giovedì 30 luglio 2015

SOLIDARIETA' - Una famiglia per una famiglia attivo anche a Roma

SOLIDARIETA'
Una famiglia per una famiglia attivo anche a Roma
Progetto per l’affiancamento familiare promosso da Caritas



Una famiglia si trova improvvisamente in difficoltà perché si ammala un familiare. Una mamma sola o un papà separato non ce la fanno a gestire i figli senza un aiuto esterno. Una mamma africana ogni giorno è costretta a fare 4 ore di viaggio in pullman per accompagnare i figli a scuola perché non ha la patente. I genitori immigrati non hanno una rete di relazioni amicali che possano supportarli nella routine quotidiana. Sono tante le situazioni in cui le famiglie possono trovarsi a fronteggiare un periodo difficile, che può presto trasformarsi – se non sostenute – in disagio ed emarginazione. Con una azione preventiva e curativa e un metodo innovativo che coinvolge altre famiglie affidatarie, è attivo dal 2003 il progetto “Una famiglia per una famiglia”, ideato a Torino dalla Fondazione Paideia e poi diffuso in molte città e paesi del centro-nord. Dal 27 luglio il via anche a Roma, grazie a un protocollo d’intesa siglato in Campidoglio da Caritas italiana, Caritas di Roma, Assessorato alle politiche sociali di Roma Capitale e Fondazione Paideia.
La sperimentazione coinvolgerà inizialmente 8 famiglie beneficiarie in due municipi. Il volontariato e gli enti pubblici lavorano insieme per una azione che può trasformarsi in politiche sociali del territorio. Un metodo che non mette al centro solo il bambino ma l’intera famiglia, grazie al supporto di un’altra famiglia, innestando così un circuito virtuoso di relazioni amicali e integrazione sociale.
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Il Progetto
“Una famiglia per una famiglia” è un progetto sviluppato dalla Fondazione Paideia a partire dal 2003, in partnership con realtà pubbliche e private di numerosi territori italiani. Obiettivo del progetto è sostenere famiglie che vivono un periodo di difficoltà nella gestione della propria vita quotidiana e nelle relazioni educative con i figli.
L’affidamento diurno tradizionale è indirizzato principalmente a instaurare un rapporto privilegiato tra il bambino in difficoltà e la famiglia affidataria, tenendo in secondo piano la famiglia d’origine.
“Una famiglia per una famiglia” sperimenta un approccio innovativo, che sposta la centralità dell’intervento dal bambino all’intero nucleo familiare: una famiglia solidale sostiene e aiuta un’altra famiglia in difficoltà, coinvolgendo tutti i componenti di entrambi i nuclei. Tutti i membri di una famiglia offrono le proprie specifiche competenze, determinate da età, professioni, inclinazioni differenti. Il progetto sviluppa un intervento di carattere preventivo, offrendo un sostegno temporaneo a famiglie fragili con minori: l’affiancamento tra famiglie permette di instaurare un rapporto di parità e reciprocità che sostiene senza dividere, con uno sguardo diverso sulla famiglia, vista come risorsa, non come problema. Il progetto è inoltre finalizzato ad aumentare l’interazione tra famiglie, enti e servizi, sia facilitando nelle famiglie una relazione di maggiore fiducia nei confronti delle realtà istituzionali, sia implementando la collaborazione tra pubblico e privato.
Il metodo
Nel 2003 il Comune di Torino ha presentato alla Fondazione Paideia l’idea progettuale “Una famiglia per una famiglia”. Paideia collabora con il Comune per trasformare l’idea in progetto esecutivo: nel 2005 inizia la sperimentazione nel Comune di Torino, che si conclude nel 2007, quando l’affido da famiglia a famiglia viene incluso nelle politiche sociali del territorio. Ad oggi il progetto è attivo in diverse aree territoriali del nord Italia, con il coinvolgimento di amministrazioni pubbliche, terzo settore e Fondazioni private e di origine bancaria. La fase di sperimentazione ha una durata di circa 24 mesi, durante i quali vengono attivati in genere 8 affidi della durata di 12 mesi. Obiettivo della sperimentazione è la costruzione delle condizioni di passaggio alla fase di lavoro a regime, che si inserisca nelle politiche ordinarie degli enti territoriali. Il progetto viene coordinato da un’équipe tecnica che si occupa di tutte le fasi dello sviluppo operativo, della selezione delle famiglie, del monitoraggio e della valutazione, in partnership con realtà associative e gruppi familiari del territorio, che coadiuvano nella ricerca di famiglie disponibili all’affiancamento e nella segnalazione di famiglie in difficoltà. Rilevante è la figura del tutor, in genere proveniente dalle associazioni, che ha funzioni di mediazione tra le due famiglie e di monitoraggio dell’affiancamento, in un contatto costante con i servizi e i partner coinvolti. Concretamente, la relazione tra le due famiglie si sviluppa attraverso incontri e rapporti telefonici frequenti (definiti, almeno in parte, nel patto educativo) con attività quali: sostegno educativo e organizzativo nella gestione dei figli, supporto pratico e nella relazione con enti istituzionali, organizzazione e partecipazione a momenti di festa e socializzazione, ascolto e condivisione di problematiche genitoriali e di coppia, confronto sui modelli educativi e valoriali di riferimento.

Risultati ed esiti
“Una famiglia per una famiglia” scommette sul fatto che un affiancamento tra famiglie caratterizzato da parità, reciprocità, supporto non professionale, possa essere uno strumento adeguato in situazioni familiari di vulnerabilità, se individuate e accompagnate in una fase preventiva. Questa tipologia di affiancamento risulta efficace rispetto a problematiche familiari quali: – fragilità della rete familiare; – difficoltà ad orientarsi e utilizzare la rete dei servizi e le opportunità del territorio; – malattia di uno dei componenti della famiglia; – affaticamento delle figure genitoriali; – carenze educative rispetto ai minori; – difficoltà di conciliazione dei carichi familiari. Ad oggi gli affiancamenti attivati nelle diverse esperienze territoriali sono stati circa 300 e hanno coinvolto oltre 500 bambini.
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