domenica 16 ottobre 2016

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 46/2015-2016 (C) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)


Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino


Vangelo: Lc 18,1-8




Una superficiale lettura del primo versetto della pericope può trarre in inganno su cosa significhi: "bisogna pregare sempre senza stancarsi (egkakein, lett.= incattivirsi)". Gesù non intende certo darci un altro insegnamento sulla preghiera o sulla insistenza della stessa. Di questo ha già ampiamente parlato in precedenza ai capitoli 11 e 12. Questo brano vuole invece rispondere alla domanda che sale da tutta la Chiesa: perché il Regno fatica ad instaurarsi e il Signore ancora non viene? La comunità si sente come la vedova, priva di uno Sposo che sembra rimanere insensibile ai suoi "pugni negli occhi"(Ypopiazo = colpire sotto gli occhi), alla sua continua e molesta insistenza. 
Il Signore tarda a venire perché noi siamo indifferenti a lui, ed il suo Regno di misericordia e di amore non sta al centro, nel cuore dei nostri desideri. Questa è la ragione per cui bisogna pregare sempre senza diventare cattivi." L'invocazione: 'Venga il tuo Regno' è il cuore della preghiera che Gesù ci ha insegnato. L'uomo è incapace di realizzare il Regno. E' un dono del Padre! Egli può soltanto accoglierlo. E lo accoglie solo chi lo attende. E lo attende solo se lo desidera" (cit.). La preghiera dell'uomo permette al Padre di venire e di essere accolto. L'invocazione orante infatti ci rende capaci di scorgere i piccolissimi semi del Regno, resosi già presente nella storia dolorosa e nascosta dei  piccoli, dei poveri, degli ultimi. "Solo alla fine si rivelerà in tutta la sua Gloria, ma è già in mezzo a noi, 'hic et nunc', nel cammino faticoso della nostra esistenza, nell'attesa della sua venuta."(cit.).