giovedì 28 luglio 2016

Viaggio di Papa Francesco in Polonia - XXXI Giornata Mondiale della Gioventù - Arrivo a Cracovia - Incontro con le autorità - Incontro con i vescovi (testi, foto e video)

 27 luglio 2016 

Al suo arrivo, poco dopo le 16, all’aeroporto internazionale di “Giovanni Paolo II” di Balice-Cracovia, il Santo Padre è stato accolto dalle principali autorità civili ed ecclesiastiche, a partire dal presidente della Repubblica di Polonia, Andrzej Duda e dal cardinale arcivescovo di Cracovia, Stanisław Dziwisz. Assieme a loro migliaia di fedeli comuni, in uno sbandierio di colori bianco-gialli e bianco-rossi.

Mentre sullo sfondo risuonavano senza soluzione di continuità i canti di accoglienza, alla discesa del Vescovo di Roma dalla scaletta dell’aereo, lo speaker ha proclamato in italiano: “Benvenuto a Cracovia!”.
Dopo l’esecuzione degli inni, degli onori militari e la rituale presentazione delle rispettive delegazioni, Francesco è stato accompagnato nel cortile del Wawel, per l’incontro con le autorità, la società civile e il corpo diplomatico.

Cerimonia di accoglienza Guarda il video

Papa Francesco è arrivato sotto la pioggia – alle 17,15, con un quarto d’ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia – percorrendo l’ultimo tratto in “papamobile scoperta”, al suo primo appuntamento pubblico in terra di Polonia. 

Una grande folla di ragazzi, arrivati da 178 paesi, ha salutato il passaggio di Papa Francesco nel centro di Cracovia mentre si recava al Wawel per l'incontro con le autorità dello Stato polacco. 

Il Castello di Wawel, luogo classico della storia città di Cracovia, per cinque secoli luogo del regno della Polonia, è stato il teatro dell’incontro con le autorità, la società civile e il corpo diplomatico: circa 800 persone lo hanno accolto nel Cortile d’onore, per ascoltare prima il discorso del presidente della Repubblica e poi il discorso del Papa, che è stato salutato da monsignor Stanislaw Gadechi, presidente dei vescovi polacchi. Al termine, il presidente e la consorte accompagneranno il Papa all’intero del Palazzo per l’incontro privato: poi la visita di cortesia, con il Papa e il presidente nella Sala degli Uccelli, e l’incontro tra il cardinale segretario di Stato, il nunzio, il primo ministro e altre autorità governo polacco. Ha fatto seguito la presentazione della famiglia del presidente polacco al Papa e lo scambio doni: quello del Papa è una medaglia del viaggio in formato grande. 




Signor Presidente,
Distinte Autorità,
Distinti Membri del Corpo Diplomatico,
Magnifici Rettori,
Signore e Signori,

Saluto con deferenza il Signor Presidente e lo ringrazio per la generosa accoglienza e per le cortesi parole. Sono lieto di salutare i distinti membri del Governo e del Parlamento, i Rettori universitari, le Autorità regionali e cittadine, come pure i membri del Corpo Diplomatico e le altre Autorità presenti. È la prima volta che visito l’Europa centro-orientale e sono lieto di iniziare dalla Polonia, che ha avuto fra i suoi figli l’indimenticabile san Giovanni Paolo II, ideatore e promotore delle Giornate Mondiali della Gioventù. Egli amava parlare dell’Europa che respira con i suoi due polmoni: il sogno di un nuovo umanesimo europeo è animato dal respiro creativo e armonico di questi due polmoni e dalla comune civiltà che trova nel cristianesimo le sue radici più solide. ...

Nella vita quotidiana di ogni individuo, come di ogni società, vi sono però due tipi di memoria: buona e cattiva, positiva e negativa. La memoria buona è quella che la Bibbia ci mostra nel Magnificat, il cantico di Maria, che loda il Signore e la sua opera di salvezza. La memoria negativa è invece quella che tiene lo sguardo della mente e del cuore ossessivamente fissato sul male, anzitutto su quello commesso dagli altri. Guardando alla vostra storia recente, ringrazio Dio perché avete saputo far prevalere la memoria buona...

Così la nobile nazione polacca mostra come si può far crescere la memoria buona e lasciar cadere quella cattiva. Per questo si richiede una salda speranza e fiducia in Colui che guida i destini dei popoli, apre porte chiuse, trasforma le difficoltà in opportunità e crea nuovi scenari laddove sembrava impossibile. Lo testimonia proprio la vicenda storica della Polonia: dopo le tempeste e le oscurità, il vostro popolo, ristabilito nella sua dignità, ha potuto cantare, come gli ebrei al ritorno da Babilonia: «Ci sembrava di sognare. […] la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia» (Sal 126,1-2). La consapevolezza del cammino compiuto e la gioia per i traguardi raggiunti danno forza e serenità per affrontare le sfide del momento, che richiedono il coraggio della verità e un costante impegno etico, affinché i processi decisionali e operativi come pure le relazioni umane siano sempre rispettosi della dignità della persona. Ogni attività ne è coinvolta: anche l’economia, il rapporto con l’ambiente e il modo stesso di gestire il complesso fenomeno migratorio.

Quest’ultimo richiede un supplemento di saggezza e di misericordia, per superare le paure e realizzare il maggior bene. Occorre individuare le cause dell’emigrazione dalla Polonia, facilitando quanti vogliono ritornare. Al tempo stesso, occorre la disponibilità ad accogliere quanti fuggono dalle guerre e dalla fame; la solidarietà verso coloro che sono privati dei loro fondamentali diritti, tra i quali quello di professare in libertà e sicurezza la propria fede. Nello stesso tempo vanno sollecitate collaborazioni e sinergie a livello internazionale al fine di trovare soluzioni ai conflitti e alle guerre, che costringono tante persone a lasciare le loro case e la loro patria. Si tratta così di fare il possibile per alleviare le loro sofferenze, senza stancarsi di operare con intelligenza e continuità per la giustizia e la pace, testimoniando nei fatti i valori umani e cristiani.

Alla luce della sua millenaria storia, invito la Nazione polacca a guardare con speranza al futuro e alle questioni che deve affrontare. Tale atteggiamento favorisce un clima di rispetto tra tutte le componenti della società e un confronto costruttivo tra le diverse posizioni; inoltre, crea le condizioni migliori per una crescita civile, economica e persino demografica, alimentando la fiducia di offrire una vita buona ai propri figli. Essi infatti non dovranno soltanto affrontare problemi, ma godranno le bellezze del creato, il bene che sapremo compiere e diffondere, la speranza che sapremo donare loro. Le stesse politiche sociali a favore della famiglia, primo e fondamentale nucleo della società, per sovvenire quelle più deboli e povere e sostenerle nell’accoglienza responsabile della vita, saranno in questo modo ancora più efficaci. La vita va sempre accolta e tutelata – entrambe le cose insieme: accolta e tutelata – dal concepimento alla morte naturale, e tutti siamo chiamati a rispettarla e ad averne cura. D’altra parte, allo Stato, alla Chiesa e alla società compete di accompagnare e aiutare concretamente chiunque si trovi in situazioni di grave difficoltà, affinché un figlio non venga mai sentito come un peso ma come un dono, e le persone più fragili e povere non siano abbandonate. ...


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Dopo l’incontro al Wavel, Papa si è trasferito alla cattedrale di Cracovia, una sorta di santuario della nazione, di sintesi della storia polacca, dove il Papa ha incontrato i 130 vescovi polacchi. 


Prima dell'incontro Papa Francesco ha pregato davanti all'edicola di San Stanislao, nella Cattedrale di Cracovia.



Nell'incontro con i vescovi polacchi - introdotto dal saluto del cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, - il Papa ha avuto un dialogo informale a porte chiuse. 

“Ti do il benvenuto a Cracovia, nella cattedrale di Wawel”. È il saluto del cardinale Stanislaw Dziwicz, arcivescovo di Cracovia, storico sergetario di Giovanni Paolo II, a Papa Francesco, durante l’incontro con i vescovi polacchi, che si è tenuto questo pomeriggio in forma riservata, a porte chiuse. “Nelle mura di questo tempio – ha proseguito il porporato – da un migliaio di anni è registrata la memoria della nazione polacca; la memoria dei grandi eventi della nostra storia, delle nostre vittorie e sconfitte, delle nostre sofferenze e speranze. Qui batte il cuore della Polonia! Qui riposa il vescovo di Cracovia e martire, san Stanislao, intrepido difensore dei diritti dell’uomo, che nel secolo XI ha dato la vita in difesa del popolo ed è diventato il patrono dell’ordine morale nella nostra Patria”. “In questa cattedrale molte volte ha celebrato l’Eucaristia il metropolita di Cracovia, card. Karol Wojtyła”, ha ricordato il suo segretario particolare: “Da qui egli, nell’ottobre 1978, è partito per Roma, per diventare vescovo della Città Eterna. E’ ritornato qui varie volte, come Giovanni Paolo II”.

“Oggi – ha proseguito il porporato – il vescovo di Roma è venuto da noi, per vivere in questi giorni, con i giovani di tutto il mondo, la festa della fede, per confermare noi tutti nella fede, per mostrare al mondo il volto giovane e misericordioso della Chiesa. Come non ringraziare l’Onnipotente per tutto quello che stiamo vivendo, nel 1050° anniversario del Battesimo della Polonia e nell’Anno Santo della Misericordia?”. Rivolgendosi direttamente a Francesco, il cardinale Dziwicz ha concluso: “Padre Santo, ti diamo il benvenuto con grandissima gioia! La tua presenza tra noi rende più profonda la nostra consapevolezza di appartenere alla Chiesa universale, che supera i confini delle nazioni, delle culture e delle lingue. Presteremo orecchio alle tue parole. Terremo gli occhi fissi sul tuo amichevole viso”.

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