venerdì 30 gennaio 2015

"Il presidente che vorrei" di Tonio Dell'Olio



Il presidente che vorrei



In questi ultimi giorni, l’elezione del capo dello Stato sembra essere considerata più una lotteria che un passaggio cruciale della vita democratica del nostro Paese. Si accettano scommesse, è il totopresidente. L’informazione si esercita con elenchi, previsioni e profili da X Factor la cui giuria si riunisce in via del Nazareno. E se è un gioco voglio partecipare anch’io. Il presidente che vorrei è una persona che, a fronte di una politica abile parolaia, sia capace di comunicare con i gesti, per ricucire il fossato tra i palazzi e la gente. Una persona che, a dispetto dei governi che si succederanno nel suo settennato, sappia giocare la sua personalità anche all’estero, per mettere in evidenza il ruolo di cerniera di una nazione che sta a metà strada tra l’Africa e il G8, tra il vicino oriente e l’Europa. Che sappia mediare nelle situazioni di conflitto e adotti i diritti umani come unica bussola della nostra politica sulla scena mondiale, anche quando tutti gli altri fanno prevalere gli interessi economici, truccando la bilancia con due pesi e due misure. Che sappia richiamare la politica al proprio ruolo di servizio del bene comune nella fitta ragnatela delle schermaglie, delle tattiche, dei messaggi trasversali e degli accordi sottobanco. Che faccia onore alla più bella Costituzione del mondo occidentale, ricordandola ogni giorno di fronte alle scelte di governo e parlamento. Che incarni la rinuncia agli sprechi e ad ogni logica di casta. Che veda di farcela con lo stipendio precedente alla sua elezione e cerchi una Santa Marta alternativa alla sontuosa solennità del Quirinale! Poche cose che diano respiro alla ripresa della fiducia dei cittadini nella politica.
Tonio Dell'Olio
(Fonte: Mosaico dei giorni - 28 gennaio 2015)