sabato 28 marzo 2015

“Giuseppe, guida dei fratelli” di Aurelio Antista, ocarm (VIDEO INTEGRALE)

“Giuseppe, guida dei fratelli”
 di Aurelio Antista, ocarm 
(VIDEO INTEGRALE)


I MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA – 2015
della Fraternità Carmelitana
di Barcellona P.G. (ME)

AFFIDATI AD UNA PROMESSA
Il cammino umano e di fede dei Patriarchi



25 FEBBRAIO 2015         


Gli ultimi 14 capitoli del libro della Genesi raccontano la storia di Giuseppe. In un certo senso egli non è uno dei patriarchi, ma piuttosto il figlio ideale e perfetto dei patriarchi. La storia di Giuseppe, la sua vita travagliata e insieme gloriosa, i suoi atteggiamenti, le sue scelte, descrivono la santità che Dio propone al suo popolo Israele e, in modo ancora più preciso, è anticipo e profezia della vocazione di Gesù di Nazareth, quale Messia e Salvatore di tutta l’umanità.

Giuseppe è un uomo di fede, come lo sono stati i suoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe. La sua fede viene espressa come “timore di Dio”: “Io temo Dio” (Gen 42,18). Eppure, la storia di Giuseppe si distingue per la sua “laicità” e “secolarità”. Il timore di Dio che accompagna l’intera sua esistenza non è motivato da un intervento o manifestazione particolare da parte di Dio. Lo “straordinario”, il “miracolo” della storia di Giuseppe sta nella sua “ordinarietà”. Dio parla spesso ad Abramo, un poco meno ad Isacco e a Giacobbe, e non parla mai a Giuseppe; ma nella storia di lui Dio è presente sempre, non come uno spettatore inattivo, ma come protagonista. Lo afferma lo stesso Giuseppe, alla fine del libro, rivolto ai suoi fratelli: “Non temete, sono io forse al posto di Dio? Se voi avete pensato del male verso di me, Dio ha pensato di farlo servire ad un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso. Dunque non temete, io provvederò al sostentamento per voi e per i vostri bambini” (Gen 50, 19-21).

           Giuseppe è una figura poliedrica e complessa. La sua storia si snoda attraverso una molteplicità di situazioni e di avventure che esigono di essere decifrate. Ancora più importante è individuare una chiave di lettura teologico-spirituale che lega insieme la complessità del personaggio e le vicende che lo riguardano. In quest’ottica, la storia di Giuseppe può essere letta come l’intrecciarsi di due elementi: la discesa e la risalita che configurano un grande disegno, un disegno pasquale. Discesa e risalita sono descritte in stretta connessione tra loro e prefigurano un elemento essenziale della storia della salvezza, così come sarà sperimentata dal popolo di Dio e, nella pienezza dei tempi, dal Messia. Per la Bibbia, quindi, Giuseppe è colui che discende e risale e nella sua persona prefigura il destino di Israele e di Gesù di Nazaret, Messia e Salvatore del mondo.
               La storia della salvezza è ancora nella sua fase iniziale, siamo al tempo delle promesse. Ma proprio in questo tempo in cui sono date le promesse e i compimenti sono solo attesi, già è data una premonizione dello sviluppo completo del viaggio che il popolo di Dio, Israele, compirà e che troverà il suo compimento con il Messia. La storia di Giuseppe, quindi, è promessa, anticipazione e sguardo profetico della discesa e della risalita nelle quali l’intero progetto di salvezza di Dio si esprimerà e si compirà.
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