lunedì 9 febbraio 2015

JESUS, febbraio 2015 La bisaccia del mendicante di ENZO BIANCHI


JESUS, febbraio 2015
La bisaccia del mendicante


Rubrica di ENZO BIANCHI


Oggi siamo quasi tutti portati a pensare che la tristezza sia un sentimento negativo, un’esperienza da rimuovere, un’inquilina da scacciare. Soggiaciamo all’imperativo: “Non bisogna essere tristi!”.
Ma è proprio vero che la tristezza debba sempre essere combattuta e negata? Non può essere anche un sentimento necessario per vivere in pienezza e per compiere, attraversandola, un cammino di umanizzazione? Vivere senza mai conoscere la tristezza sarebbe un impoverimento: saremmo privati di un’esperienza che può aiutarci a vedere la realtà diversamente e con più chiarezza, a vivere la nostalgia, il ricordo del passato, nella dolcezza, nell’accettazione di ciò che non è più ma che è stato bello e ci ha segnati per sempre.
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La tristezza attesta che ci manca qualcosa, ci fa conoscere incertezza e insicurezza, ma ci rende disponibili a incontri non previsti. Il salmo dice che “se alla sera è ospite la tristezza, al mattino ecco grida di gioia” (cf. Sal 30,6). Dunque, buongiorno tristezza!