sabato 29 agosto 2015

Le spalle e il volto di Dio di Luigino Bruni

Le levatrici d’Egitto/18 - 
Promesse e patti fanno la speranza, 
la "sequela" li realizza

Le spalle e il volto di Dio

di Luigino Bruni





‘Gloria’ è presenza troppo violenta per i sensi dell’uomo. Iod (YWHW) lascia attraversare il volto di Mosè dalla brezza forse tollerabile di un’altra sua emanazione, la bontà. Per quanto immensa, essa non è più di una carezza per l’uomo (Erri de Luca, Esodo - Nomi).

La speranza vera di poter ricominciare dopo le grandi crisi si trova attingendo alle parole più vere che abbiamo detto nei momenti migliori della nostra vita, ai gesti più grandi e generosi che abbiamo fatto, ritornando alle promesse delle madri e dei padri che ci hanno generato. Ma senza la presenza dei profeti questo ‘ritorno’ non si compie, o si compie a costi troppo alti. Mosè sopra il monte Sinai riesce ad ottenere persino la ‘conversione’ di YHWH ricordandogli le sue parole più grandi e l’antica e mai smentita promessa ai padri: “Ricorda Abramo, Isacco, Israele ai quali hai giurato in te e hai detto loro: renderò numeroso il vostro seme come le stelle del cielo” (Esodo 32,13). Se oggi riusciamo ancora a lavorare e a vivere dentro un certo benessere, lo dobbiamo in grande misura alle promesse e ai patti che i nostri padri e le nostre madri si sono fatti gli uni gli altri. Promesse e patti che hanno generato la Repubblica, le cooperative, le imprese, le istituzioni, le cattedrali. Ma prima ancora le loro promesse nuziali, che ci hanno consentito di crescere accuditi e amati nei primi anni di vita, quelli davvero decisivi, un accudimento e un amore che ci hanno fatto diventare poi anche buoni lavoratori e cittadini. Promesse mantenute spesso a costi molto alti, perché quei ‘per sempre’ fedeli erano pronunciati dentro una cultura dove la felicità più importante era quella dei figli, non la propria – una verità che ha fondato e alimentato nei secoli la nostra civiltà, che tre soli, piccoli decenni di edonismo individualista minacciano di spazzare via.
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La presenza di Dio nel mondo è nella sua bontà, nei beni che ci dona, nel ‘latte e miele’ della sua-nostra terra, in tutta la sua creazione-dono. Allora il vero e unico esercizio di chi cerca il ‘volto’ e la presenza di Dio nel mondo è saperlo riconoscere nei suoi beni senza però trasformare i beni in dio. Le idolatrie sono sempre di fronte a noi perché nei beni del mondo (persone, cose) c’è veramente qualcosa di divino - la meditazione incarnata della Bibbia è un grande aiuto per chi non vuole commettere questo errore fatale. L’idolatria è facile perché ci piacciono di più le grandi piramidi delle piccole e fragili tende mobili, e ci piacciono gli dei che possiamo usare e possedere. Quel Dio diverso invece ci si mostra passando veloce, mettendoci una mano sugli occhi, attraversando di corsa la nostra tenda. Tutte le ‘tende del convegno’ sparse sulla terra ci dicono una presenza vera di Dio e non di idolo se sanno custodire nel dolore-desiderio dell’attesa un’assenza senza volerla riempire con la presenza facile degli idoli. L’accesso al mistero buono della vita è un vuoto di volti in una abbondanza di parole.
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Sulla terra ci sono, soprattutto nel nostro tempo impoverito di occhi profondi, moltissime persone che onestamente cercano il bene, il bello e il vero e non credono in Dio perché vedendone soltanto le spalle non riescono a riconoscerne il volto. E’ questa la base per una vera e autentica solidarietà e amicizia tra chi cerca il bene, il bello e il vero e grazie alla fede crede-spera che quelle spalle sono il retro di YHWH, e chi segue quella stessa realtà senza riconoscerlo. Seguiamo tutti la stessa ‘persona’, vediamo tutti solo le stesse spalle, che prima o poi, se se la sequela è genuina, diventano amore per le spalle dell’uomo umiliato, piegato, piagato dalla vita e da chi quel benebello-vero non cerca. Non è impossibile, anzi è molto probabile. La possibilità però di continuare a camminare fianco a fianco sta nell’incontro tra due atteggiamenti etici e spirituali. Chi vede solo le spalle non deve negare ...

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