mercoledì 21 settembre 2016

Assisi 20 settembre 2016 Giornata di Preghiera per la pace - Papa Francesco: arrivo - incontro con i partecipanti all'evento interreligioso 'Sete di pace' - pranzo (cronaca, foto e video)



 Assisi 20 settembre 2016 

Papa Francesco è arrivato ad Assisi per la Giornata di Preghiera per la pace che chiude l'evento interreligioso 'Sete di pace' organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio, dalla diocesi di Assisi e dalle Famiglie Francescane. 
L’elicottero con a bordo il Papa ha solcato un cielo limpidissimo per atterrare poco dopo le 11.00 nel campo sportivo “Migaghelli” a Santa Maria degli Angeli, proprio sotto Assisi. Ad accoglierlo, per primo, il calore del vescovo della città, mons. Domenico Sorrentino, insieme alle autorità istituzionali, tra le quali il sindaco Stefania Proietti. 
Al momento dell'arrivo le campane di tutte le chiese di Assisi hanno suonato a festa
All’arrivo al Sacro Convento, il Papa è sceso dalla sua auto dirigendosi senza esitazione, sorridente, verso Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli; poi ancora abbracci con il Patriarca siro-ortodosso di Antiochia, Sua Santità Ignatius Aphrem II, con l'arcivescovo di Canterbury e Primate della Chiesa di Inghilterra, Sua Grazia Justin Welby. Calore anche con il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, e con il vice-presidente dell’Università Al-Azhar, il prof. Abbas Shuman.

Tutti, insieme al Custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti, hanno raggiunto il Chiostro Sisto IV, dove il Papa ha salutato personalmente uno ad uno con i rappresentanti delle Chiese e delle religioni mondiali, rappresentanti istituzionali, del mondo della cultura, i vescovi dell’Umbria e un gruppo di rifugiati che hanno partecipato all’incontro per la pace. Tra i flash delle macchine fotografiche, Francesco ha guardato tutti negli occhi, parlato con tutti, incoraggiato e con la delicatezza di un padre ha accarezzato e benedetto i bambini presenti e chi era seduto in sedia a rotelle. Tanta la gioia e la commozione.
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Pranzo della pace con 25 rifugiati
Il Pranzo della Pace si è svolto Refettorio dei frati con un menu molto semplice, francescano, rispettoso delle differenti tradizioni religiose.Tra gli invitati alla mensa del Pontefice e degli altri rappresentanti delle diverse religioni i migranti ospitati del Cara di Castelnuovo di Porto, gestito da Auxilium. Provengono da Siria, Eritrea, Nuova Guinea, Nigeria, Pakistan e Afghanistan. C'è una famiglia siriana di Yarmuk, città assediata dai miliziani dello stato islamico, composta dal papà, dalla mamma e da una bambina di sei anni. Sono arrivati coi 'corridoi umanitarì anche cinque cristiani siriani: sono cattolici assiri Fadi e Ruba, che, col figlio undicenne Murkus, sono fuggiti da Hasake; di confessione armena sono Osep, Kevork e Tamar, che più tardi interverrà sul palco della cerimonia conclusiva, testimoniando sulla sofferenza della sua città, Aleppo. C'è una ragazza eritrea di 25 anni, Nura, scappata dal suo Paese dove era stata costretta a lasciare gli studi e ad arruolarsi nell'esercito. E c'è Ibraim, un ragazzo della Nuova Guinea, musulmano, che aveva rischiato di morire di stenti in Libia dove era andato alla ricerca del padre che lo aveva abbandonato da piccolo. Vengono dalla regione insanguinata da Boko Haram le nigeriane Paulina ed Evelyn; è fuggita dall'Eritrea Enes, mentre è originario del Mali il ventitreenne Alou, sopravvissuto a un terribile viaggio su un barcone dalla Libia alla Sicilia.

La torta per i 25 anni di patriarcato di Bartolomeo I
"La preghiera per la pace è stata preparata da un bel momento di convivialità", riferisce il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi. Al tavolo del Papa, sedevano accanto a lui da una parte il Patriarca ecumenico Bartolomeo I e dall'altra il prete albanese Ernst Simoni Troshani che ha vissuto la dittatura in Albania e che il Papa aveva già incontrato nel suo viaggio a Tirana come testimone di quel periodo, passato dal sacerdote per quasi vent'anni in carcere. Al tavolo del Papa anche il Rabbino David Rosen, il filosofo polacco Zygmunt Bauman, l'arcivescovo di Canterbury Justin Welby e una rifugiata. A concludere la festa una torta con 25 candeline per festeggiare i 25 anni di patriarcato di Bartolomeo I.

I rifugiati: abbiamo sentito l'amore di San Francesco
Dopo le sofferenze che tanti di loro hanno patito in mare e nei deserti, aggrappati a gommoni e mezzi di fortuna, per i rifugiati ospiti del "pranzo di pace" con il Papa e gli altri leader religiosi, le tante attenzioni ricevute alla tavola di Assisi hanno "come fatto sentire l'amore di San Francesco". Per questo alla fine sono apparsi emozionati, felici. "Grazie", hanno ripetuto. "Prima di entrare nel refettorio - ha raccontato ancora una giovane etiope Enas - il Papa ci ha salutati uno ad uno. Ha voluto sapere di dove siamo e come siamo arrivati in Italia. Io gli ho detto di avere fatto il viaggio in barca navigando nel mediterraneo dopo avere attraversato il deserto". È invece arrivato grazie a un corridoio umanitario Kevork, siriano di origini armene. "Siamo stati serviti a tavola - ha detto - dai frati, è stata una splendida accoglienza con tutti intorno a noi. In uno spirito di fratellanza e di umiltà. Quello di cui abbiamo bisogno. È stato come vivere l'amore di San Francesco". Anche a lui Papa Bergoglio ha chiesto di dove fosse. "Gli ho risposto di Aleppo - ha proseguito - e a quel punto il Santo Padre ha detto: 'città martire...'".
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