domenica 23 ottobre 2016

GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE - Parola di giustizia di Giulio Albanese - Chiesa missionaria, testimone di misericordia ... "Oggi è tempo di coraggio!!" di Papa Francesco

23 OTTOBRE 2016 - GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE



Parola di giustizia 

di Giulio Albanese






"... il modo più efficace per dare continuità all’Anno giubilare, stando sempre al messaggio di Francesco, è quello di «uscire, come discepoli missionari, ciascuno mettendo a servizio i propri talenti, la propria creatività, la propria saggezza ed esperienza nel portare il messaggio della tenerezza e della compassione di Dio all’intera famiglia umana». Una Missione, dunque, «Nel nome della Misericordia», come recita lo slogan scelto per la Giornata dalla Fondazione Missio che rappresenta in Italia le Pontificie opere missionarie.

D’altronde, è sufficiente riflettere su quanto sta avvenendo sul palcoscenico della storia dove, quotidianamente, un numero indicibile di uomini e di donne sono ostaggio di logiche perverse in quelle che il Santo Padre, pertinentemente, definisce «periferie geografiche ed esistenziali» del nostro tempo. Si tratta di vittime sacrificali nel contesto della «globalizzazione dell’indifferenza», rispetto alle quali la comunità ecclesiale, nel suo complesso, semplicemente non può essere indifferente.

È sufficiente, ad esempio, riflettere su quanto sta avvenendo in Siria o in Iraq, per non parlare della martoriata regione congolese del Kivu settentrionale o in altre regioni dell’Africa subsahariana, per rendersi conto dell’egoismo che attanaglia l’animo umano. E cosa dire della finanza speculativa che ha acuito a dismisura la divaricazione tra ricchi e poveri, penalizzando l’economia reale e dunque sconvolgendo il cosiddetto "mercato del lavoro"?

Per non parlare del fenomeno migratorio che interpella le società europee e in particolare le Chiese di antica tradizione. Da questo punto di vista è urgente l’impegno di tutti i credenti, non fosse altro per il fatto che nel mondo "villaggio globale" le responsabilità sono condivise. Ecco perché è fondamentale cogliere, in chiave missionaria, il rapporto tra giustizia e misericordia. Non sono due aspetti in contrasto tra di loro, spiega il Papa nella Bolla di indizione del Giubileo, «ma due dimensioni di un’unica realtà che si sviluppa progressivamente fino a raggiungere il suo apice nella pienezza dell’amore». E poi chiarisce che «per superare la prospettiva legalista, bisognerebbe ricordare che nella Sacra Scrittura la giustizia è concepita essenzialmente come un abbandonarsi fiducioso alla volontà di Dio».

Una sfida che richiama, anche se non esplicitamente, l’antica tradizione della remissione dei debiti nei confronti soprattutto dei poveri, di coloro che vivono nei bassifondi della storia. La tradizionale colletta che verrà destinata alle Pontificie opere missionarie, in questo contesto, è il segno di una condivisione, all’insegna della solidarietà, di cui i nostri missionari e le nostre missionarie (membri di istituti o congregazioni, sacerdoti fidei donum e laici) sono i primi interpreti. Numericamente parlando, essi sono passati da oltre 24mila unità del 1990, a circa ottomila di oggi. Il calo è sotto gli occhi di tutti e dice come occorra recuperare lo slancio e l’entusiasmo missionario, nella consapevolezza, come dice papa Francesco, che la Chiesa per seguire il suo Signore deve essere davvero «in uscita».

Il messaggio di Papa Francesco
Chiesa missionaria, 
testimone di misericordia

Cari fratelli e sorelle,
il Giubileo Straordinario della Misericordia, che la Chiesa sta vivendo, offre una luce particolare anche alla Giornata Missionaria Mondiale del 2016: ci invita a guardare alla missione ad gentes come una grande, immensa opera di misericordia sia spirituale che materiale. In effetti, in questa Giornata Missionaria Mondiale, siamo tutti invitati ad “uscire”, come discepoli missionari, ciascuno mettendo a servizio i propri talenti, la propria creatività, la propria saggezza ed esperienza nel portare il messaggio della tenerezza e della compassione di Dio all’intera famiglia umana. In forza del mandato missionario, la Chiesa si prende cura di quanti non conoscono il Vangelo, perché desidera che tutti siano salvi e giungano a fare esperienza dell’amore del Signore. Essa «ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo» (Bolla Misericordiae Vultus, 12) e di proclamarla in ogni angolo della terra, fino a raggiungere ogni donna, uomo, anziano, giovane e bambino.
La misericordia procura intima gioia al cuore del Padre quando incontra ogni creatura umana; fin dal principio, Egli si rivolge amorevolmente anche a quelle più fragili, perché la sua grandezza e la sua potenza si rivelano proprio nella capacità di immedesimarsi con i piccoli, gli scartati, gli oppressi (cfr Dt 4,31; Sal 86,15; 103,8; 111,4). Egli è il Dio benigno, attento, fedele; si fa prossimo a chi è nel bisogno per essere vicino a tutti, soprattutto ai poveri; si coinvolge con tenerezza nella realtà umana proprio come farebbero un padre e una madre nella vita dei loro figli (cfr Ger 31,20). Al grembo materno rimanda il termine usato nella Bibbia per dire la misericordia: quindi all’amore di una madre verso i figli, quei figli che lei amerà sempre, in qualsiasi circostanza e qualunque cosa accada, perché sono frutto del suo grembo. È questo un aspetto essenziale anche dell’amore che Dio nutre verso tutti i suoi figli, in modo particolare verso i membri del popolo che ha generato e che vuole allevare ed educare: di fronte alle loro fragilità e infedeltà, il suo intimo si commuove e freme di compassione (cfr Os 11,8). E tuttavia Egli è misericordioso verso tutti, il suo amore è per tutti i popoli e la sua tenerezza si espande su tutte le creature (cfr Sal 145,8-9).
La misericordia trova la sua manifestazione più alta e compiuta nel Verbo incarnato. Egli rivela il volto del Padre ricco di misericordia, «parla di essa e la spiega con l’uso di similitudini e di parabole, ma soprattutto egli stesso la incarna e la personifica» (Giovanni Paolo II, Enc. Dives in misericordia, 2). Accogliendo e seguendo Gesù mediante il Vangelo e i Sacramenti, con l’azione dello Spirito Santo noi possiamo diventare misericordiosi come il nostro Padre celeste, imparando ad amare come Lui ci ama e facendo della nostra vita un dono gratuito, una segno della sua bontà (cfr Bolla Misericordiae Vultus, 3). La Chiesa per prima, in mezzo all’umanità, è la comunità che vive della misericordia di Cristo: sempre si sente guardata e scelta da Lui con amore misericordioso, e da questo amore essa trae lo stile del suo mandato, vive di esso e lo fa conoscere alle genti in un dialogo rispettoso con ogni cultura e convinzione religiosa.
A testimoniare questo amore di misericordia, come nei primi tempi dell’esperienza ecclesiale, sono tanti uomini e donne di ogni età e condizione. Segno eloquente dell’amore materno di Dio è una considerevole e crescente presenza femminile nel mondo missionario, accanto a quella maschile. Le donne, laiche o consacrate, e oggi anche non poche famiglie, realizzano la loro vocazione missionaria in svariate forme: dall’annuncio diretto del Vangelo al servizio caritativo....
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Chiesa missionaria, testimone di misericordia

"Oggi è tempo di coraggio!!" 
(Papa Francesco, Angelus del 23 ottobre 2016) 

Oggi è tempo di missione ed è tempo di coraggio! Coraggio di rafforzare i passi vacillanti, di riprendere il gusto dello spendersi per il Vangelo, di riacquistare fiducia nella forza che la missione porta con sé. È tempo di coraggio, anche se avere coraggio non significa avere garanzia di successo. Ci è richiesto il coraggio per lottare, non necessariamente per vincere; per annunciare, non necessariamente per convertire. Ci è richiesto il coraggio per essere alternativi al mondo, senza però mai diventare polemici o aggressivi. Ci è richiesto il coraggio per aprirci a tutti, senza mai sminuire l’assolutezza e l’unicità di Cristo, unico salvatore di tutti. Ci è richiesto coraggio per resistere all’incredulità, senza diventare arroganti. Ci è richiesto anche il coraggio del pubblicano del Vangelo di oggi, che con umiltà non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Oggi è tempo di coraggio! Oggi ci vuole coraggio!

La Vergine Maria, modello della Chiesa “in uscita” e docile allo Spirito Santo, ci aiuti ad essere tutti, in forza del nostro Battesimo, discepoli missionari per portare il messaggio della salvezza all’intera famiglia umana.

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