venerdì 9 giugno 2017

Papa Francesco a Genova / 4 "La sofferenza dei bambini è certamente la più dura da accettare... Tante volte mi faccio e mi rifaccio la domanda: perché soffrono i bambini? E non trovo spiegazione. Solo guardo il Crocifisso e mi fermo lì." (foto, testi, video)


VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE FRANCESCO A GENOVA
Pranzo con i Poveri, Rifugiati, senza fissa dimora e Detenuti 
nella Sala del Caminetto del Santuario
Sabato, 27 maggio 2017

Dopo l’incontro con i giovani presso il Santuario della Madonna della Guardia, il Papa ha pranzato con 120 persone: tra di loro poveri, rifugiati, senza fissa dimora e detenuti. Ognuno con una storia difficile fatta di violenza ma anche di riscatto grazie alla fede.


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INCONTRO CON I BAMBINI DEI VARI REPARTI 
ALL'OSPEDALE PEDIATRICO "GIANNINA GASLINI"

Come aveva promesso, parlando dai microfoni dell’emittente “Radio fra le note” Francesco porta la carezza di Gesù ai piccoli dell’Ospedale pediatrico Gaslini di Genova, che da 80 anni si dedica con passione e competenza all’assistenza dell’infanzia. Una tappa – dice il Papa – salutando medici, personale e famiglie dei pazienti, radunatisi sul piazzale che di certo non poteva mancare, perché la sofferenza dei piccoli è la più dura da accettare e in assenza di risposte alla domanda sul “perché soffrono i bambini?”, il Pontefice antepone, di nuovo, il messaggio della Croce, il fermarsi a guardare, ma soprattutto a toccare la sofferenza della carne.

Prima del saluto pubblico, la visita privata, fuori dall'occhio delle telecamere nel reparto di rianimazione e terapia intensiva, cuore dell'ospedale. Il Papa si fa padre e madre in questo santuario di sofferenza e tenerezza andando subito a pregare per i piccoli pazienti, ricoverati nel reparto 16, che lottano tra la vita e la morte. Nel corridoio però oltre cento bimbi coi loro genitori hanno lasciato i letti per incontrare Francesco. Nessuno resta senza i suoi abbracci, senza i sorrisi. E qui, tra le mura di questo luogo, che ammutolisce la mente, è il suo sguardo di amore e speranza a trionfare sulle parole.

 



Cari fratelli e sorelle,

nella mia visita a Genova non poteva mancare una tappa in questo Ospedale dove si curano i bambini. Perché la sofferenza dei bambini è certamente la più dura da accettare; e allora il Signore mi chiama a stare, anche se brevemente, vicino a questi bambini e ragazzi e ai loro familiari. Tante volte mi faccio e mi rifaccio la domanda: perché soffrono i bambini? E non trovo spiegazione. Solo guardo il Crocifisso e mi fermo lì.

Saluto tutti voi che lavorate in questa rinomata struttura, che da ottant’anni si dedica con passione e competenza alla cura e all’assistenza dell’infanzia, con il supporto importante della ricerca. Esprimo apprezzamento ai responsabili dell’Ospedale, a partire dal Presidente della Fondazione, l’Arcivescovo di Genova, ai medici, al personale paramedico, a tutti i collaboratori nelle varie specializzazioni, come pure ai Frati Minori Cappuccini e a tutti coloro che assistono e aiutano i bambini degenti con amore e dedizione. Loro infatti hanno bisogno anche dei vostri gesti di amicizia, della vostra comprensione, del vostro affetto e sostegno paterno e materno.

Questo Istituto è sorto come atto d’amore del Senatore Gerolamo Gaslini. Egli, per onorare la figlia morta in tenera età, lo fondò spogliandosi di tutti i suoi beni: società, stabilimenti, immobili, soldi e persino della sua abitazione. Pertanto questo Ospedale, conosciuto e apprezzato in Italia e nel mondo, ha un ruolo speciale: continuare ad essere simbolo di generosità e di solidarietà. Nell’atto di fondazione dell’Ospedale, il Gaslini stabilì: «E’ mia ferma volontà che questo Istituto abbia come base e guida la fede cattolica […] che fermenti ogni attività e conforti ogni dolore». Noi sappiamo che la fede opera soprattutto attraverso la carità e senza di questa è morta. Perciò incoraggio tutti voi a svolgere la vostra delicata opera spinti dalla carità, pensando spesso al “buon samaritano” del Vangelo: attenti alle necessità dei vostri piccoli pazienti, chinandovi con tenerezza sulle loro fragilità, e vedendo in loro il Signore. Chi serve i malati con amore serve Gesù che ci apre il Regno dei cieli.

Auspico che questo Ospedale, fedele alla sua missione, possa continuare la sua apprezzata opera di cura e di ricerca mediante l’apporto e il contributo generoso e disinteressato di tutte le categorie e a tutti i livelli. Da parte mia, vi accompagno con la preghiera e la benedizione del Signore, che di cuore invoco su di voi, su tutti i pazienti e i loro familiari.

[Benedizione]

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Al termine della visita, un pensiero scritto a mano sul Libro d’onore.


“A tutti coloro che lavorano in questo Ospedale, dove il dolore trova tenerezza, amore e guarigione, ringrazio di cuore il loro lavoro, la loro umanità, le loro carezze a tanti bambini che, da piccoli, portano la croce. Con ammirazione e gratitudine. E, per favore, non dimenticateVi di pregare per me”