domenica 20 novembre 2016

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n.51/2015-2016 (C) di Santino Coppolino



'Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)

Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino


Vangelo: Lc 23,35-43



Nella solennità di Gesù Cristo, Re dell'Universo, la liturgia ci presenta il brano del Vangelo di Luca, della crocifissione di Gesù. In esso è manifestata la regalità di Gesù che regna dall'alto della croce, condanna crudele e terribile, punizione degli schiavi, ma suo trono dal quale egli governa compiendo 
il giudizio del Padre sul mondo, perdonando i suoi crocifissori e spalancando le porte del Regno ai malfattori. La sua regalità manifesta la Misericordia del Padre che non accusa, non giudica, non condanna ma perdona tutti nella consegna totale di sé nel Figlio crocifisso. Sul Golgota "comprendiamo bene cosa significa che Gesù è re e qual'è la salvezza che ci dona: l'unico suo potere è amare fino alla morte"(cit.). La salvezza portata da Gesù non è certo quella attesa e sperata dagli uomini, egli ama noi - suoi nemici - portando il male e resistendo alle sue suggestioni pur di non restituirlo. Martire, cioè testimone dell'amore del Padre per tutti i suoi figli, "respinge come tentazioni sataniche le nostre attese di salvezza, basate sui segni di forza e di potenza, che moltiplicherebbero quel male che vogliamo fuggire"(cit.). La Misericordia è la chiave di lettura per comprendere il Signore Gesù: egli è il Kyrios che non ci libera dalla morte ma nella morte, la attraversa in tutta la sua tragicità perché noi non viviamo più nel timore, come schiavi, ma come figli, coscienti di essere perdonati perché amati . Crolla allora l'idolo, l'immagine satanica del Dio terribile che sta all'origine della paura della morte. E' fondamentale allora evitare la trappola delle proprie attese per accogliere la prospettiva del progetto d'amore del Padre, riconciliandoci con Lui e con i fratelli, accogliendo il suo amore che ci è stato donato nel suo Figlio Gesù.