lunedì 7 settembre 2015

Cristiani perseguitati oggi nel silenzio complice delle potenze -Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - 07.09.2015

Cristiani perseguitati oggi 
nel silenzio complice delle potenze
Papa Francesco



S. Messa Cappella 

della Casa Santa Marta 

 07.09.2015




L’orrore per la persecuzione che oggi avviene nel mondo, con terroristi che sgozzano i cristiani nel «silenzio complice di tante potenze», è iniziata proprio contro Gesù e ha scandito la storia della Chiesa. Ecco perché «non c’è cristianesimo senza martirio». E la testimonianza della comunità armena, «perseguitata soltanto per il fatto di essere cristiana», deve far trovare a ciascuno lo stesso coraggio di quei martiri, qualora «un giorno la persecuzione accadesse qui». Lo ha affermato il Papa nella messa presieduta, lunedì 7 settembre, nella cappella della Casa Santa Marta. 


Francesco ha ripetuto che «non c’è cristianesimo senza persecuzione». E ha suggerito di far memoria dell’«ultima delle beatitudini: quando vi porteranno nelle sinagoghe, vi perseguiteranno, vi insulteranno: questo è il destino del cristiano». Di più: «Oggi, davanti a questo fatto che accade nel mondo, col silenzio complice di tante potenze che potevano fermarlo, siamo davanti a questo destino cristiano: andare sulla stessa strada di Gesù».

In particolare, ha detto il Pontefice, «voglio ricordare oggi una delle tante grandi persecuzioni, quella del popolo armeno, in occasione della nostra comunione. Un popolo, la prima nazione che si è convertita al cristianesimo, la prima, perseguitata soltanto per il fatto di essere cristiana».

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Francesco ha pregato il Signore perché «ci dia la consapevolezza di guardare lì quello che Paolo dice» e «ci dia una piena intelligenza per conoscere il mistero di Dio che è in Cristo». E «il mistero di Dio che è in Cristo — ha aggiunto — porta la croce: la croce della persecuzione, la croce dell’odio, la croce che viene dalla collera di questi uomini, questi dottori della legge». Ma «chi suscita la collera? Lo sappiamo tutti: il padre del male».

«Il Signore — ha detto ancora il Papa — oggi ci faccia sentire, nel corpo della Chiesa, l’amore ai nostri martiri e anche la nostra vocazione martiriale. Noi non sappiamo cosa accadrà qui: Non lo sappiamo!». Ma, ha concluso, «che il Signore ci dia la grazia, se un giorno accadesse questa persecuzione qui, del coraggio della testimonianza che hanno avuto tutti questi cristiani martiri e specialmente i cristiani del popolo armeno».

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Servizio CTV