sabato 30 luglio 2016

In Francia ed in Italia Musulmani domenica in chiesa?


Musulmani domenica in chiesa? 
C'è attesa
di Marina Corradi



Sarebbe una cosa grande. Se anche solo uno su dieci dei cinque milioni di islamici che vivono in Francia rispondesse all’appello del Consiglio francese per il culto musulmano e domenica si recasse in una chiesa, nell’ora della Messa, in segno di solidarietà dopo Rouen, sarebbe davvero una cosa grande. Tanto grande che, abituati come siamo al cinismo e al pessimismo, quasi fatichiamo a crederci. Davvero gli islamici di Francia sapranno seguire l’invito e si spingeranno nelle chiese, in segno di «solidarietà e compassione» – così recita il comunicato del Cfcm – per il «vile omicidio» di un sacerdote? Domenica vedremo. Intanto però si può dire che già questo appello, dall’organismo che rappresenta in maniera ufficiale le 2.500 moschee del Paese, è ciò che si sperava, uno dei segni che si attendevano. Non solo la presa di posizione di un imam o di un altro, ma l’invito a un gesto corale. 

Troppo grande è stato l’orrore di Saint-Etienne-du-Rouvray, di un prete anziano e inerme massacrato, perché bastino parole isolate o estemporanee. C’era, in quel coltello sulla gola di un sacerdote cattolico, il timbro sinistro di un incubo: una pulizia etnico religiosa premeditata da una minoranza aggressiva, e insieme una sottesa minaccia: se è un obiettivo la chiesa di un piccolo paese francese, ogni vostra chiesa è un obiettivo. Troppo duro, ingiusto e pesante l’urto di Saint- Etienne, perché bastino, a fronteggiarlo, parole leggere. 

La scelta del Consiglio francese per il culto musulmano è invece forte: recarsi fisicamente in una chiesa, dire: vi siamo vicini. Sarebbe un gesto fondamentale in una Francia, per non dire in un Occidente, che con il fiato sospeso sta misurandosi con questo luglio di sangue e con le energie civili, morali e spirituali di cui dispone. 

Sarebbe una solidarietà benefica, come pioggia sulla terra resa arida da spietati e folli seminatori di odio, mentre le grida degli xenofobi e degli ipernazionalisti tendono a identificare tutti gli islamici del mondo con il 'nemico', mentre uno scenario angoscioso da 'guerra' non dichiarata e però feroce e totale appare non più un assurdo spettro, ma una possibilità, seppure lontana, in un almeno un Paese d’Europa già troppo martoriato. Potrebbe essere, la prossima domenica nelle chiese francesi, un segno di pace anche per un Vecchio Continente che dopo Nizza, Monaco, Ansbach, Rouen, si sente stretto nella morsa dell’angoscia, e si chiede se un lungo arco di anni di pace stia esaurendosi, per mano di solitari ed efferati terroristi. 

Bisognerà vedere se i musulmani di Francia raccoglieranno l’appello: se condividono la nostra volontà di pace o se già, sentendosi sommariamente accostati agli estremisti, non hanno maturato una posizione ostile o timorosa. Bisognerà vedere, e bisogna pregare per questa domenica francese. Quale respiro buono verrebbe a tutti noi, se davvero accadesse, da una domenica francese di solidarietà e di pace.
(fonte: Avvenire 29/07/2016)

Guarda il video del tg1

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Riportiamo in calce la traduzione del comunicato stampa diramato dall'IHEI (Institut des Hautes Etudes Islamiques), associazione partner con cui la CO.RE.IS. Italiana è gemellata in Francia.

La COREIS (Comunità Religiosa Islamica) Italiana sostiene e condivide pienamente la presa di posizione espressa nel comunicato dell’IHEI, organo che partecipa attivamente alle concertazioni con il Ministero dell'Interno della Repubblica Francese, e darà seguito anche in Italia a questa iniziativa di testimonianza di fratellanza spirituale: domenica 31 luglio, prima della Santa Messa, delegati della COREIS porteranno il saluto in chiesa al vescovo e al parroco nelle seguenti città: Roma, Milano, Novara, Genova, Verona, Sondrio, Ventimiglia, Brescia, Vicenza, Fermo, Siena, Piacenza, Brindisi, Palermo e Agrigento.

Ci sembra fondamentale in questo momento drammatico dare con questo saluto dei musulmani d'Italia un segno concreto di profondo rispetto della sacralità dei riti, dei ministri e dei luoghi di culto del Cristianesimo dove i fedeli e i cittadini ricevono le benedizioni della comunione spirituale.

Comunicato dell’IHEI 
Institut des Hautes Etudes Islamiques

I membri dell'Istituto di Alti Studi Islamici (IHEI) esprimono il proprio sgomento e cordoglio di fronte al barbaro omicidio perpetrato contro padre Jacques Hamel a Saint Etienne du Rouvray, pochi giorni dopo la tragedia che ha colpito decine di persone innocenti sulla Promenade des Anglais a Nizza.

Le nostre preghiere e la nostra vicinanza vanno alla memoria di padre Jacques Hamel, a tutte le vittime e alle loro famiglie.

La vita umana è sacra e inviolabile, e nessuno può arrogarsi il diritto di toglierla.

Noi, cittadini francesi e credenti nell'unico Dio di Abramo, rifiutiamo ogni forma di violenza, fisica o verbale, e condanniamo con la massima fermezza questi atti di terrorismo che, usurpando il messaggio dell'Islam, cercano di seminare divisione ed esclusione all'interno della nostra comunità nazionale.

I musulmani francesi si sentono invece parte integrante della società laica, assieme a tutte le sue componenti e alle altre religioni, per contribuire attivamente all'edificazione di una società pacificata, più giusta e serena.

Nel momento in cui alcuni evocano ancora lo scontro di civiltà, è nostro dovere ingaggiarci in un autentico sforzo intellettuale e spirituale nello spirito di un riconoscimento reciproco. E' a questo questo sforzo al quale sono chiamati non soltanto tutti i fedeli e le fedeli di qualsiasi confessione o credo, ma anche tutti gli uomini e le donne "di buona volontà".

Questi avvenimenti tragici ci richiamano ancora di più alla necessità di operare in tal senso. E' in questa prospettiva di conoscenza autentica e fratellanza che l'Istituto di Alti Studi islamici continua a lavorare con i suoi fratelli e sorelle delle altre tradizioni religiose e con tutte le componenti della società, in Francia e in Europa.

Per mostrare il loro sostegno, i membri dell'Istituto di Alti Studi islamici si uniranno alla celebrazione della messa domenica 31 luglio, nelle cattedrali e nelle chiese di Parigi, Lione, Marsiglia, Gap, Embrun, Rennes, Lille, Perpignan e Tolone.

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"Un segno molto bello, enorme, lo aspettavamo": così i vescovi italiani commentano la decisione da parte dei leader dell'Islam, per primo quello francese, di lanciare un appello ai loro fedeli per recarsi domenica a messa nelle chiese, come gesto di solidarietà con i cattolici dopo i terribili fatti di Rouen, dove è stato ucciso un anziano sacerdote, padre Hamel, mentre celebrava Messa. 

Lo ha fatto ieri in Francia il Consiglio francese per il culto musulmano, che invita i responsabili delle moschee, gli Imam e i fedeli musulmani di recarsi "domenica mattina", 31 luglio, a Messa, magari nella chiesa più vicina a casa loro, per esprimere "solidarietà e cordoglio" dopo il "vile assassinio" di padre Jacques Hamel. Per l'organismo si tratta di un modo per esprimere "nuovamente" l'appoggio della comunità dei "musulmani di Francia" "ai nostri fratelli cristiani". Oggi è stata la volta dell'italiana Coreis. 

La Chiesa parla da Cracovia, stretta intorno al Papa e ai giovani per la Giornata mondiale della goventù. "Credo che sia un segno molto bello, un segno che aspettavamo e vuol dire come i credenti di tutte le religioni, in particolare cristiani e musulmani, condannino la violenza in nome di Dio, considerandola falsa e contraria ad ogni ispirazione religiosa", afferma Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, teologo e presidente della Commissione Cei per l'ecumenismo e il dialogo interreligiosicommenta l'iniziativa.

Sulla stessa linea d'onda il portavoce della Conferenza episcopale italiana, don Ivan Maffeis: "È un gesto enorme, mette fuori gioco chi vuole dividere, chi vuole una strategia del terrore". E che in qualche modo risponde anche a chi "pretende di sconfessare il Santo Padre. Ho letto parole molto dure in questi giorni ma la posizione della Chiesa è chiara, anche se non scontata per tutti".
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