Il pasticcio dei "dubia" suscita altri "dubia"...
di
Luis Badilla e Francesco Gagliano
La nota vicenda della lettera che 4 cardinali hanno inviato al Papa, dove vengono richieste risposte alle loro cinque domande su alcuni passaggi dell'Esortazione Amoris laetitia ritenuti non chiari e fuori dalla dottrina, è diventata ormai un bel pasticcio. Gli elementi chiari e incontrovertibili sono pochi ma importanti:
- La lettera ormai di dominio pubblico seppure inviata in forma privata, indirizzata al Papa;
- La consegna del testo della lettera ai giornalisti amici dei 4 cardinali, che ovviamente l'hanno pubblicata e amplificata con la dovuta solerzia;
- La violazione della corrispondenza privata del Papa (la lettera, non essendo aperta o pubblica, non doveva essere data ad alcun giornalista. La sua pubblicazione, per volere dei firmatari, per certi aspetti equivale ad averla sottratta dalla scrivania di Francesco);
- Il cardinale Leo R. Burke, in diverse interviste ha continuato a ribadire: faremo, se non arrivano le risposte richieste, una "correzione formale" pubblica del magistero pontificio. Recentemente ha precisato che ciò potrebbe accadere dopo le feste di Natale;
- Degli altri tre firmatari, due - Carlo Caffarra, italiano, e Joachim Meisner, tedesco - non hanno mai fatto nessuna dichiarazione in merito alla vicenda;
- Il quarto, il tedesco Walter Brandmüller, ha rilasciato alcune dichiarazioni al portale Vatican Insider che il suo coordinatore, Andrea Tornielli, ha riassunto in un suo articolo.
- Altri due cardinali hanno espresso un certo sostegno alla lettera dei 4 cardinali, ma con sfumature diverse: chiaro e univoco è stato il cardinale tedesco Paul Cordes, ma meno chiara e più articolata è stata l'opinione dell'italiano Renato Raffaele Martino.
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Sono questi gli unici passaggi o elementi chiari. Al di fuori di questo stretto recinto la vicenda appare confusa, opaca e in qualche modo misteriosa. Ecco un elenco parziale dei "dubia" sulla lettera e su quanto è accaduto dopo la sua divulgazione:
- La consegna della copia della lettera ai giornalisti affinché la pubblicassero è stata un'iniziativa solo di alcuni firmatari, uno o due, o di tutti i quattro?
- Il cardinale Burke nelle sue diverse interviste dopo la pubblicazione della lettera ha parlato a titolo personale o a nome del "gruppo"? C'è stato o non un accordo in tal senso con gli altri porporati?
- La "correzione formale" (del magistero del Papa) annunciata e quasi minacciata a più riprese da parte del card. Burke ha un sostegno o un elaborato canonico alle spalle, visto che non risulta essere un istituto esistente? E se così fosse quali sarebbero le sue fondamenta?
- La "correzione formale", annunciata per dopo Natale, è un progetto solo del cardinale Burke, di tutti i quattro i porporati, o di alcuni?
- Quanto dichiarato dal card. Walter Brandmüller a Vatican Insider sono solo sue caute considerazioni o sono messaggi per il cardinale Burke? Tra loro si sono parlati o preferiscono comunicare i loro messaggi tramite la stampa.
- Quando il card. Walter Brandmüller dice a Vatican Insider che un'eventuale «correzione fraterna» del Papa dovrebbe avvenire «in camera caritatis» intende evidentemente dire che non dovrebbe realizzarsi in pubblico attraverso atti o scritti messi in circolazione. E perché allora la lettera venne consegnata ai giornalisti amici affinché la divulgassero? E questa correzione "in camera caritatis" sarebbe firmata da chi? Da alcuni porporati o da tutti i firmatari? E come si spiega la contraddizione tra far pubblicare una lettera privata al Papa per poi, non avendo la risposta richiesta, correggere il magistero pontificio in privato (cosa diranno i firmatari a coloro che hanno letto le 5 domande?, oppure si prevede già di consegnare ai giornalisti amici anche il testo della correzione "in camera caritatis"?)
- Il cardinale Brandmüller a Vatican Insider ha detto: "Devo, invece, ritenere che il cardinale Burke sia convinto che in prima istanza una correzione fraterna debba avvenire “in camera caritatis”." Cosa significa "ritenere che ..."? Il cardinale Brandmüller è a conoscenza o no della eventuale convinzione del cardinale Burke di procedere per via privata o pubblica nella sua correzione? Oppure sta lanciando dei suggerimenti?
- Se il card. Brandmüller dichiara sul card. Burke: "Devo dire che il cardinale ha espresso - in piena autonomia - la sua opinione, che senz'altro potrebbe essere condivisa pure da altri porporati" ... questo cosa significa? Che il card. Burke in precedenza non abbia sempre parlato a nome del gruppo? E se così fosse perché gli altri tre, o almeno Brandmüller, non hanno chiarito l'equivoco?
- Infine il card. Brandmüller conclude: "Noi cardinali attendiamo la risposta ai “dubia”, in quanto una mancata risposta potrebbe essere vista da ampi settori della Chiesa come un rifiuto dell'adesione chiara e articolata alla dottrina definita".
"Noi cardinali ..." ... noi chi?, loro 4 o tutto il Collegio cardinalizio, o la metà o un terzo ... quanti?
E poi perché "una mancata risposta" da parte del Papa alla lettera comporterebbe che "ampi settori della Chiesa" la dovrebbero considerare "un rifiuto dell'adesione chiara e articolata alla dottrina definita"?
Dov’è la logica e la consistenza di una simile affermazione? Oppure si vuole dire che la non riposta del Papa è già "un rifiuto dell'adesione chiara e articolata alla dottrina definita"?
(fonte: Il Sismografo)
Vedi anche alcuni dei nostri post precedenti sugli attacchi a Papa Francesco:
e per essere chiari ed evitare altri eventuali dubbi...