mercoledì 20 aprile 2016

Come l'amicizia di due bimbi ha sconfitto il tumore


La notizia ha fatto, in breve, il giro dei quotidiani olandesi. Un bimbo di 3 anni,Faber Wijdeven, di Eindhoven, affetto da un neuroblastoma, era condannato a morire, quando un suo compagno d’ospedale, Jasper (8 anni), pure gravemente malato, lanciò una campagna per raccogliere i soldi necessari affinché il piccolo amico potesse essere operato e curato negli Stai Uniti. 

Alcuni mesi dopo aver avviato la campagna, però, Jasper morì. 

Nel frattempo arrivarono tantissime donazioni per Faber, più dei 50mila euro necessari per il ricovero in America. Faber fu, dunque, operato con successo. In seguito, è tornato nei Paesi Bassi e sta bene. Ora ha 6 anni. 

Il neuroblastoma è un tumore maligno neuroendocrino embrionario caratteristico del bambino. Di solito solo uno su 5 sopravvive. Faber ha voluto, dunque, condividere il suo dono con gli altri. A sua volta, dunque, ha lanciato una campagna per raccogliere altro denaro a favore di bambini sofferenti della medesima patologia (da aggiungere a quelli risparmiati durante il viaggio negli Stati Uniti d’America), raggiungendo la somma di 115mila euro. 

Sabato scorso, esattamente a due anni di distanza da quando è stato dichiarato guarito, il piccolo ha fatto una festa nell’hotel del parco giochi Efteling, al termine della quale ha consegnato “ufficialmente” il denaro. La somma raccolta è stata equamente divisa fra la clinica Villa Joep, dove conobbe Jasper ed altri piccoli pazienti (purtroppo la maggior parte già deceduti), un’ associazione che si occupa di questo tipo di neolpasia e un centro di ricerca. 

Adesso Faber è «sano e pieno di vita», ha detto la madre Romy. «Dell’ospedale non parla mai; solo dei suoi amichetti degenti nello stesso periodo e del bello scivolo in cortile». Sul “resto” neanche un accenno....Con il “resto” mamma Romy intende 10 operazioni, 23 sedute di radioterapia, 28 giorni di immunoterapia ( molto dolorosa), iniezioni, sondini vari. «Anche se il cancro pare sia guarito – aggiunge il padre Joost – sappiamo che le tante medicine che gli hanno somministrato potrebbero creargli problemi in futuro al fegato e ai reni. Ma, per ora, ha vinto la sua prima grande battaglia». 

Mentre i genitori parlano, Faber salta sul «materasso a molle» nel giardino di casa. Sorride felice; fra le mani tiene un cartello che riproduce un assegno con la scritta 75mila, intestato alla “Villa Joep”, da cui è partita questa generosa, meravigliosa gara di amore e solidarietà fra bimbi.
(Fonte: Avvenire 20/04/2016)