martedì 10 marzo 2015

La festa della donna Dalla presa di coscienza agli spazi della decisione di Bruno Forte

La festa della donna 
Dalla presa di coscienza
 agli spazi della decisione 
di Bruno Forte


"Di particolare interesse è stata la recezione di questo processo in ambito ecclesiale, dove la rinnovata coscienza del femminile si è espressa nelle varie forme della «teologia femminista», proposta come una «teologia dell’integralità» umana e non solo femminile. Si è andata riscoprendo la reciprocità (e non la complementarità, che potrebbe ambiguamente supporre una minore dignità femminile) fra l’uomo e la donna, vista come condizione fondante dell’armonica formazione della persona, e si è sviluppata la denuncia di ogni atteggiamento che releghi la donna a un ruolo regressivo e subordinato. In campo teologico, si è focalizzata l’attenzione su Maria, la madre di Gesù, vista come donna «tutt’altro che passivamente remissiva o di una religiosità alienante, ma donna che non dubitò di proclamare che Dio è vindice degli umili e degli oppressi e rovescia dai loro troni i potenti del mondo» (Paolo VI). In questa luce, la storia del protagonismo femminile all’interno della comunità cristiana è venuta emergendo in tutta la sua forza: e il ruolo che la donna potrebbe esercitare, tanto a livello di vita consacrata, quanto nelle più diverse espressioni della vita familiare e sociale, si è profilato nella decisiva rilevanza delle sue potenzialità. Grandi figure di teologi hanno sottolineato il bisogno di dare maggior rilievo al «carisma mariano» nella Chiesa, che integra e alimenta lo stesso «carisma petrino» dei pastori (H. Urs von Balthasar). Questa nuova coscienza ha trovato espressione nella Mulieris dignitatem di Giovanni Paolo II, coraggioso manifesto della dignità e dell’emancipazione femminile, di cui ha offerto una lettura fortemente positiva ad esempio Maria Antonietta Macciocchi, autrice di testi forti e provocatori, quale il suo volume Pour Marx. Ciò che urge è che questa presa di coscienza si traduca in effettivi spazi di partecipazione della donna alla responsabilità e alla decisionalità nella vita tanto della società, quanto della comunità ecclesiale, non in alternativa ad altri ruoli, ma in comunione di reciprocità autentica e feconda. Su quest’orizzonte la strada è aperta ed esige l’audacia di nuovi passi, la cui individuazione spetta anzitutto alle donne, non senza però un apporto creativo e solidale di tutte le componenti della realtà civile ed ecclesiale. A stimolo di questo impegno si è posto più volte Papa Francesco, non in base a formule ideologiche, ma in nome della ricchezza del mistero cristiano, nel quale il protagonismo femminile è decisivo e centrale, come risulta ..."

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