sabato 9 gennaio 2016

UN BIMBO NATO IN STAZIONE di Alex Zanotelli


UN BIMBO NATO IN STAZIONE
di Alex Zanotelli


Un Natale povero il nostro, celebrato alla Stazione Ferroviaria di Napoli (Piazza Garibaldi) con un centinaio di persone tra cui senza fissa dimora e migranti. Infatti la Stazione è un punto di riferimento per i senza fissa dimora e i profughi. Quale luogo migliore per celebrare la nascita di quel povero Gesù che nasce per strada da due poveri migranti, Giuseppe e Maria, in cammino, come oggi milioni e milioni di persone in fuga da guerre e da fame! L’ONU parla di sessanta milioni di profughi accolti, in gran parte da paesi poveri del Sud del mondo.
Mentre l’opulenta ‘Europa’ non riesce ad accogliere un milione di rifugiati che quest’anno sono entrati nel vecchio continente. Di questo abbiamo riflettuto celebrando la Messa di Natale, di questi nuovi Giuseppe e Maria che bussano alla nostra porta, ma che troviamo difficoltà ad accoglierli. "Non c’è posto per loro nell’albergo." Quel Bimbo ‘nasce sempre ‘fuori’, nel villaggio di Betlemme, alla periferia dell’Impero, in una ‘mangiatoia’. 
Nel primo presepe ideato da S.Francesco a Greccio, accanto al Bimbo c’erano il bue e l’asino vivi. “Il bue conosce il suo proprietario -aveva detto il profeta Isaia- e l’asino la greppia del suo padrone, ma il mio popolo non mi conosce.” Parole che fotografano bene l’Europa dei mercati. Quell’Europa che ha fatto annegare nel 2015 settecento bambini in mare. Quell’Europa che ha pagato alla Turchia tre miliardi di euro perché blocchi due milioni di profughi siriani. Quell’Europa che al Vertice di Malta ha pagato ai capi di stato africani un miliardo e mezzo di dollari per bloccare i migranti sub-sahariani. Ma quell’esodo di donne, bambini, uomini in cerca di vita è inarrestabile. Le egoistiche politiche europee portano solo a nuovi morti (nel Mediterraneo hanno trovato la morte almeno trentamila migranti!) e al trionfo delle mafie che guadagnano fortune sulla pelle degli impoveriti. Basterebbe aprire corridoi umanitari, come l’Europa ha fatto durante la II Guerra Mondiale. Invece l’Europa inventa ora una Guardia Costiera che avrà il dovere di salvare i profughi portandoli negli hot-spots (punti di raccolta) dove saranno identificati, anche con le impronte digitali. Chi non sarà riconosciuto come profugo (e sarà la stragrande maggioranza!) verrà rispedito dall’inferno da cui è fuggito. E’ questa la logica conclusione della criminale divisione che la UE fa tra profughi e migranti economici. Un’operazione questa del rispedire a casa i migranti che costerà per il 2015-16 oltre nove miliardi di euro! Tutto questo, mentre l’Europa continua a costruire ‘muri’ di acciaio per bloccare al suo interno i migranti. Così hanno fatto la Spagna, la Grecia, la Turchia, la Bulgaria. Mentre l’Ungheria ha appena finito un ‘muro’ di acciaio di 175 km che è costato 21 milioni di euro. Ora è il turno della Slovenia. Allo stesso tempo Francia, Inghilterra, Austria hanno creato posti di blocco alle proprie frontiere. Tutto questo per impedire ai profughi di arrivare nel paese agognato, dove purtroppo troveranno un crescente razzismo fomentato anche da partiti xenofobi. Un razzismo che in tanti paesi diventa legge di Stato come è avvenuto in Italia con la Fini-Bossi e i decreti Maroni (Qualcuno ha definito tutto questo Razzismo di Stato).
E’ stato questo lo scenario che abbiamo tenuto davanti ai nostri occhi, mentre abbiamo celebrato la Messa di Mezzanotte in quella fredda Stazione ferroviaria di Napoli, piena di migranti e senza fissa dimora, il frutto amaro del nostro Sistema economico-finanziario, di quel 20% del mondo che consuma da solo il 90% dei beni prodotti. E’ questo il ‘mondo’ che celebra nel Natale la sua più grande festa, quella del mercato, quella del consumismo. Ma quel Bimbo anche oggi nasce ‘fuori’. Su quel nostro altare (una scatola di cartone), assieme al pane e al vino , abbiamo posto tutti questi bimbi nati come Lui, lungo il viaggio e quei settecento che, dall’inizio del 2015, sono morti in mare. Vi abbiamo messo i milioni di migranti in viaggio per deserti, per mare, in cerca di vita. Ma vi abbiamo messo anche le porte che si sono aperte in questa vecchia e egoista Europa per accogliere l’Altro. Le famiglie che con un grande coraggio hanno aperto le porte dell’accoglienza dei migranti. Come la famiglia Antonio e Nicoletta Calò di Treviso che sono venuti a Napoli a raccontarmi come abbiano deciso, insieme con i loro quattro figli, di accogliere in casa sei migranti. E ancora i conventi, le case di religiosi, le parrocchie (purtroppo ancora pochi hanno accolto l’invito di Papa Francesco!) che hanno aperto le porte ai profughi. L’impegno di tanti gruppi, comitati che si battono, anche qui a Napoli, per l’accoglienza e i diritti degli immigrati, come lo jus soli. E la lunga lotta dei comitati di Napoli per ottenere l’approvazione di un delibera del Comune, lo scorso novembre, che mette a disposizione dei senza fissa dimora 1.500 mq del Real Albergo dei Poveri, costruito dai Borboni per i poveri della città partenopea. Lì troveranno tra poco un luogo ove ‘sentirsi a casa’ in piena dignità. Anche questo è un piccolo miracolo che si sta realizzando. Sono i ‘miracoli’ che nascono dal basso, i piccoli doni di Natale.
Davvero quel Bimbo che duemila anni fa nasce ‘fuori’, per strada, nasce oggi in mezzo a noi nella carne di questi migranti, di questi senza fissa dimora che sono, come dice Papa Francesco, la “carne di Cristo.”
Penso sia questo il grande dono di Natale che Dio fa all’Europa. Nella speranza che possiamo tutti capirlo e accoglierli.

(fonte: http://www.comboniani.org)