martedì 27 giugno 2017

"Papa Francesco - La mia idea di Arte" Il libro di Papa Francesco diventa un documentario che è stato autorizzato all’iter per la presentazione ai premi Oscar® 2018.



Il libro di Papa Francesco sull’arte diventa un documentario



Il libro di Papa Francesco diventa un documentario. Il volume "Papa Francesco - La mia idea di Arte", pubblicato congiuntamente da Mondadori e Edizioni Musei Vaticani nel dicembre 2015, avrà presto una sua omonima versione filmica che tradurrà in immagini il pensiero personale del Santo Padre sull’arte e sulla sua funzione.

Alla presentazione del documentario, martedì 27 giugno presso i Musei Vaticani, saranno presenti tra gli altri il direttore dei Musei del Papa Barbara Jatta, l’autrice Tiziana Lupi, il regista Claudio Rossi Massimi e l’artista Alejandro Marmo.

Allo spettatore sarà proposto una visita guidata nei Musei Vaticani, fino a Piazza San Pietro e alla Basilica Vaticana, seguendo l’itinerario suggerito da Papa Francesco – una sorta di galleria d’arte ideale – alla scoperta delle opere che realizzano la sua concezione di arte che evangelizza e contrasta la cultura dello scarto.

Narratori e accompagnatori in questo speciale percorso saranno Tiziana Lupi, autrice del soggetto e della sceneggiatura oltre che curatrice del volume cartaceo che ha ispirato il documentario, e Sandro Barbagallo curatore del reparto Collezioni Storiche dei Musei Vaticani.

Il Dvd, un progetto editoriale autorizzato dal Vaticano, sarà realizzato in 6 lingue e sarà in distribuzione in Italia e nel resto del mondo nei prossimi mesi.



(fonte: Musei Vaticani)

“Dio non conosce la nostra attuale cultura dello scarto. Dio non scarta nessuna persona, cerca tutti, ama tutti”, dice Papa Francesco nel documentario La mia idea di Arte, spiegando la Sua appassionante visione dell’arte, quale strumento di evangelizzazione e di contrasto alla cultura dello scarto Prodotto dai Musei Vaticani e distribuito da Corrado Azzollini e Giulio Violati per Draka Distribution, per la regia di Claudio Rossi Massimi, La mia idea di Arte condurrà lo spettatore lungo la galleria d’arte ideale del Pontefice, attraverso i Musei Vaticani, la Cappella Sistina, Piazza San Pietro e la Basilica Vaticana, a scoprire le opere che meglio rappresentano il concetto di arte da Lui espresso. Il documentario è stato autorizzato all’iter per la presentazione ai premi Oscar® 2018.

Non solo Bramante, Raffaello, Michelangelo e Bernini. Per Francesco, i cui interventi sul tema sono ripresi all’interno del documentario, entro le mura leonine hanno diritto di esistere anche altri artisti, molti dei quali rispecchiano la visione propria del primo Pontefice che ha scelto di chiamarsi Francesco, pastore dei poveri, vicario degli scartati. 
Fra questi lo scultore canadese Timothy P. Schmalz, che ha realizzato un “Gesù senzatetto” posizionato fuori dall’Elemosineria apostolica, lì dove ogni giorno i poveri bussano per chiedere aiuto. Il Nazareno è rappresentato come un homeless, disteso su una panchina, il corpo avvolto in una coperta a ripararlo dal freddo. 

Tutto è segno, per Francesco. Così anche la scelta di collocare dentro il Vaticano alcune opere significa parlare, dire, comunicare. O, come ha detto lo stesso Bergoglio nel libro curato dalla Lupi, ricordare che esistono anche gli scartati. E, insieme a loro, quegli artisti che lavorando con gli scarti mostrano come sia sempre possibile «aprire orizzonti dove sembra che ormai non ce ne siano più». 
Uno di questi artisti è Alejandro Marmo. Argentino, il suo “Cristo operaio” fa ora bella mostra di sé nel cuore dei giardini vaticani. Pezzi di vecchi cancelli, catene arrugginite, ferraglia sparsa. Messi insieme hanno dato la forma di un Gesù appeso in croce. Il Cristo abbandonato da tutti, anche dal Padre, rivive in quei pezzi abbandonati e rimessi assieme dall’estrosità di Marmo. «La mia opera nei giardini è un segnale — ha detto lo stesso Marmo — che ricorda come la Chiesa o è per i poveri, gli ultimi e gli scartati, o non è». 

Francesco apprezza ovviamente anche opere già presenti Oltretevere da prima del suo arrivo. Ad esempio “Il Torso del Belvedere”. Papa Giulio II, ammirando la scultura del I secolo a.C. dell’ateniese Apollonio, aveva pensato di farvi aggiungere le parti mancanti da Michelangelo, così da sottrarla a quell’effetto di scarto che la caratterizza. Racconta Francesco: «Michelangelo comprese però che il “Torso”, pur nella sua mutilazione, conteneva in sé una possibilità d’invenzione e ispirazione per molti artisti che lo avrebbero studiato anche in futuro, tanto che decise di non metterci mano». 
Fra gli undici esempi di opere d’arte degne di nota che vengono proposte nel documentario, Francesco ha inserito a sorpresa anche una macchina, non a caso esposta nei musei vaticani. È una Renault 4 bianca, immatricolata nel 1984. È appartenuta a don Roberto Zocca, sacerdote per anni nella periferia di Verona. Fondatore della cooperativa L’Ancora che dà lavoro e assistenza a tanta gente, don Zocca ha percorso con la sua Renault oltre 300 mila chilometri: «Volevo incarnare il Concilio in quella parrocchia di periferia, che è stata il cuore della mia vita», dice. Francesco ha accettato nel 2013 il dono di questa Renault perché «simbolo di una storia di misericordia e carità». 

Papa Bergoglio non è un esperto di arte. Si sa che fin dai tempi di Buenos Aires apprezzava la “Crocifissione bianca” di Chagall, pur senza essere un cultore della materia. Tuttavia dell’arte ha sempre avuto una grande considerazione. La ritiene, infatti, uno strumento di evangelizzazione e un sistema efficace per combattere la cultura dello scarto

Perché dice Francesco “I musei devono accogliere le nuove forme d’arte. Devono spalancare le porte alle persone di tutto il mondo. Essere uno strumento di dialogo tra le culture e le religioni, uno strumento di pace. Essere vivi! Non polverose raccolte del passato solo per gli ‘eletti’ e i ‘sapienti’, ma una realtà vitale che sappia custodire quel passato per raccontarlo agli uomini di oggi, a cominciare dai più umili”

Ad approfondire gli aspetti divulgativi e artistici delle singole opere saranno Tiziana Lupi, autrice del documentario e Sandro Barbagallo, curatore delle Collezioni Storiche dei Musei Vaticani.

Il documentario è tratto dall’omonimo volume (ed. Mondadori – Musei Vaticani, curato da Tiziana Lupi) in cui, per la prima volta, Papa Francesco ha esposto la sua visione dell’arte donandole anche una valenza sociale, tesa al recupero della dignità degli emarginati che vivono nelle periferie del mondo, non solo quelle geografiche ma anche quelle esistenziali.


Materiali di comunicazione disponibili al seguente link: https://goo.gl/1mUwS6

Accanto a capolavori universali come la “Deposizione” di Caravaggio e la Cappella Sistina di Michelangelo, Papa Francesco colloca sullo stesso piano, nella sua “hit parade”, ben due opere dello scultore argentino originario di San Rufo, nel Vallo di Diano: Alejandro Marmo. L’accostamento tra Michelangelo, Caravaggio e Alejandro Marmo non è “blasfemo”, ed a spiegarne i motivi è proprio Papa Francesco: “L’arte, oltre a essere un testimone credibile della bellezza del creato, è anche uno strumento di evangelizzazione. Nella Chiesa esiste soprattutto per evangelizzare: attraverso l’arte – la musica, l’architettura, la scultura, la pittura – la Chiesa spiega, interpreta la rivelazione. Guardiamo la Cappella Sistina: cosa ha fatto Michelangelo? Un lavoro di evangelizzazione”.
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