Lettera-messaggio
di mons. Cesare Nosiglia
alla Diocesi di Torino e ai Cittadini
"Cari presbiteri, diaconi e religiosi, famiglie e fedeli della Diocesi di Torino e cari cittadini, in questo periodo estivo è emersa in tutta la sua gravità la problematica dell'accoglienza dei rifugiati che giungono numerosi nella nostra patria come in altre nazioni europee per fuggire da situazioni tragiche di guerre, violenze e povertà estreme. Ne sono derivate polemiche e contrapposizioni aspre ...
Cavalcare le paure e gli allarmismi ingenera atteggiamenti di rifiuto che chiudono il cuore e addormentano la responsabilità di fronte all'obbligo forte consegnatoci dal Signore e che deve risuonare nelle coscienze e nel cuore di credenti e cittadini: “ero forestiero e mi avete ospitato”.
Ritengo tuttavia che il Signore, attraverso questi “segni dei tempi” ci chiami ancora ad un di più di sforzo comune che, pur esigendo sacrificio, ottiene una forte, significativa e concreta testimonianza ecclesiale al Vangelo della carità che come comunità cristiana siamo chiamati ad offrire andando oltre le parole spesso vacue o inutili. Per questo, pur consapevole dell'impegno che comporta la proposta, chiedo ad ogni Unità Pastorale della nostra Diocesi di provare a definire un concreto programma di accoglienza straordinaria e di accompagnamento per alcuni fratelli e sorelle vittime della migrazione forzata. Si tratta in partenza di affrontare il bisogno urgente dell'alloggio per poi promuovere insieme alle altre realtà ecclesiali e civili un sostegno effettivo al percorso di inclusione sociale di cui avranno bisogno. Finora abbiamo messo a disposizione in diverse strutture ecclesiali capaci di accogliere decine e decine di persone - oltre 500 posti, senza contare tanti piccoli nuclei di singole persone o famiglie accolte nelle parrocchie. L'acuirsi dell'emergenza esige ora un intervento diverso, per favorire l’accoglienza capillare di gruppi numericamente più piccoli, ma geograficamente più diffusi sul territorio. Chiedo in particolare ai moderatori e referenti territoriali della Caritas, San Vincenzo e altre realtà che operano nel sociale, di promuovere in ogni Unità Pastorale uno o più luoghi di accoglienza temporanea capaci di ospitare 5 persone ciascuno, cercando la disponibilità presso le parrocchie, gli istituti religiosi, le case di risposo, altre strutture ecclesiali presenti sul territorio. Le comunità siano coinvolte in questa iniziativa sentendosene responsabili e offrendo il loro sostegno.
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Dio, che non si lascia vincere in generosità e
ama chi dona con gioia, saprà moltiplicare il bene fatto anche a vantaggio di chi lo fa.
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"Accoglienza ai profughi" (PDF)
- "I MIGRANTI SONO I MORTI DELLA SPERANZA NEGATA" don Luigi Ciotti
- "L'accoglienza è figlia della misericordia" di Giulio Albanese
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Servizio TG2000
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- "I migranti risvegliano le nostre paure. La politica non può rimanere cieca" Zygmunt Bauman