sabato 23 luglio 2016

L'appello dei bambini siriani: “Trovateci e venite a salvarci” #PokemonInSyria.

Se nel resto del mondo l'ossessione per Pokémon Go sta dilagando ogni giorno che passa, e in alcuni casi sta perfino sfuggendo di mano, in un paese come la Siria dilaniato da cinque anni di guerra civile, i personaggi della saga animata sono stati impiegati per un altro scopo. 

Nessuna applicazione scaricata su smartphone, ma un foglio da disegno su cui sono stati riprodotti Pikachu, Squirtle o altri, e in basso un messaggio in arabo molto chiaro che recita così: "Trovateci e venite a salvarci". 

A esibire quei fogli da disegno alcuni bambini siriani protagonisti della campagna di sensibilizzazione lanciata su Twitter dall'organo di comunicazione delle forze rivoluzionarie siriane (The Revolutionary Forces of Syria Media Office) attraverso l'hashtag #PokemonInSyria.

Più che un appello, questa iniziativa suona come una provocazione lanciata al fine di spostare l'attenzione sul conflitto siriano, che finora ha provocato almeno 450mila morti, e sulle condizioni di vita dei bambini costretti a vivere sotto la costante paura della morte. 

Qui di seguito i tweet ...


Loro non stanno giocando. Basta guardarli negli occhi per capirlo. Anche se la loro età dovrebbe essere quella dedicata al gioco, loro, i bambini siriani, costretti in una guerra interminabile da oltre cinque anni, non possono farlo. E chiedono aiuto anche al fenomeno Pokémon Go. Sono diventati infatti protagonisti di una campagna di sensibilizzazione, lanciata su Twitter dall'organo di comunicazione delle forze rivoluzionarie siriane (The Revolutionary Forces of Syria Media Office) attraverso l'hashtag #PokemonInSyria.

Ci mettono la faccia, loro malgrado ancora una volta, si fanno fotografare e con un foglio da disegno in mano su cui sono stati riprodotti Pikachu, Squirtle e gli altri personaggi di Pokémon Go, lanciano un messaggio capace di trafiggere come una spada anche i meno sensibili.

Sotto al disegno si legge: «Trovateci e venite a salvarci». Pokémon Go é un vero e proprio cortocircuito tra il reale e il digitale che ha coinvolto il popolo dei giocherelloni, una caccia ai personaggi Nintendo tra spazio materiale e spazio reale.

Sono centocinquantuno le creature fantastiche da cercare che si aggirano per il pianeta, già ma quanti sono i bambini siriani da trovare e portare in salvo?
(fonte: Vanity Fair «Invece dei Pokémon, trovate noi» di Alessia Arcolaci)

L’ultima stazione dell’orrore che ha inghiottito la Siria si chiama Manbij, città nella provincia settentrionale siriana di Aleppo, occupata dagli uomini del Deash e circondata dalle milizie curde. Trentacinque mila bambini vi sono rinchiusi, stretti in una gigantesca trappola. E rischiano di morire di fame. La Coalizione internazionale si prepara a intervenire. Con tanto di ultimatum, scritto in volantini lanciati sulla zona, ai miliziani jihadisti: «Via da Manbij entro 48 ore». 

La strage è continua. L’orrore quotidiano. «Nell’ultimo mese e mezzo e con l’intensificarsi della violenza sono morte circa 2.300 persone», dice la rappresentante dell’Unicef in Siria, Hana Singer. «Venti bambini sono morti negli ultimi sette giorni ». Le Nazioni Unite chiedono una tregua, una finestra di 48 ore agli aiuti umanitari di arrivare ad Aleppo e in altre zone colpite dalla guerra. Per Jan Egeland, consigliere per gli aiuti umanitari dell’inviato Onu Staffan de Mistura, è l’unico modo per salvare vite dove le persone rischiano di morire di fame». I rifornimenti di aiuti sono bloccati dallo scorso 7 luglio, quando i combattimenti hanno tagliato la cosiddetta Castello Road. «Ci sarebbero 200mila-300mila persone che non possono essere raggiunte», ha spiegato ancora il rappresentante Onu. 

E gli attivisti siriani ricorrono persino ai Pokemon Go pur di attirare l’attenzione del mondo sulla tragedia siriana...