mercoledì 6 aprile 2016

La verità su Giulio Regeni e le altre 533 vittime ... la forza delle mamme e il potere che perderà

Paola Regeni, la madre di Giulio, in conferenza stampa al Senato.

«Quello che è successo a Giulio non è un caso isolato», ha denunciato la madre, Paola Regeni. Lo ripetono gli attivisti egiziani sin dal ritrovamento del suo cadavere con chiari segni di tortura, mentre il governo del Cairo nega che pratiche simili vengano commesse sistematicamente dai suoi apparati. La verità su Giulio non è ancora emersa. Ma la sua morte ha portato l’attenzione sul fenomeno delle sparizioni forzate. «Nel diritto internazionale riguardano persone arrestate da agenti dello Stato o in borghese e portate in centri di detenzione ufficiali e non, tenute incommunicado e senza comparire di fronte a un giudice», spiega Riccardo Noury di Amnesty.

Il Corriere della Sera ha deciso di pubblicare online i nomi degli egiziani vittime di sparizioni forzate dall’agosto 2015 ad oggi, in base ai dati finora diffusi da due Ong: la Commissione Egiziana per i Diritti e le Libertà, diretta dall’ex ricercatore di Amnesty Mohamed Lotfy e il Centro El Nadim della psichiatra Aida Seif Al Dawla. Il totale è di 533 casi. Molti sono accusati di appartenere alla Fratellanza Musulmana o di essere dissidenti laici, ma non solo. Dopo settimane o mesi, alcune vittime riappaiono con segni di tortura e maltrattamenti. Ma di 396 scomparsi non si sa ancora nulla.




Le mamme dei «desaparecidos» e il potere che perderà

La morte violenta di Giulio Regeni è oggetto di contesa tra governo italiano e governo egiziano, e (parere personale) finora non era chiaro chi dei due avrebbe vinto. Non dico “chi avesse ragione”, ma “chi avrebbe vinto”. Perché pareva (pare ancora, e sempre di più) che a volere la morte di Giulio fosse un regime, che salda in sé il potere politico, il potere giudiziario, il potere poliziesco e il potere militare. Puoi avere ragione, tu padre o madre di un figlio ucciso, ma quando lotti contro questi poteri coalizzati avrai difficoltà a farla prevalere. 

Una madre contro un regime, da quando in qua vince? Un regime contro una madre, da quando in qua perde? Ora però i rapporti di forza cambiano: non è più “una” madre, ma sono “tante” madri a denunciare la scomparsa dei loro figli, in modalità coincidenti o concordanti, secondo fasi ripetitive: rapimento, sequestro, scomparsa per sempre o ricomparsa dopo giorni del cadavere con segni di tortura. Il governo contro il quale lotta la madre di Giulio Regeni non deve più spiegare la morte di Giulio, ma di alcune centinaia o un migliaio e mezzo di ragazzi come Giulio. Vedo circolare l’elenco di questi ragazzi, le loro facce, la loro biografia, la loro morte violenta.
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C’è stata una lunga trafila di leggi, condanne, assoluzioni e ricondanne, ma adesso la verità la sappiamo. Se fosse stata la lotta del potere contro una madre, la madre avrebbe perso, e del caso sapremmo poco o nulla. Ma è stata la lotta del potere contro “le madri”, e le madri non potevano perdere. In Egitto pare (per ora diciamo soltanto “pare”) che siamo a questa svolta. A noi interessa Giulio, perché Giulio è nostro figlio. Sulla morte di Giulio ci hanno mentito infinite volte, troppe. Ma ora scopriamo, notizia di ieri, che i ragazzi morti come Giulio in Egitto sono almeno 533 negli ultimi otto mesi. Le chiamano “sparizioni forzate”. 

La madre di Giulio (mi scusi, signora, anch’io l’ammiro) da sola non ha la forza di mettere in crisi il governo dell’Egitto. Guardavo la foto del capo del governo e, fino a ieri, mi dicevo: “Può cavarsela”. Ma oggi apprendo che alla madre di Giulio si uniscono le madri di tanti altri scomparsi. C’è un movimento di madri in Egitto, che si cercano. Guardo la foto del governatore che loro accusano, immagino i potenti che stan con lui, e gli dico: “Perderete”. Perché all’inizio questa tragedia chiedeva “un” atto di giustizia, adesso ne chiede mille o duemila. Se non fai giustizia perché è difficile, più la rimandi, più diventa difficile rimandarla ancora. Finché diventa impossibile.

Questo è il messaggio della mamma di Khaled_Said‬, una vittima delle tortura nelle carceri egiziane (al tempo di Mubarak), diretto alla mamma di ‎Giulio_Regeni‬. Un ponte di solidarietà tra le società civili in Egitto e Italia.
Video in arabo, sottotitolato in italiano e francese.
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