sabato 7 febbraio 2015

"MARIA DI NAZARETH, NOSTRA SORELLA" di fr. Egidio Palumbo ocarm (VIDEO INTEGRALE)

"MARIA DI NAZARETH, NOSTRA SORELLA"
 di fr. Egidio Palumbo ocarm
 (VIDEO INTEGRALE)

Incontro inserito nell'ambito della catechesi degli adulti 
"LA DONNA NELLA BIBBIA 
E NELLA STORIA DELLA CHIESA"
promossa dalla 
Parrocchia Santo Stefano Protomartire
di Milazzo (ME)



27 GENNAIO 2015



1. Maria Sorella: appartiene all’umanità, al popolo di Israele, alla Chiesa

Il riconoscimento e l’invocazione di Maria di Nazareth nostra sorella viene dalla tradizione cristiana: cioè da alcuni padri della chiesa (ad es. Agostino, Epifanio, Cirillo di Alessandria… ), da alcuni autori spirituali medievali, in particolare quelli carmelitani, da autori protestanti; in tempi a noi recenti è stata rievocata da Paolo VI nel discorso conclusivo del concilio Vaticano II: «Pur […] madre del Verbo incarnato, essa tuttavia è vicinissima a noi. Figlia di Adamo come noi, e perciò nostra sorella per vincolo di natura»; e nella esortazione apostolica Marialis cultus al n 56: «Maria, infatti, è detta nostra stirpe, vera figlia di Eva, benché esente dalla colpa di questa madre, e vera nostra sorella, la quale ha condiviso pienamente, donna umile e povera, la nostra condizione».

Dunque, riconoscere e invocare Maria di Nazareth nostra sorella, vuol dire considerarla donna che appartiene alla nostra umanità, una di noi e non una dea, e nello stesso tempo che appartiene al popolo di Dio, cioè ad Israele e alla Chiesa fondata da Gesù Cristo, ovvero Maria è donna credente, come noi. Questi due aspetti strettamente e perfettamente connessi in lei – pienamente umana e pienamente credente – la rendono esemplare, modello di vita per ogni cristiano e cristiana, e per tutto il popolo di Dio. 

Dentro questa prospettiva ci soffermiamo solo su alcune pagine del Nuovo Testamento che ci parlano di Maria: la pagina dell’Annunciazione (Lc 1,26-38) e quella della Visitazione (Lc 1,39-45) con il canto del Magnificat (Lc 1,46-55). E si vedrà anche che Maria ricapitola in sé, e a suo modo, le due intuizioni profetiche fondamentali sulla donna che evidenziavamo in alcune pagine bibliche: essere manifestazione del volto e della presenza di Dio ed essere custode dell’umano e della umanizzazione del mondo.

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