martedì 24 marzo 2015

“Nel segno della croce” XXIII Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei Missionari Martiri


“Nel segno della croce” 
XXIII Giornata di preghiera e digiuno
in memoria dei Missionari Martiri


Nata nel 1993 per iniziativa del Movimento Giovanile Missionario delle Pontificie Opere Missionarie italiane, scegliendo come data l’anniversario dell’assassinio di Mons. Oscar Arnulfo Romero, Arcivescovo di San Salvador (24 marzo 1980), la Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei Missionari Martiri raggiunge quest’anno il suo 23° traguardo nella prospettiva dell’imminente beatificazione di Mons. Romero, che avrà luogo il 23 maggio. 
L’iniziativa intende ricordare, con la preghiera e il digiuno, tutti i missionari che sono stati uccisi nel mondo e tutti gli operatori pastorali che hanno versato il sangue per il Vangelo. Oggi è estesa a molte diocesi, realtà giovanili e missionarie, istituti religiosi dei diversi continenti.
“Tanti missionari hanno dato la vita unicamente perché, come Cristo, avevano scelto di stare dalla parte dei poveri e dei piccoli, perché hanno vissuto le beatitudini evangeliche come operatori di pace e di giustizia per quei popoli che il Signore ha loro affidato di servire – scrive don Michele Autuoro, Direttore nazionale di Missio, nel sussidio per la Giornata -. Quindi giornata di memoria ma anche di intercessione per il dono della pace e di una fraternità vera nel rispetto di tutti…”.
Commentando il tema scelto per la Giornata di quest’anno, “Nel segno della croce”, Alessandro Zappalà, segretario nazionale di Missiogiovani, afferma: “Se c’è una cosa che accomuna tutti i cristiani sparsi per i cinque continenti, questa è la croce. Uno strumento di tortura e di morte che per secoli ha terrorizzato tutti i popoli, fino a quando, su quella croce non vi è stato appeso il Figlio di Dio, Gesù… Da quel momento in poi, però la croce è divenuta simbolo di salvezza per tutti, perché Gesù, morendovi, ha riscattato ogni nostra colpa e ogni nostro peccato”. 
Nel sussidio preparato per la celebrazione della Giornata sono raccolte alcune proposte per l’animazione: una riflessione sul tema, il testo di una Veglia di preghiera, quello per una Via Crucis e la traccia di una liturgia penitenziale. Malati e sofferenti possono offrire la loro sofferenza per sostenere il lavoro di quanti operano in ogni angolo della terra per annunciare e testimoniare il Vangelo. (Agenzia Fides 21/3/2015)

Vedi anche:

Di questi tempi, il cosiddetto immaginario collettivo è fortemente condizionato dall’escalation di violenze perpetrate dalla miriade di gruppi jihadisti che seminano morte e distruzione. Basti pensare a quanto è avvenuto la scorsa settimana a Tunisi. L’uccisione di innocenti, tra i quali quattro nostri connazionali, ha acuito a dismisura il timore che simili attentati possano verificarsi anche in Italia. Il quadro geopolitico internazionale è certamente preoccupante, ma proprio per questa ragione siamo chiamati a ricercare, nella fede, una chiave di lettura degli avvenimenti e della Storia in generale, che possa aiutarci ad andare al di là di quelle che sono le brutali provocazioni dei terroristi. 
Da questo punto di vista è davvero salutare celebrare oggi la Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri che, come ogni anno, cade nel dies natalis di monsignor Oscar Romero, che sarà beatificato il prossimo 23 maggio.
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Alla lista dei caduti, va poi aggiunta quella degli scomparsi, operatori pastorali di cui non si hanno più notizie. Tra loro, figura anche il gesuita padre Paolo Dall’Oglio, rapito in Siria nel 2013. Una cosa è certa: dietro al martirio c’è sempre e comunque il valore aggiunto del coraggio di osare. Le denunce di Romero contro la violenza e la sua opzione preferenziale per i poveri e con i poveri fecero di lui un missionario scomodo, appunto un martire. 
Ai poveri aveva promesso: «Se verrò ucciso, risorgerò nel mio popolo». Una risurrezione che afferma l’agognato cambiamento in cui noi tutti confidiamo.

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