sabato 27 dicembre 2014

Le notizie di Natale che aprono il cuore alla speranza

Le notizie di Natale 
che aprono il cuore alla speranza

Pesava 2,7 chilogrammi e per essere precisi è nato alle 23,41, a bordo della nave Etna, il 25 dicembre, il giorno di Natale, mentre venivano recuperati novecento migranti nel Canale di Sicilia. 
Tra questi, sua madre Kate. 
E suo fratello Destino di appena quindici mesi già segnati dalla fuga verso la vita.
E adesso chiamatelo pure migrante o profugo o irregolare.
Intanto il suo nome è Salvatore.
E non sembri solo un nome.

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Il piccolo è stato battezzato ieri mattina da Don Paolo, il cappellano di bordo, alla presenza dell’intero equipaggio e del Comandante che ha fatto da padrino.
Impossibile non riconoscere nella nave della Marina la grotta di Betlemme: come sembra accadere oggi per i migranti, anche Maria e Giuseppe stentarono a trovare accoglienza.
Una straordinaria coincidenza fa rivivere il volto del Santo Bambino in quello del piccolo nigeriano: entrambi nati lo stesso giorno, entrambi diventati simbolo di speranza.

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Il giorno della Vigilia di Natale è entrata in un grande magazzino di Roma e ha rubato un piumone, una coperta, una padella e dei bicchieri. A scoprire la 60/enne romana il direttore del negozio su via Appia che ha contattato il 112. Giunti sul posto i carabinieri della Stazione di San Lorenzo hanno ricostruito che la donna abita in una casa popolare insieme alla madre ultraottantenne, e le due donne vivono di una sola pensione sociale.
Comprendendo la situazione di forte disagio, i militari hanno deciso di fare una colletta e pagarle la refurtiva e il direttore del negozio non ha formalizzato la denuncia. «Sarei orgogliosa di avere dei figli come voi», ha detto la donna ai giovani carabinieri.

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Due nomi, Ennio e Maria Rosaria, e una data, 3 luglio 1955. Incisi all'interno di una fede nuziale, saltata fuori dal gruzzolo di oggetti rubati da tre donne fermate dalla polizia. Quando i poliziotti del commissariato Salario Parioli, a Roma, tra i vari arnesi di scasso e la refurtiva, hanno trovato questo anello, modesto e semplicissimo, si sono resi conto di stringere tra le mani un bene dal valore sentimentale immenso. 
Due nomi e una data lontana nel tempo: troppo poco per poter risalire ai proprietari e restituire loro l'anello. Impossibile consultare l'archivio telematico, per il quale c'è bisogno di dati più precisi. Era probabile che quella fede fosse stata appena rubata. Ma dove? A chi? Sarebbe stato più comodo aspettare che, magari, prima o poi qualcuno sporgesse denuncia. «Se ci fossimo arresi, la fede sarebbe andata a finire nel nostro ufficio reperti», spiega l'assistente capo del commissariato Edoardo Smiraglia, «insieme a una marea di oggetti che non sono mai stati reclamati dai legittimi proprietari»,
Invece, le cose sono andate diversamente. E a raccontarlo è Smiraglia stesso. «Abbiamo deciso di trovare i proprietari dell'anello. E la strada più rapida ci è sembrata quella di chiedere aiuto al Comune di Roma. Così, abbiamo contattato l'ufficio anagrafe matrimoniale e abbiamo spiegato la situazione e il motivo per il quale volevamo condurre quella ricerca». Il responsabile ha spiegato agli agenti che con quegli elementi a disposizione la ricerca sarebbe stata più lunga e complessa: sarebbe stato necessario andare a spulciare negli archivi cartacei, tra i libroni dell'anno 1955, un lavoro da certosini, come era usanza una volta, quando la tecnologia non era entrata nelle nostre vite. «Così gli impiegati dell'ufficio anagrafe hanno fatto, impiegando tempo e sacrificio anche fisico, perché avevano capito il valore simbolico di quella ricerca. Dopo un lavoro di cinque giorni è saltato fuori il 3 luglio 1955 e, in quel giorno, il matrimonio di due giovani, Maria Rosaria ed Ennio, nati nel 1927».
A quel punto gli agenti hanno recuperato i dati completi dei due coniugi, li hanno rintracciati, hanno scoperto che quei giovani sposi, oggi 87enni, sono ancora insieme. E il prossimo anno festeggiano 60 anni di matrimonio. «Abbiamo contattato il figlio, che è rimasto a bocca aperta: avrebbe dovuto sporgere lui la denuncia, ma ancora non l'aveva fatto. Non aveva parole per ringraziarci: la polizia era arrivata prima di lui».

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È natale a Roma . Noi ci mettiamo a ridare gioia e felicità a gente con difficoltà economiche e senza una casa propria costretta a vivere per strada di elemosina e offerte ... Latte e panettone per loro !!!

Guarda il video

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Il Natale è un po’ un miracolo: è il miracolo dei volti sorridenti di tante persone oppresse dalla fatica della vita, è il miracolo di scoprirsi utili di tanti a cui non manca nulla ma che hanno perso il senso profondo della festa. Ma è anche il miracolo di risorse che sembrano non esserci e che invece si possono mobilitare, coinvolgendo attorno al Natale chiunque voglia fare qualcosa, anche un piccolo gesto per gli altri, almeno una volta l’anno.
E’ un miracolo per il quale vale la pena andare a bussare a tutte le porte per raccogliere quello che serve per la festa: i commercianti, i colleghi, gli amici, la gente per strada. In questo modo ogni anno si trova il necessario per apparecchiare questa grandissima tavola nel mondo.
Ma il miracolo è anche il fatto che credenti di tutte le religioni possano trovare un posto in questa festa: servire ed essere serviti in un movimento di cuori che credono nella salvezza del mondo attraverso la fede, la pace, la concordia tra gli uomini.

Roma - Santa Maria in Trastevere -
Comunità Sant'Egidio - 220 pranzi in 60 città italiane
a oltre 160mila poveri in tutto il mondo.
Napoli - Galleria Principe -
Amici della Galleria - pranzo per 900 persone