Si apre venerdì 19 maggio il lungo weekend di Tuttaunaltrafesta manifestazione che da 18 anni è organizzata dai missionari del Pime nei giardini dello stesso Istituto missionario a Milano. Non solo spazio dedicato al commercio equo e solidale, ma anche concerti, spettacoli, eventi, laboratori e animazioni per bambini e adulti. Tre giorni intensi che quest’anno sono dedicati alle migrazioni e che avranno come ospite d’onore, domenica 21 maggio, il candidato al Nobel per la Pace padre Alejandro Solalinde, in Italia per presentare il libro, scritto con Lucia Capuzzi “I narcos mi vogliono morto”
19-20-21 Maggio: tre giorni straordinari al PIME in via Mosé Bianchi 94 a Milano
oltre 70 stand di commercio equo, etico e solidale, artigianato, eventi e solidarietà
INGRESSO LIBERO
a «Tuttaunaltrafesta»
il cibo che fa bene
Cuochi e cuoche africani insieme a giovani migranti e richiedenti asilo presenti nei centri di accoglienza di Milano per un’iniziativa di “cucina solidale” nel segno dell’accoglienza e della creazione di nuove professionalità. Un progetto che sabato alle 18,30 si racconterà e si farà assaggiare al Pime di Milano con un «aperitivo solidale»
Quando la cucina è buona in tutti i sensi: ottimi prodotti, grandi chef e speciali apprendisti. Il progetto Kamba – nato da uno dei tanti solchi di Expo Milano2015 che hanno dato frutto – oggi è un’iniziativa di “cucina solidale” nel segno dell’accoglienza e della creazione di nuove professionalità di alto livello. Ed è una delle esperienze che sabato 20 maggio alle 18,30 sarà possibile incontrare a Tuttaunaltrafesta, la fiera del commercio equo e solidale in programma da venerdì a domenica al Centro missionario Pime di Milano (via Mosé Bianchi 94).
L’idea è nata a ExpoMilano2015, dalla collaborazione tra un giovane affermato cuoco angolano, Luis Miguel – meglio conosciuto come chef Kitaba – e dall’allora responsabile degli eventi culturali dei cluster, Emanuela Vita, sociologa aperta al mondo e attenta al fenomeno delle migrazioni in Italia. «L’idea era quella di realizzare iniziative di ristorazione di alta cucina africana, coinvolgendo professionisti affermati come chef Kitaba – e il suo assistente Jose Duarte – e una “squadra” di richiedenti asilo», spiega Emanuela Vita. Si è partiti con un primo gruppo di 21 profughi, ragazzi e ragazze, tra i 18 e i 25 anni, in gran parte africani. Ma quell’esperienza è cresciuta e sta proseguendo anche oltre l’evento di Expo 2015, come raccontiamo in questo articolo pubblicato sul numero di questo mese di Mondo e Missione.
Così sabato al Pime i ragazzi di Kamba proporranno la loro cucina ma anche le loro storie in un «aperitivo solidale» aperto a tutti. Un modo diverso per partire dalle storie per conoscere – al di là dei luoghi comuni – il mondo delle migrazioni.