'Un cuore che ascolta - lev shomea'
Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Gv 15,26-27; 16,12-15
Il capitolo 15 del Vangelo di Giovanni si apre con il meraviglioso Cantico della Vite Vera (1-17) che la liturgia ci ha già proposto la V Domenica di Pasqua. L'evangelista ci avverte però che la sequela di Gesù non sarà senza conseguenze e alla dolcezza del frutto della Vite Vera - l'Amore - il mondo risponderà con la persecuzione e l'odio mortale(18-25), scatenati a causa dell'adesione dei discepoli al 'Nome' di Gesù. Addirittura ci saranno quelli che "crederanno di rendere culto a Dio"(16,2) uccidendo - come fosse un sacrificio - coloro che credono in Gesù. E' l'abominio della desolazione, la bestemmia più grande che l'uomo possa mai proferire: "Dio non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva(Ez 33,11), "perché Dio non è il Dio della morte ma della Vita (Lc 20,38). Ma il Padre della Vita non ci abbandona, non ci lascia da soli. Gesù promette che Dio invierà un Paràclito (ebr. Menahem), un 'Avvocato' che assumerà la nostra difesa e che ci aiuterà ad eliminare ogni causa di sofferenza. E' lo Spirito della Verità/Fedeltà(Ruah 'Emet), la Forza di Dio che ci costituisce come figli, fedeli al progetto del Padre e ci rende capaci di spezzare la nostra vita per i fratelli ad immagine di Gesù. Lo Spirito Santo di Dio ci "introdurrà alla Verità tutta intera", verità che ci informa fino a che punto Dio è fedele nei confronti dei suoi figli: fino alla consegna totale della sua vita, peso questo che, senza la sua forza, saremo sempre incapaci di portare.