«Bambini d'Italia».
Anche il Papa firma per dare la cittadinanza ai piccoli stranieri
È quella di papa Francesco la prima firma di adesione al manifesto del Sermig. «È italiano chi nasce e va scuola in Italia»
Due manifesti e una petizione del Sermig con le firme dei bambini perché il Parlamento italiano approvi la legge che concede la cittadinanza ai minori nati in Italia da genitori stranieri e regolarmente residenti o a chi è arrivato nel nostro Paese e vi ha concluso un ciclo di studi. Attualmente è in attesa di venire votato dal Senato un disegno di legge approvato alla Camera, ma in settimana su questa riforma della cittadinanza con il cosiddetto 'ius soli' temperato – o 'ius culturae' – si sono addensate nubi dense e si rischia che anche in questa legislatura non si arrivi a nulla. L’iniziativa 'Bambini d’Italia' firmata da tanti bambini, a partire da quelli di Porta Palazzo, l’angolo più multietnico di Torino dove sorge l’Arsenale della Pace - casa del Sermig - non ha colore politico, anzi vuole unire le persone di buona volontà di ogni schieramento con un contributo di dialogo costruttivo, in un contesto politico che molte volte tende a dividere senza porre freno ai pericolosi segnali di odio crescente.
Il manifesto - firmato da Olivero, cui ha aderito papa Francesco - ribadisce un principio chiave tuttora disatteso: tutti i bambini che nascono e vanno a scuola in Italia sono italiani, anche se i loro genitori sono stranieri. Questo deve essere riconosciuto. Il testo motiva che «così ameranno di più la terra dove sono nati. Non cresceranno sentendosi diversi ed esclusi con dentro un odio sottile che prima o poi può esplodere. Disinneschiamo un odio che fa male a tutti. Cominciamo dai bambini perché si sentano fratelli e sorelle d’Italia». «Abbiamo scritto questo pensiero – spiega Olivero – e la creatività dell’ agenzia pubblicitaria Armando Testa lo ha trasformato nel manifesto della campagna 'bambini d’Italia'. Non abbiamo pensato a una raccolta firme, ma l’hanno sottoscritto i bambini accolti all’Arsenale della Pace anche se non sono ancora italiani. Il loro desiderio era che il Papa fosse il primo e unico firmatario tra gli adulti; sarebbe stato la persona più adatta perché il suo insegnamento porta il Vangelo nelle nostre vite e ha grande rispetto per chi non ha la nostra fede. Il 31 gennaio mi è venuto a trovare il cardinale Rodriguez Maradiaga, uno dei suoi collaboratori. Non ci conosceva, quando è entrato all’Arsenale lo ha definito un’opera di Dio perché ha una spiritualità che unisce e non divide. Gli ho fatto vedere il manifesto 'Bambini d’Italia' e gli ho espresso il desiderio dei nostri bambini che il Papa fosse il primo a firmarlo. Lo avrebbe incontrato e glielo avrebbe sottoposto. Il Papa l’ha firmato subito».
Che strada percorrerà il manifesto? «Sarà uno dei momenti chiave dell’Appuntamento dei Giovani della Pace che si terrà a Padova il 13 Maggio 2017 e che avrà per tema 'L’odio non ci fermerà. Ripartiamo dall’amore'. Non vogliamo dimenticare che solo alcuni decenni fa in Europa l’odio ha ucciso milioni di persone nei campi di sterminio e anche l’oggi è intriso di violenza e di odio». «Vorremmo poi portare questo testo al Capo dello Stato – conclude Olivero – al Presidente del Consiglio e ai Presidenti delle Camere. Dobbiamo agire tutti insieme per i bambini e a partire dai bambini. Se uno si sente trattato da straniero, agisce da estraneo. Vorremmo cancellare per sempre parole come 'nemico', 'infedele', 'diverso'. Nel secolo scorso almeno 20 milioni di europei sono emigrati per dare la possibilità di vivere con dignità ai familiari che restavano. Oggi gli immigrati che varcano i nostri confini non devono spaventarci ma devono sollecitarci ad un’accoglienza ben organizzata che ne faciliti l’integrazione».
(fonte: Avvenire)