamo con buona pace, a far convivere in noi, terreno buono, con le pietre o le spine della cattiveria e dell’egoismo.
E poi come non pensare alle tante spine dei nostri territori: le spine della corruzione, della solitudine, dell’indifferenza, del lavoro nero, del gioco d’azzardo, della divisione nelle famiglie. Spine cresciute nel terreno di una società che, pur definendosi cristiana, non sempre sa o vuole reagire davanti alla diffusione della cultura della morte. 
La Parola ascoltata ci chiede di fare la nostra parte, qualche sasso o qualche rovo in noi possiamo trovarli, ma tanti potremmo eliminarli. Quante mentalità malate potremmo correggere! Quanta omertà e quanta ingiustizia potremmo neutralizzare! Quanta indifferenza e quanta cattiveria potremmo annullare confidando nella potenza del seme!
Gesù ci invita a diventare seminatori del bene, artigiani di pace, agricoltori pazienti e terreno fertile. 
Un seminatore generoso, un seme efficace e dei terreni disponibili creano le condizioni affinché il frutto spunti. Accogliamo dalla parabola, le indicazioni per compiere un buon e un vero cammino cristiano. Maria vergine del monte Carmelo ci dimostra che quanto detto si può realizzare, Ella ha scommesso sul progetto del Padre che le ha chiesto disponibilità, si è lasciata abitare e fecondare dal seme di una Parola che in Lei è diventata carne, e ha collaborato fedelmente mantenendosi sempre terreno buono. Con il titolo del Carmelo la troviamo compagna che ci conduce alla santa montagna che è Cristo. A Lei affidiamoci affinché il terreno della nostra vita porti frutto ...

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Omelia integrale Card. Montenegro