domenica 27 dicembre 2015

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 5/2015-2016 (C) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea'
Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)


Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino



Vangelo: 

Lc 2,41-52






Come le fasce e la mangiatoia (2,6-7) fanno riferimento alla sindone e al sepolcro (24,53), così il pellegrinaggio della Santa Famiglia a Gerusalemme fa riferimento all'ultima salita che Gesù compirà 
nella Città Santa dove consegnerà la sua vita. La pagina del Vangelo anticipa la sua "Aliyà di Pasqua", la salita pasquale, indicando così il disegno totale del suo futuro, rivelandoci la pazzia del suo amore per l'uomo, amore che lo condurrà all'estremo sacrificio che ci dona la salvezza. I tre giorni in cui Gesù si smarrisce e viene ritrovato nel tempio, sono il preludio dei tre giorni trascorsi nel sepolcro e della sua resurrezione. Il figlio smarrito, ritrovato dopo tre giorni nel Santuario - luogo dove risplende la Gloria di Dio - che interroga i sapienti del tempio è "l'icona del Crocifisso Risorto che interroga ed ammaestra i discepoli aprendo loro l'intelligenza della scritture (cfr24,44)" (S. Fausti). 
Dopo il suo ritrovamento tornerà a Nazareth, il luogo della vita di tutti i giorni rimanendovi per trenta anni - una vita - figura di ogni vita nella sua quotidianità, nel più assoluto nascondimento. E' il mistero di un'esistenza vissuta nella normalità di tutti i giorni, il mistero della assunzione totale da parte di Dio della nostra quotidianità in ogni nostra situazione concreta. Per questo, a ragione, San Paolo può scrivere ai cristiani di Filippi che Gesù "non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo la condizione di servo divenendo simile agli uomini"(Fil 2,6-7).