domenica 9 aprile 2017

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n.21/2016-2017 (A) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea' 
Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)


Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino

Vangelo: Mt 26,14- 27,66


"Davvero costui era figlio di Dio!". 
E' un mistero grande, il mistero della rivelazione di Dio agli uomini: 
il figlio dell'uomo è riconosciuto come il Figlio di Dio proprio da un pagano, da chi lo ha appeso ad una croce. Soltanto su quel patibolo infame conosciamo chi è il Padre, davanti al cuore di Gesù, squarciato dalla nostra bestiale violenza, si lacera il velo che nasconde l'inconoscibile volto di Dio e cessa l'ignoranza che ci fa fuggire da Lui. "La vera bestemmia è non riconoscere il Figlio di Dio in colui che abbiamo crocifisso per bestemmia"(cit.) La morte in croce di Gesù rende nulla l'immagine del Dio terribile che ci siamo costruiti e ritroviamo, nel volto sfigurato del Figlio, il nostro volto di assassini e quello amante del Padre. "Colui che non ha conosciuto il peccato, Dio lo ha fatto peccato per noi, perché noi diventassimo, in lui, giustizia di Dio." (2Cor 5,21). 
Non può esserci male più grande dell'assassinio del Figlio di Dio, però ai nostri deliri di onnipotenza Dio risponde sempre con la debolezza e l'impotenza: è l'inimmaginabile follia del suo amore per noi. "La croce è la sapienza di Dio che vince la sapienza dei sapienti, è la potenza che riduce al nulla ogni potere di morte (cf. 1Cor 1,18-31). In essa contempliamo stupiti ciò che occhio umano mai può contemplare: l'incredibile amore di Dio per ogni suo figlio." (cit.). E come ultimo grande dono, dal trono della croce, Gesù consegna all'umanità intera il suo Spirito, primi fra tutti ai suoi carnefici ed alla Chiesa, raffigurata dalle molte donne che contemplano da lontano. "La croce, apice della storia di Dio e dell'uomo, è il luogo dove i due si incontrano formando un'unica carne" (cit.)