mercoledì 27 aprile 2016

DARE UN VOLTO UMANO ALLA CITTÀ - HOREB 1/2016 (n. 73)




DARE UN VOLTO UMANO ALLA CITTÀ

HOREB 1/2016  (n. 73)


TRACCE DI SPIRITUALITÀ 
A CURA DEI CARMELITANI



EDITORIALE

Uno dei motivi per cui si è dato vita alle città, riteniamo, sia stato quello di offrire all’uomo la possibilità di stabilire rapporti di comunione con altri uomini dandogli l’opportunità di emanciparsi dal nomadismo e nello stesso tempo di non chiudersi nel clan o nelle pareti domestiche.
L'idea di città, quindi, porta con sé il desiderio profondo di un progetto di una comunità solidale e nonviolenta, in grado di riconoscere le legittime differenze e di vivere i contrasti e di gestire insieme il proprio cammino attraverso una prassi di partecipazione dialogica e responsabile.
Ma, in effetti, la città storicamente non esprime questo volto. Al suo interno accanto alle potenzialità esplodono contraddizioni, per cui essa spesso diventata spazio dove, dietro la facciata, si sviluppano situazioni di anonimato e di indifferenza. Proprio nella città spesso ci si ritrova a vivere forme di solitudine, per cui pur ritrovandoci in mezzo a una folla ci si sente come stranieri, fatti oggetto di rifiuto e di violenza.
Tenendo conto di questa situazione, Papa Francesco nella “Evangelii Gaudium” lamenta: «quello che potrebbe essere un prezioso spazio di incontro e di solidarietà, spesso si trasforma nel luogo della fuga e della sfiducia reciproca. Le case e i quartieri si costruiscono più per isolare e proteggere che per collegare e integrare» (n. 75). Ed evidenzia, ancora, che nella città «vi sono cittadini che ottengono i mezzi adeguati per lo sviluppo della vita personale e familiare, però sono moltissimi i “non cittadini”, i “cittadini a metà” o gli “avanzi urbani”» (n. 74). Da qui l’invito, ai credenti a far proprio «il senso unitario e completo della vita umana che il Vangelo propone», nella consapevolezza che «vivere fino in fondo ciò che è umano e introdursi nel cuore delle sfide come fermento di testimonianza, in qualsiasi cultura, in qualsiasi città, migliora il cristiano e feconda la città» (n. 75).
La riflessione, a più voci, della monografia del presente quaderno, vuole essere un tentativo di individuare percorsi che possano ridare alla città un volto umano, dove sia possibile intrecciare relazioni condotte sotto lo sguardo e a misura di sguardo.
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