domenica 30 aprile 2017

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n.24/2016-2017 (A) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea' Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)


Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino



Vangelo:  Lc 24,13-35




Colui che è stato crocifisso è veramente risorto ed è sempre presente nel faticoso cammino della storia degli uomini. Il Signore della vita non ci abbandona mai, anzi si fa prossimo a tutti noi in ogni luogo e situazione, attraversa le porte sbarrate delle nostre relazioni, apre i nostri occhi e cambia in cuori di carne i cuori di pietra. Si fa nostro compagno di viaggio dovunque conduce il nostro cammino accogliendoci così come siamo, per offrirci ancora una volta se stesso. 
Pellegrini tristi e senza speranza, discepoli ciechi e bradicardici nel comprendere il senso delle Scritture, lo ritroviamo accanto a noi a fare i nostri stessi passi, di delusione e di speranza, di morte e di vita. "Non si allontana mai da noi, anche se noi ci allontaniamo da Lui (cit.), perché  "Il Figlio dell'uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto"(19,10). Il Crocifisso Risorto è l'Emmanuele, il Dio-con-noi, con noi fin dentro gli abissi dei nostri inferni originati dal veleno mortale del divisore, che ci riempie di paura e ci fa vedere la croce e la morte come la fine di ogni speranza. Intorpiditi dalla tristezza, impermeabili alla promessa di una vita che più non ha fine, "prestiamo fede più alla menzogna di Satana che alla Verità di Dio". Il Vivente invece non ci delude, non ci abbandona alle nostre follie, si fa pane del cammino, pellegrino di misericordia e di consolazione. Egli cura le nostre ferite con l'olio del suo Spirito e il vino della gioia (10,29-37), spalanca i nostri occhi e incendia il nostro cuore perché possiamo riconoscerlo nella Parola e nel Pane, ci invia per essere suoi testimoni, "iniziando da Gerusalemme, fino agli estremi confini della terra" (At 1,8).